In cover Vergemoli (LU) © gimsan/AdobeStock

Pillole di società solidale, cittadini organizzati, paesi minuti che si rianimano e reagiscono allo spopolamento proponendosi come nuove mete di turismo sostenibile e luoghi del buon vivere. In Toscana 24 borghi stanno rinascendo grazie alle Cooperative di comunità, un modello di innovazione sociale ed economia resiliente per lo sviluppo del territorio, dove i cittadini sono artigiani-produttori e fruitori di beni e servizi. La comunità che non si arrende, unisce forze, idee e saper fare, mette in rete istituzioni e associazioni, imprese e botteghe, famiglie.

 

Grazie a un bando pubblico la Regione Toscana ha messo a disposizione un milione di euro e, nel 2019, ha selezionato e finanziato 24 progetti cooperativi, a cui il prossimo anno se ne aggiungeranno altri, che hanno innescato vere e proprie relazioni sentimentali tra gli abitanti e i propri luoghi, spesso interni, poco battuti, montani, marginali, sparsi nelle varie province. E che nel corso del 2020 hanno concretizzato progetti capaci di restaurare beni comuni dismessi, promuovere il turismo lento, accogliere in maniera economica e difendere l’ambiente con numerose iniziative culturali e la riscoperta di tradizioni locali. In un connubio mutualistico tra generazioni, nonni e nipoti, adulti e giovani, esperienze e creatività.

 

Conoscere questa costellazione solidale di cooperative permette di scoprire con lentezza e attenzione una Toscana poco nota, viaggiando dalle piccole isole alle catene montuose che ne definiscono i confini geografici, per far emergere piccole grandi comunità, tradizioni, buon cibo, paesaggi incontaminati e pratiche di cittadinanza attiva.

 

Così a Fabbriche di Vergemoli (LU), borgo medievale della Garfagnana adagiato tra due valli, ha riaperto un’ala dello storico Palazzo Roni. All’interno, una bottega per la vendita di materie prime, come legname e prodotti della filiera corta agroalimentare, e l’Ecomuseo delle Alpi Apuane.

 

Guinadi è una frazione di Pontremoli, in provincia di Massa-Carrara, nella valle dove scorre il torrente Verde, zona di fitti boschi e sottoboschi profumati, regno di castagne e funghi tanto prelibati da farne un presidio Slow Food. Qui si è puntato sul sostegno alle persone anziane che, soprattutto d’inverno, rischiano solitudine e isolamento. Ora in fase di ristrutturazione, il vecchio ufficio postale diventerà centro di servizi alla persona, palestra per la terza età, ambulatorio medico e punto di ritiro farmaci, ma anche laboratorio didattico per le scuole dove signore in pensione insegnano a cucinare i necci con farina di castagne alla maniera contadina.

Isola del Giglio (LI) © adamrowley/AdobeStock

Proporre un nuovo modello di convivenza è, invece, l’impegno del progetto nato sull’Isola del Giglio (GR) che prende il nome dall’enciclica di papa Francesco Laudato sì. Dopo aver recuperato oliveti e terreni agricoli, è stato riaperto un frantoio abbandonato e ristrutturata la cucina adibita a mensa sociale, dove preparare piatti caldi per gli abitanti più bisognosi. La cooperativa isolana ha acquistato anche una piccola barca di legno e assunto due marinai per rilanciare la pesca tradizionale e offrire pescato autoctono ai turisti estivi, facendo riscoprire ai ragazzi mestieri del passato e incentivandoli a non emigrare.

 

In provincia di Siena, a San Casciano dei Bagni, borgo etrusco che prende il nome dalle antiche terme ancora attive, tra i dolci declivi della Valdichiana e la Val d’Orcia, c’è un laboratorio che sa di caldo, natura e fa del bene all’ambiente. È F&F, un’impresa collettiva perlopiù al femminile che si inserisce nella filiera della lana ovina locale per recuperare quella cosiddetta sporca – considerata rifiuto speciale da smaltire – e trasformarla e riutilizzarla come materia di pregio. Prendono vita, così, manufatti tessili, semilavorati artigianali, coperte, borse intrecciate, paralumi e altre lavorazioni a basso impatto. Negli spazi, usati anche come coworking dove scambiarsi competenze del fare manuale, si organizzano corsi di sartoria, cucito a macchina, allestimento vetrine.

Palazzuolo sul Senio (FI) © GoneWithTheWind/AdobeStock

Nell’Alto Mugello, dopo svolte a picco su distese di coltivazioni, incuneato nel letto del fiume che lo divide a metà e lo battezza, si incontra Palazzuolo sul Senio, provincia lontana di Firenze a un passo dall’Appennino Tosco-Emiliano. D’estate attira residenze estive per l’aria fresca, d’inverno si imbianca donando ai suoi vicoli stretti e acciottolati un tono seducente. Qui è nata C.I.A Cultura Innovazione Ambiente, cooperativa fondata da un gruppo di giovani cittadini per promuovere l’aggregazione sociale e rilanciare la promozione del proprio paese mettendo insieme la gestione dei beni comuni, l’arte e la solidarietà. Dalla loro creatività nasce E50035, mini-galleria d'arte contemporanea, inaspettata e geniale, in cui sono organizzate mostre temporanee ed eventi culturali. Ricavata da una vecchia edicola chiusa e abbandonata, di recente è stata selezionata dal Trans Europe Halles, importante network europeo di centri culturali indipendenti con membri in 36 Paesi europei.

Il programma Ti Prego, invece, porta alla scoperta di luoghi di culto e architetture nascoste attraverso itinerari di approfondimento, percorsi didattici e turistici che si snodano fra chiese, costruzioni deserte e leggende popolari, accompagnati da guide del posto.

 

Scendendo in direzione sud-est, tra la Valdichiana e l’Umbria, sopra la città di Cortona (AR), spicca il Monte Ginezzo, sede di una serie di centri abitati che contano un pugno di case, tra i 900 e i mille metri d’altezza. Un pot-pourri di frazioncine difficili da trovare sulle mappe che, tutte insieme, fanno poco più di 600 abitanti, soprattutto over 65. Durante l’assemblea partecipativa che ha dato il via al consorzio di comunità, chiamato con il nome della montagna, è emersa la necessità da parte della popolazione anziana di avere un ambulatorio medico per ogni frazione e una connessione Internet. I più giovani, invece, hanno organizzato una farm lab per promuovere corsi di formazione e un incubatore di idee in ambito agricolo, paesaggistico e di promozione escursionistica. Sono stati rinnovati percorsi di trekking, messi in rete agriturismi della zona, preparati pacchetti di accoglienza lenta, diffusa e sostenibile. Con la prospettiva di creare opportunità occupazionali locali e non essere costretti a lasciare le proprie montagne e le proprie radici.

Articolo tratto da La Freccia