In cover, capi Autunno-Inverno 2022 di Jan-Jan Van Essche

È ormai certo che, negli ultimi anni, il mondo del prêt-à-porter sia cambiato. Dopo la pandemia, la passione per gli spazi aperti e gli sport legati alla natura ha avuto un boom e questa nuova attitudine ha condizionato anche la ricerca stilistica, confluendo in una nuova prospettiva di lifestyle. A questa tendenza non poteva di certo rimanere indifferente Pitti Immagine Uomo, che torna a Firenze dal 10 al 13 gennaio e si fa promotore di un trend contemporaneo. Insieme alle tradizionali sezioni – Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling – per la 103esima edizione nella Sala della Ronda, all’interno di Fortezza da Basso, nasce anche I go out, un contenitore che ospita brand internazionali di abbigliamento, accessori e oggetti per la vita all’aperto capaci di dialogare con il contesto metropolitano. Prodotti innovativi che uniscono stile e performance, funzionalità e ambizione progettuale, ma anche oggetti che fondono filosofia environmentally friendly e una creatività che guarda al viaggio e alla fotografia. Tra le altre novità anche due aree speciali: The Sign, dedicata al mondo del design e complementi d’arredo, e PittiPets, uno spazio riservato agli accessori e al lifestyle per gli amici a quattro zampe. Insieme ai 776 marchi pronti a raccontare il prossimo inverno non mancano i grandi ospiti di Pitti Uomo, tra cui lo stilista belga Jan- Jan Van Essche, designer project che l’11 gennaio debutta con la sua prima sfilata in assoluto.

Jan-Jan Van Essche

Il tuo brand ha 12 anni ma hai deciso di esibire i tuoi capi solo ora, in Italia. Che emozione provi?

Mi sento sereno, sono quasi in uno stato meditativo. Anche perché questo evento è un rito di passaggio per me, e più che concentrarmi sull’emozione che provo penso a come trasmetterla a chi verrà a vedermi a Firenze. Voglio lanciare la mia idea di moda, il mio messaggio stilistico. Questa è la mia prima sfilata in assoluto e ho deciso di farla adesso perché mi è sembrato il momento migliore per presentare il mio lavoro.

 

Cosa dobbiamo aspettarci?

Un mix di capi storici e nuovi, un’evoluzione della nostra storia. Abbiamo voluto rivisitare i pezzi chiave e mostrarli in modo innovativo, per enfatizzare il brand Van Essche e far capire che cosa rappresenta. Alla fine, gli outfit in passerella sono 30 in totale.

 

Il tuo stile vede linee pulite e genderless, da cosa trai ispirazione?

C’è molto di me stesso nelle collezioni. Mi piace aprire la mente delle persone su ciò che si indossa: un mio capo può stare in diversi guardaroba, essere indossato da individui con una cultura molto differente rispetto anche alla mia. In più, l’assenza di genere è legata alla volontà di enfatizzare gli aspetti che l’uomo e la donna hanno in comune. Per questo molti dei capi sono unisex.

 

Anche la tua palette di colori è neutra, con molti toni naturali. Perché questa scelta?

Sicuramente dipende sempre dal mio gusto personale, in più le nuance neutrali sono senza tempo. Non mi piace essere schiavo delle stagioni o di un determinato periodo o tendenza. L’utilizzo di coloranti naturali, poi, è molto importante per me.

 

Il capo Van Essche che proprio non deve mancare nell’armadio?

Sicuramente il pantalone da lavoro, che ripetiamo da diverse stagioni in tessuti diversi, compreso il denim. È una riscrittura casalinga di questo caso e abbiamo visto che funziona per molti. E poi, naturalmente, lascio la scelta ai clienti.