Pochi tacchi a rincorrersi per le strade. E tra i sanpietrini di piazza Navona sono spuntati fili d’erba. La quotidianità rarefatta della Città Eterna ha offerto nelle ultime settimane cartoline già entrate nella storia. Ma per la sua sindaca, Virginia Raggi, Roma non vede l’ora di riemergere dal silenzio. «La città è viva, i suoi abitanti non si sono mai persi d’animo e si sono rimboccati le maniche per aiutare gli altri».

 

Com’è stato il suo rapporto con i cittadini in questo periodo?

I romani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità nel seguire le regole stabilite per contenere il contagio. Ho voluto esprimere personalmente la mia vicinanza a operatori sanitari, agenti e volontari impegnati per dare assistenza ai più fragili. E ho incontrato i cittadini che hanno lanciato iniziative solidali sul territorio.

 

L’episodio che le è rimasto più impresso?

Uno dei momenti più toccanti l’ho vissuto con i volontari della Protezione Civile di Roma Capitale: li ho accompagnati mentre consegnavano la spesa a un’anziana signora che non poteva uscire di casa. Lei ci ha ringraziato a lungo e ci siamo commossi tutti, operatori compresi. Sono tante le storie di solidarietà nate durante l’emergenza che ci hanno fatto riscoprire una comunità unita. Molte le abbiamo raccolte sul sito del Comune, nella sezione Le belle abitudini: se conserveremo questo spirito quando l’emergenza sarà finita, la città sarà più forte e pronta a ripartire.

 

Cosa le resterà di questa difficile esperienza, come donna e come primo cittadino?

Essere la sindaca di Roma in questo momento e avere la possibilità di lavorare per aiutare i miei concittadini è un privilegio da onorare con risposte rapide. Penso, per esempio, ai buoni spesa che stiamo erogando velocemente anche grazie a un’innovativa applicazione per smartphone.

La sindaca di Roma Virginia Raggi

Quali iniziative pensate di attuare per agevolare la ripartenza nei vari settori? Le parole d’ordine sono gradualità e prudenza. La fase due non sarà un immediato ritorno alla normalità. Ma servono provvedimenti che consentano alle imprese e agli esercizi commerciali di riaprire senza l’assillo di costi insostenibili. Intanto, abbiamo sospeso per tutto il 2020 il pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico: costa al Comune 90 milioni di euro ma è fondamentale per aiutare bar e ristoranti con spazi e tavolini all’aperto. Tra le varie proposte sul tavolo c’è anche la creazione di una piattaforma web per le vendite online dedicata ai piccoli commercianti.

 

Che strategie state studiando per favorire il turismo nei mesi a venire?
Per ora abbiamo sospeso la tassa di soggiorno. Anche perché il comparto alberghiero ha cominciato a subire gravi colpi già a febbraio, quando il virus non era ancora arrivato a Roma. Ma sosteniamo fortemente la richiesta di misure straordinarie a supporto del turismo. Parlo di detrazioni fiscali, interventi economici per incentivare la ripresa, la costituzione di un fondo speciale per i Comuni. Stiamo anche studiando un piano per la ripartenza del settore in tutto il Paese, in sinergia con l’Enit, dato che nell’immediato si potrà operare solo su un turismo di prossimità.

 

Il primo investimento urgente?
Sulla mobilità sostenibile: metro, bus, tram, mezzi ecologici, piste ciclabili. Durante questa emergenza abbiamo toccato con mano quanto una riduzione del traffico – in alcune zone anche oltre il 90% – abbia effetti benefici sulla qualità della vita e sull’ambiente.

 

Che cosa farà non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?

Ora tutta la mia attenzione è rivolta al presente. Quando tutto questo finirà, sarà bello affacciarmi dal balcone del mio ufficio in Campidoglio e guardare di nuovo Roma piena di cittadini e turisti.

 

Non vede l’ora che la città torni a vivere?

Roma è viva anche ora. Anche se le vie della città sono deserte, il cuore dei romani batte forte. Non si sono mai persi d’animo e si sono rimboccati le maniche per aiutare gli altri. Penso ai lavoratori che garantiscono i servizi pubblici essenziali, ai medici, agli infermieri, ai commessi dei supermercati, alle forze dell’ordine, ai volontari. Una città dove tutte queste persone si sono prodigate per gli altri è una città vivissima, che ha un patrimonio su cui costruire un futuro migliore.