In apertura: Alessandro Bazan, Wait (2020)
Non fatevi ingannare da Astratta, il titolo della mostra alla Galleria Giovanni Bonelli di Milano fino al 30 luglio: le opere di Fulvio Di Piazza e Alessandro Bazan, tra i maggiori esponenti della scuola figurativa di Palermo, hanno davvero poco di astratto se si pensa alla corrente artistica del ‘900. Il vero significato, invece, è da cercare nella radice latina del termine abstractus: trarre fuori, distaccare, in questo caso, dalla realtà. Che va osservata – è l’invito dei due artisti – con occhi inconsueti.
Di Piazza ricorre all’allegoria, ricreando nel suo lavoro più rappresentativo, Guerrilla, un mondo di esseri immaginifici in un clima ipnotico.
Fulvio Di Piazza, Guerrilla (2019), olio su tela, cm180x380
Bazan resta più legato all’immagine dell’uomo: i suoi due inediti, Volare e Wait, sono ispirati alla pandemia da Covid-19 che causa un bisogno di libertà dopo la reclusione e, allo stesso tempo, un’esigenza di attesa per ritrovarsi dopo lo smarrimento.
Alessandro Bazan, Volare (2020), olio su tela, cm190x206
L'esposizione, curata da Marco Senaldi e visitabile a ingresso libero solo su appuntamento, presenta una quindicina di opere tipiche della cifra stilistica dei due artisti che hanno raccolto l'eredità culturale di un maestro come Renato Guttuso, pur interpretandola a modo proprio, inserendo elementi che ricordano la cultura pop, in particolare legata all'arte cinematografica.
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