Foto Alberto Franzò

In una stanzetta di via Asiago 10 c’è un via vai di autori, maestranze, redattori. La produzione di Viva Rai2! è un work in progress continuo. E Fiorello è un vulcano di idee e battute. Ci dà il benvenuto ricordando l’ultima cover a lui dedicata, dove campeggiava una foto con la sua faccia sorpresa che, per volontà dello stesso artista, era stata scelta per strappare un sorriso a tutti i clienti Trenitalia che si fossero seduti sopra il magazine. Lo showman interrompe il brainstorming per dedicarsi all’intervista e ci anticipa: «Dopo la chiacchierata con voi scappo a Roma Termini, dove mi aspetta un Frecciarossa per Venezia Mestre. Mia moglie ha parenti lì».

Partiamo proprio da lei, visto che marzo è il mese dedicato alle donne. Che rapporto avete?

Senza mia moglie non riuscirei a reggere tutto: è quella che mi dà la pacca sulla spalla, ma mi mette in riga quando serve. Grazie a lei la mia vita è cambiata. E comunque in casa sono attorniato da donne, la quota maschia è rappresentata da me, il cane e il gatto. Non voglio essere populista, ma le donne hanno una marcia in più rispetto a noi uomini. Mia madre, che ha 88 anni, è ancora il punto di riferimento di noi figli.

Che cosa pensi della situazione femminile più in generale, invece?

Sono stati raggiunti molti traguardi importanti, ma non è sufficiente. Esiste ancora una certa disparità, anche a livello economico. Non capisco perché una donna debba guadagnare meno di un uomo. C’è ancora molto da fare, ma pare che siamo sulla buona strada.

Infatti per la prima volta in Italia, a ricoprire la carica di presidente del Consiglio c’è una donna: Giorgia Meloni.

Sì, vero. Tra l’altro, quando studiava, è stata la baby sitter di mia figlia Olivia. Era bravissima, oltre che richiestissima dalle mamme: tutti la volevano. Ricordo che era una perfetta organizzatrice e mia figlia diceva che non la faceva giocare con le Barbie, ma preferiva farle occupare il tempo con i Lego, le costruzioni.

Arriviamo al successo di Viva Rai2! che conduci con l’aiuto di Fabrizio Biggio e Mauro Casciari. Qual è il tuo segreto per catturare, ogni volta, l’attenzione del pubblico?

Probabilmente una delle peculiarità che funzionano di più in questo show è non avere segmenti lunghi. In un tempo piccolo, come dicevano i Tiromancino, vengono racchiuse tante cose: gag, filmati, balletti, servizi, inchieste, canzoni. Secondo me questa velocità fa in modo che nessuno si annoi: se c'è qualcosa che non piace almeno finisce subito.

Da cosa è stata dettata questa scelta?

Dal fatto che, negli ultimi dieci anni, tutto si è accorciato.

Effettivamente, molto è cambiato da quando, oltre 20 anni fa, facevi i tuoi monologhi del sabato sera in Stasera pago io

Portavo in tv monologhi di quasi un quarto d’ora e se arrivava un ospite stava con me anche 20 minuti. Adesso è improponibile.

Però questa velocità è il motivo per cui i tuoi programmi vengono seguiti dai millennial.

Sì, i giovani sono abituati ai contenuti brevi che guardano su twitter, instagram,

tiktok, twitch.

Quando devi cominciare un nuovo format, qual è l’ostacolo più difficile da affrontare?

Sono io (ride, ndr).

In che senso?

Perché non ci credo mai, penso sempre che non andrà bene. Durante la prima conferenza stampa di Viva Rai2! immaginavo il 4% di share come punta massima. Dissi che, se avessi raggiunto quel traguardo, sarei diventato amministratore delegato della Rai.

Visto che hai sfiorato il 20% cosa sei diventato?

Dovrei essere proprietario della tv pubblica. (ride, ndr). A parte gli scherzi, nonostante i bei risultati, non sono mai contento. Nella mia testa penso già a quello che farò lunedì: la mia vita è un’ansia continua.

Anche Viva Rai2!... Viva Sanremo!, andato in onda dopo il festival, ha superato il 60% di share.

Eh, ma lì avevo l’appoggio della manifestazione. Con il canonico Viva Rai2!, invece, fino a poco fa, come traino c’era il telefilm La grande vallata. Adesso mi auto-lancio con Viva Asiago 10!, un programma in cui cerchiamo di far vivere lo spazio dalle 7 alle 7:15 riprendendo tutto quello che accade: da quando arrivo in Vespa a quando faccio colazione. E lì è tutto un via vai di personaggi.

Ah sì?

