In apertura Paolo Belli © Mirko Neri/webaze.biz

Per festeggiare i 60 anni, il cantautore e showman Paolo Belli ha deciso di fare al suo pubblico un regalo speciale: La musica che ci gira intorno, nuovo album con versioni latin, swing e jazz di celebri hit che vanno dagli anni ‘60 ai ‘90. Si passa da La prima cosa bella dei Ricchi e Poveri con Nicola Di Bari a Vorrei incontrarti fra cent’anni di Ron, passando per L’anno che verrà di Lucio Dalla. Non mancano duetti prestigiosi con la cantante Arisa, l’attore Stefano Fresi e il polistrumentista cubano Juan Carlos Albelo Zamora. E poi un live tour che porta la musica di Belli e della sua Big Band a “girare intorno” per tutto lo Stivale.

Com’è nata l’idea di questo disco?

Volevo far uscire un album di inediti, rivisitando anche miei vecchi brani per le nuove generazioni. Molti ragazzi, quando vengono ai miei concerti mi chiedono meravigliati: «Ah, ma sei tu che suonavi quel pezzo?». Sto parlando di Ladri di biciclette, Sotto

questo sole, Signorina Mambo e Ho voglia di ballare. Poi però è arrivato il  lockdown.

 

E cosa ha comportato?

Ho compreso che i miei ragazzi, quelli della Big Band, si trovavano in grandissima difficoltà e non solo economica: erano psicologicamente provati. Siamo stati 30 anni in giro per il mondo e all’improvviso ci siamo dovuti fermare. Così ho pensato di fare qualcosa per tenerli impegnati, smontando e rimontando hit del nostro percorso di crescita artistica e umana.

 

In pratica come è andata?

Mandavo loro un tema su una canzone e ognuno la rivisitava come gli pareva.

 

E quando il lockdown è finito?

Sono consapevole che, senza i miei ragazzi, non sono nessuno. Non posso dimenticare che hanno mutui, figli, famiglie e vanno protetti. Così, quando sono andato in studio, invece di registrare inediti ho deciso avremmo lavorato su questo disco. Forse è stato qualcuno dall’alto che ci ha lanciato quest’idea. L’album di pezzi nuovi e storici è quasi finito, ma nel cassetto ho già altri due progetti pronti.

 

L’estate sarà a tutto live, quindi.

Mi preme rispettare la musica e il pubblico. Sono 33 anni che mi permettono di fare il mestiere più bello del mondo. Ci sono genitori che portano i figli ai miei concerti per farli appassionare. Realizzeremo anche un vinile perché penso che la gente si sia stancata di ascoltare il suono solo su un determinato tipo di prodotto: con questo supporto è tutta un’altra cosa.

 

Non vai a Sanremo dal 2009...

Non ti nascondo che mi piacerebbe, ma solo con il pezzo giusto. Anzi, lancio una richiesta ai lettori di FSNews e della Freccia: se qualcuno ha un progetto di inedito se ne può parlare.

 

Sono anni che affianchi Milly Carlucci nel programma cult di Rai1 Ballando con le stelle. C’è un progetto che ti piacerebbe portare in tv?

Sì, vorrei fare uno show con persone che, nella vita, si sono riscattate. Sempre con un tono leggero e con tanta musica.

 

Ti rivedi in questo tipo di persone?

Ho passato momenti duri. Gianni Morandi mi ha detto una cosa che ho fatto mia: ho avuto la fortuna di avere successo e poi di ritornare ad averlo. Non mi sono lasciato andare e mi sono rimesso a studiare. Anche perché nella carriera mi sono sempre rapportato con artisti preparatissimi come Milly Carlucci, Carlo Conti, Raffaella Carrà, Giorgia.

 

Il momento più duro?

Quando ho lasciato i Ladri di biciclette, al primo posto in classifica, per seguire il sogno dello swing con la grande orchestra. Il telefono non squillava più, ma la mia fortuna è stata il passaparola. È venuto a vedermi Giorgio Panariello, che poi mi ha chiamato nel cast fisso del varietà Torno sabato.

 

Ti piace prendere il treno?

Ho il privilegio di avere la stazione di Carpi, nel modenese, proprio davanti casa. L’Alta Velocità si ferma anche qui. Prendo il Frecciarossa delle 6:31 verso Roma e torno con quello delle 19:25. In carrozza mi coccolano, sanno già che tipo di caffè voglio. Io salgo, mi metto sul web e ascolto la musica. Sono diventato amico di tutti i capitreno. Viaggiare è uno dei motivi per cui ho cominciato questo lavoro. Non mi interessa dove arrivo, l’importante è il percorso. Anche mia moglie la vede come me e spesso partiamo senza una meta precisa insieme ai nostri cani e ci fermiamo solo dove li accettano.

 

Il tuo viaggio personale, invece, come ti fa sentire?

L’uomo più fortunato del mondo.

Articolo tratto da La Freccia