In cover, ApritiModa 2020, visita alla Tessitura Luigi Bevilacqua di Venezia

Per due giorni, sabato 23 e domenica 24 ottobre, brand famosi, aziende familiari, atelier, laboratori e musei aprono le porte per svelare il dietro le quinte del fashion. L’appuntamento con ApritiModa, infatti, consente di scoprire dove nascono le creazioni simbolo del made in Italy. Alla quinta edizione dalla nascita, nel 2017, e alla seconda su scala nazionale, l’iniziativa punta ora a superare le 85 location partecipanti, dopo le 70 confermate lo scorso anno.

 

Una vera e propria mappa di tesori non conosciuti che si svela al pubblico, con prenotazione obbligatoria sul sito apritimoda.it, con l’obiettivo di raccontare una delle più importanti realtà economiche del nostro Paese. Un settore forte che oggi vanta anche tantissime aziende virtuose dal punto di vista sociale e ambientale. L’edizione 2021, infatti, ha scelto di coinvolgere chi ha fatto dell’inclusione, della solidarietà e della sostenibilità la cifra del proprio progetto.

Una dipendente del progetto Quid

Storie inedite di riscatto che meritano attenzione e sostegno, come quella di Quid, impresa sociale con base ad Avesa (VR) che offre un’opportunità sicura di formazione e inserimento professionale a persone vulnerabili, soprattutto donne, che hanno combattuto e superato situazioni difficili a livello personale o sociale. Secondo Anna Fiscale, fondatrice e presidente della società, «il progetto ridisegna al femminile il mercato del lavoro, reinventando la moda etica e sostenibile». Dal 2013, continua, «le nostre collezioni promuovono l’emancipazione a livello professionale: a oggi le donne rappresentano l’84% della nostra forza lavoro, il 78% del team di gestione e il 68% del consiglio di amministrazione, e ogni giorno portiamo avanti iniziative per formare e sviluppare il loro talento e farlo rifiorire».

 

Altra presenza virtuosa è Rifò, con sede a Prato, che produce capi e accessori di alta qualità realizzati con fibre tessili 100% rigenerate. L’impresa trasforma scarti di tessuto e capi vecchi in abiti nuovi, mantenendo la qualità dei prodotti originali. «Partecipiamo con entusiasmo ad ApritiModa perché pensiamo sia giunto il momento di aumentare la trasparenza in questo settore. Le aziende dovrebbero essere sempre disposte a spalancare le porte ai clienti», dice Niccolò Cipriani, founder del progetto.

Maglioni realizzati con fibre tessili 100% rigenerate di Rifò

Non mancano poi i big del fashion, le eccellenze artigianali e le realtà a conduzione familiare che hanno raggiunto una straordinaria qualità realizzativa e una reputazione riconosciuta a livello internazionale. Come l’atelier Martina Vidal a Burano (VE), dove da quattro generazioni si tramanda l’arte del merletto veneziano. Nato come laboratorio di piccole dimensioni, oggi è un palazzo a tre piani, scrigno di un patrimonio artigianale dalle radici lontane. Ogni singolo merletto realizzato in queste stanze racconta una storia e trasmette un messaggio.

 

Sempre a Venezia ha sede la Tessitura Luigi Bevilacqua, nel cuore del sestiere Santa Croce, a due passi dal Canal Grande. Qui, dal ‘500, la famiglia mantiene viva una delle tradizioni più antiche della città. All’interno dell’edificio si ammirano i telai settecenteschi, recuperati da Luigi Bevilacqua nel 1875 con la Scuola della seta della Serenissima, gli stessi raffigurati nell’Enciclopedia di Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond d'Alembert. Si possono ammirare non solo velluti fatti a mano, ma anche broccati, damaschi, lampassi e rasi per teatri e residenze prestigiose come la Casa Bianca, il Cremlino e il Municipio di Stoccolma. 

 

Scendendo a Sud, al numero 12 di via Stella, nel Rione Sanità a Napoli, si trova il Guantificio Omega. Per entrare nel mondo della famiglia Squillace si salgono quattro piani di scale seguendo il profumo di caffè: qui l’accoglienza è quella di casa. Le porte del laboratorio si aprono mentre il ritmo è scandito dal rumore delle Singer, le vecchie macchine da cucire ancora all’opera davanti alle enormi finestre.

 

Ma è ancora lunga la lista degli indirizzi, dei mestieri e dei saperi tramandati che fanno della moda parte integrante della cultura e dell’arte contemporanea. Meglio non perdere tempo e immergersi in questo prolifico settore, eccellenza del Paese, fucina di giovani talenti.

Articolo tratto da La Freccia