Stamattina, per esempio, ho incontrato una troupe televisiva, un signore vestito come nell‘800 e un fan della foca monaca che mi parlava di questo mammifero mentre facevo colazione. E poi c’era un certo signor Picone che, con una chitarrina, si è messo a cantare: «Se bruciasse la città, da te, da te, con un volo low cost io arriverei». Gli ho chiesto cosa fosse quel brano e mi ha risposto: «Una canzone di Massimo Ryanair» (ride, ndr). Il vero bar di Guerre Stellari è quello in via Montello 12, dove la mattina prendo cornetto e cappuccino. Tutto quello che accade viene ripreso e strutturato in una specie di live, con contenuti totalmente differenti da ciò che si vede nel glass box di Viva Rai2!.

Hai un po’ sviato sul discorso sanremese: quest’anno, tra l'altro, la kermesse è stata zeppa di polemiche…

A Sanremo le discussioni ci vogliono, ma senza esagerazioni. Indagare Blanco per aver distrutto le fioriere mi sembra un po’ troppo: prima di lui sai quanti ne dovrebbero arrestare? Il musicista un po’ maledetto ci sta.

Qualche giorno fa hai ospitato Amadeus e hai confermato la tua presenza sul palco dell'Ariston nel 2024. Alla fine in un modo o nell'altro torni a Sanremo.

Penso che il prossimo anno andrò solo all'ultimo, a riprendermi Amadeus dopo il suo quinto festival. Giusto cinque minuti, a vincitore proclamato (ride, ndr). Quest’anno non avrei dovuto far parte della macchina legata a Sanremo, ma il colpo di coda è successo il venerdì prima dell’inizio della kermesse. Amadeus è un mio caro amico e temevo di non riuscire a vedere il programma perché Viva Rai2! comincia la mattina presto. Così mia moglie ha consigliato di spostare la messa in onda subito dopo il festival, unicamente nella settimana della manifestazione, mandando in onda le repliche al mattino. Per tutti è stata una bella idea. E quindi abbiamo seguito Sanremo in una maniera diversa: se fosse stata creata a tavolino non sarebbe mai potuta andare così.

E finalmente è tornato il dopofestival.

Era uno show dopo la kermesse. Un’idea che ha cambiato e rivoluzionato il classico dopofestival. Qualche mese prima, mi era stato proposto di farlo da Sanremo, ma sarebbe diventato una costola della rassegna. Invece la distanza ha fatto sì che si trasformasse in un’altra cosa. E comunque, anche se eravamo a Roma, la sensazione

era di stare nella Città dei fiori: abbiamo lavorato in pieno mood sanremese. Questo esperimento ci ha fatto venire voglia di fare alcuni speciali in seconda serata. Vedremo...

Con il tuo programma sei diventato anche un talent scout…

Ma no, io non vado a cercare talenti: sono loro che si presentano e vogliono stuzzicare la mia curiosità. I Gemelli di Guidonia vennero all’Edicola Fiore alle 5 del mattino cantando un medley dei Bee Gees o dei Beatles ed erano intonatissimi. A quei tempi conobbi pure Dedò. Poi ci sono Serena Ionta, che faceva lezioni di ukulele su Instagram. E Gabriele Vagnato, che mi colpì per l’accento meridionale e la voce strana in un programma di beneficenza con Fedez su Italia 1. Chiamai Federico e lui e mi disse che aveva cinque milioni di follower su tiktok. Diciamo che mi piace il talento, come quello di Biggio. Avevamo improvvisato qualche tempo fa, in diretta, su Radio2. Così, quando ho messo insieme la squadra di Viva Rai2!, ho pensato a lui. Un personaggio che i trentenni amano: quando lo incontrano gli fanno grandissime feste perché ricordano il successo dei Soliti idioti.

C’è qualcosa che ancora ti manca e vorresti fare?

La classica seconda serata. Viva Rai2! potrebbe essere destinato a quella fascia oraria. Vorrei testarlo più avanti senza il traino di Sanremo.

Cosa rispondi a chi dice che il tuo programma è troppo simile a Edicola Fiore?

Entrambi hanno una struttura, che sono le notizie, ma come contenuti e messa in scena siamo cresciuti tantissimo, siamo proprio a livello di prima serata. In Edicola Fiore entrava chiunque e c’era un po’ di caciara, mentre in Viva Rai2! è tutto più pulito e organizzato. Abbiamo alzato il tiro e i risultati si vedono.

In autunno ci sarà una seconda edizione?

È presto per dirlo, ma se la faremo sarà a ottobre inoltrato. Ora è davvero presto per pensarci.

Il pubblico ti apprezza sempre tantissimo: tirando le somme, cosa vorresti dire?

Non programmo niente, tutto quello che faccio è figlio di un’improvvisazione. La scelta di Rai2 è stata vincente: ha fatto in modo che la mia testa fosse più libera e così è stato. Ma ora ti devo salutare: scappo a prendere il treno.