In cover il presepe semovente di Giacomo e Lorenzo Randazzo a Cinisi (PA)

«Te piace ʼo presepio?». La domanda che Luca Cupiello rivolge nella commedia tragicomica di Eduardo De Filippo al figlio Tommasino è ancora più lancinante nell’anno del Covid-19. Il primo Natale, speriamo anche l’ultimo, con il coronavirus trova un’umanità priva di certezze. Assomigliamo tutti ai protagonisti di Natale in casa Cupiello: incerti del futuro mentre il mondo rassicurante di ieri si sfalda sotto i nostri piedi. Ed è questo il sentimento che ha ispirato i curatori e gli allestitori dei presepi artistici esposti in chiese, santuari e luoghi simbolo della cristianità. La contemplazione di questi capolavori è un viaggio nell’arte religiosa e nella creatività popolare italiana.

 

È un Natale come mai prima quello che ci apprestiamo a vivere. Scarnificato delle sue manifestazioni esteriori più eclatanti (luminarie, mercatini, feste), da vivere piuttosto nel più ridotto raccoglimento familiare. Il presepe, più dell’albero, diventa simbolo di speranza; icona di una normalità che ci auguriamo di ritrovare quanto prima; rassicurante raffigurazione della potenza divina della vita che sconfigge le tenebre della morte; dolce ricordo di chi non c’è più.

Questo itinerario tra le Natività d’Italia non può che cominciare da piazza San Pietro, a Roma. Sotto le finestre di papa Francesco è allestito il tradizionale maxi presepe. Per questa edizione la sacra rappresentazione proviene da Castelli, in provincia di Teramo. Le statue in ceramica, a grandezza naturale, sono frutto della creatività decennale di docenti e alunni del liceo artistico F.A. Grue. Una pedana luminosa ospita l’allestimento che si potrà ammirare fino all’Epifania. A dominare la scena la Sacra famiglia con i Re Magi in adorazione, simbolo dell’universalità del messaggio cristiano. L’Angelo con le ali aperte evidenzia la protezione divina sul Salvatore del mondo e dell’umanità. L’albero di Natale è un maestoso abete rosso proveniente dalla Slovenia.

 

Gli artigiani di San Gregorio Armeno a Napoli, capitale mondiale del presepe, hanno già confezionato i protagonisti del 2020: non le star della musica, della politica o dello sport, ma medici e infermieri, i nuovi eroi al tempo della pandemia. Sono oltre 350, invece, i pezzi del presepe del Banco di Napoli custodito a Palazzo Reale. Un capolavoro realizzato tra il XVIII e il XIX secolo, ambientato in un paesaggio rupestre del ‘700. All’ombra del Vesuvio si svolge la giornata di venditori, musicanti, bottegai, macellai, maniscalchi, fabbri, giocatori di carte e mendicanti riprodotti con dettagli sorprendenti. La Natività irrompe sulle macerie di un tempio classico, evidente metafora della vittoria del vero Dio sui pagani “falsi e bugiardi”, come li definiva il poeta Virgilio sepolto a pochi chilometri dal Palazzo abitato dai Borbone e dai Savoia.

La Via dei presepi a Castel Fiorentino (FI)

PANE, SALE E CARTAPESTA

La fantasia degli artigiani si manifesta nel sapiente utilizzo di materiali legati al territorio e alle principali attività umane. Il Castello Carlo V di Lecce ospita nella Cappella di San Francesco una magnifica Natività ottocentesca di cartapesta, opera dell’artista Luigi Guacci. Nel percorso di visita si possono anche apprendere i segreti della sua lavorazione, dalla manipolazione della materia prima al prodotto finito.

 

La cristallizzazione guidata del sale ha permesso invece la realizzazione del presepe allestito da Agostino Finchi nel Museo del sale di Cervia (RA), in Emilia-Romagna. L’esposizione è allestita nei paraggi di una delle saline più grandi e produttive d’Italia. Qui il prodotto millenario del territorio diventa la materia prima per esprimere una sensazionale devozione artistica. I personaggi principali sono 15 e raggiungono i 40 centimetri d’altezza.

 

Dal sale di Romagna al pane di Sardegna. A Olmedo (SS) il presepe della chiesa romanica di Nostra Signora di Talia è tutto creato da maestri panificatori e massaie con acqua, lievito, farina e tanto olio di gomito per riprodurre la notte di Betlemme con figure di pasta bianchissima. I personaggi del presepe si avviano verso la grotta guidati dalla luce di “sa Pinnetta”, la stella cometa. I dettagli più originali sono realizzati con “sas imprentas”, speciali timbri modellanti: così si ammirano forbici, ditali e occhiali brillantissimi, merito di una speciale tecnica di lucidatura.

Il presepe della Madonnetta a Genova

PRESEPI IN MOVIMENTO

Anche se quest’anno i presepi viventi, che coinvolgevano moltissimi borghi italiani, sono vietati per scongiurare assembramenti, si possono però ammirare quelli meccanici. Quaranta motorini e sei pompe idrauliche generano ben 32 movimenti diversi dei protagonisti della Natività di Vernasca (PC).

 

Un vecchio motore elettrico ricavato da una nave in demolizione dona invece la vita ai 100 personaggi animati del presepe meccanico allestito nella parrocchia SS Annunziata di Torino. Le meravigliose statue di legno sono state realizzate dagli artigiani della Val Gardena.

 

Arti e mestieri della tradizione siciliana ispirano la rappresentazione artistica semovente di Giacomo e Lorenzo Randazzo a Cinisi (PA). In scala 1:10, sotto gli occhi di Gesù Bambino, si svolgono attività contadine ormai in via di estinzione.

 

Mentre la capanna del presepe ecologico di Castel Fiorentino (FI) s’illumina pedalando. Il paese toscano ospita una vera e propria Via dei presepi: c’è quello con i Pinocchi, dove Gesù vince le menzogne del mondo, quello con effetti speciali, dove si alternano diverse condizioni meteorologiche, o il presepe nel pozzo con effetto cascata.

NATIVITÀ TRA SANTUARI E ABBAZIE

Il santuario di Montevergine, in provincia di Avellino, ospita lavori artistici internazionali, come i curiosi presepi argentini, peruviani, giapponesi, vietnamiti ed eschimesi. Una rassegna universale della creatività ispirata dal Natale proveniente anche da Paesi in cui la religione cristiana è poco conosciuta e praticata.

 

Provengono da tutto il mondo anche le rappresentazioni ospitate dall’abbazia di Morimondo, alle porte di Milano. Il chiostro, le sale interne e le navate della chiesa consentono al pellegrino di vivere con intensità spirituale il mistero della Natività.

 

Infine, il santuario di Nostra Signora Assunta di Carbonara a Genova, detto La Madonnetta, offre agli occhi dei visitatori un presepe ambientato nell’antica città con 100 sculture lignee in costumi d’epoca. Gesù Bambino nasce tra paggi, cavalli e marinai all’ombra della Lanterna. E, se questo non dovesse bastare ad aprire i nostri cuori, al santuario si arriva con una funicolare che regala un meraviglioso panorama della città.

Articolo tratto da La Freccia