Quanto è difficile stabilire una giusta sintonia con il nostro pianeta? Ce lo spiega la divulgatrice scientifica Barbara Gallavotti, autrice da oltre 20 anni dei programmi Rai Superquark e Ulisse, oltre che ospite fissa a DiMartedì su La7. La biologa ha da poco pubblicato il libro Confini invisibili e si prepara per il nuovo programma Quinta dimensione, da marzo in prima serata su Rai3.

 

Qual è il tema di Confini invisibili?

Cerco di capire come ci ha cambiato questa epidemia, partendo dalla consapevolezza che non siamo soli sulla Terra: ci sono creature visibili e invisibili da cui dobbiamo vivere, in qualche modo, separati. Occasionalmente, i confini vengono violati e ci troviamo di fronte alcuni nemici che dobbiamo imparare a conoscere. Provo a spiegare i punti in comune con le epidemie del passato e l’unicità di quella che stiamo vivendo.

 

Quale sarebbe?

Affrontare l’agente infettivo non solo con le forze del nostro sistema immunitario, ma con l’aiuto della ricerca scientifica: un’arma enorme rispetto al passato.

 

Cosa è successo quando è mancato questo sostegno?

Nella metà del 1600, a Londra, arrivò la peste. Le autorità ordinarono di uccidere cani e gatti pensando fossero un veicolo del male. Ma la malattia era causata dalle pulci dei topi ed eliminando i felini i roditori proliferavano. Le conoscenze degli ultimi due secoli ci hanno dato un vantaggio mai avuto nel contrastare le malattie infettive.

 

Tirando le somme, cosa emerge dal libro?

Siamo parte di un unico grande ecosistema che deve essere in salute. E i confini invisibili vanno rispettati.

 

Quando durerà la pandemia secondo lei?

L’augurio è che i vaccini e l’esposizione a livelli non pericolosi del virus, rendano il nostro sistema immunitario sempre più preparato. In tre anni, poi, c’è stato un avanzamento tecnologico velocissimo: speriamo di coglierne i frutti su altri fronti. Il Covid-19 ce lo lasceremo dietro presto, ne sono convinta. E i farmaci a RNA, il cui studio è iniziato decenni fa, potranno aiutare anche per la cura dei tumori.

 

Qual è la Quinta dimensione che vedremo a marzo su Rai3?

Quella della conoscenza, capacità umana di guardare la natura e indagarla. Raccontiamo le frontiere della ricerca collegandole agli eventi storici.

 

Cosa dobbiamo aspettarci?

Il filo rosso della tramissione è il ruolo dell’essere umano e la necessità di mantenersi in buona e corretta armonia con l’ambiente. Parleremo di microbi, del Dna che ci rende unici ma anche del desiderio di mantenersi giovani, senza dimenticare la sostenibilità e le esigenze dell’unico pianeta che sappiamo di poter abitare.

Articolo tratto da La Freccia