In apertura Dario Fo (1978)

Foto di Nino Migliori

Un corpo che non necessita di voce per parlare, mani intente a gesticolare che accompagnano i movimenti come in una danza, rughe d’espressione che si fanno più intense quanto più sono vive le emozioni. Nel 1978, sono bastati pochi scatti a racchiudere l’impeto intellettuale dell’attore e drammaturgo Dario Fo. L’autore, Nino Migliori, sapeva esattamente quando attivare la macchina fotografica per catturare sulla pellicola l’essenza degli artisti che frequentava, presentando al pubblico frammenti della loro anima ricomposti con una nuova prospettiva. 

Alberto Sughi (1978)

Alberto Sughi (1978)

Oggi le sue opere, raccolte e conservate dalla Fondazione a lui intitolata, sono esposte nella Reggia di Colorno a Parma, nelle stanze dedicate alla mostra Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti, aperta fino al 10 aprile. Oltre a Fo, immortalato nella serie Sequenze Tv, figurano i bizzarri ritratti ambientati del pittore Alberto Sughi e dello scultore Fausto Melotti, l’opera caleidoscopica dedicata alla visual artist Luisa Valentini e le istantanee su polaroid incastrate nell’immagine Controtempo blu. In totale sono 86 le opere inedite, realizzate dagli anni ‘50 a oggi, esposte nella mostra curata da Sandro Parmiggiani

Luisa Valentini (2006)

Luisa Valentini (2006)

I pittori, gli attori e gli scultori conosciuti dal fotografo abbandonano qui l’immagine stereotipata di sé per essere presentati loro stessi come arte, emergendo da dietro le quinte per mostrarsi schiettamente al pubblico. Accettando di essere rappresentati dallo sguardo amichevole ma estroso di Migliori, i soggetti immortalati rivelano a loro volta l’anima sciamanica del fotografo.

La varietà di stile del maestro emerge dalla necessità di sperimentare, cambiare tecniche, soggetti, mezzi e si manifesta bruciando pellicole e celluloide, imprimendo immagini su carta e su vetro, moltiplicando i volti in scenari nebulosi che somigliano a visioni oniriche. Alla ricerca disperata di immagini nascoste nel reale, della luce nel buio più profondo.

 

Articolo tratto da La Freccia