Le lunghe settimane della quarantena hanno fermato il tempo, stravolto abitudini e limitato libertà che prima apparivano scontate, arrestando processi sociali ed economici. Le città sono state fortemente colpite. Piazze deserte, saracinesche abbassate, vie centrali inanimate, fabbriche chiuse. Mentre la natura si è ripresa pezzi urbani e mari turistici.

 

I sindaci d’Italia si sono trovati in prima linea per far fronte all’emergenza sanitaria, alle perdite umane e, con il passar dei giorni, al blocco economico. E hanno descritto a La Freccia l’estenuante lavoro per gestire comunità e territori al tempo del coronavirus, illustrando provvedimenti e impegni per far ripartire il futuro.

 

Da nord a sud, Antonio Decaro, Chiara Appendino, Giuseppe Sala, Luigi Brugnaro, Marco Bucci, Virginio Merola, Dario Nardella, Virginia Raggi, Luigi de Magistris, Vincenzo Napoli e Giuseppe Falcomatà hanno ribadito la necessità di una collaborazione tra i vari livelli istituzionali. Con una certezza condivisa: è necessario ripensare il modello di società al quale eravamo abituati. E ripartire dall’Italia.