Una cantautrice di talento, con tante corde al suo arco e la capacità di rendere appetibili a tutti musicalità complesse anche grazie a brani come Egocentrica e La felicità. Simona Molinari è un fiore prezioso. Sarà per questo che il nuovo album si intitola Petali. L’inedito che ha anticipato l’uscita del progetto è Lei balla sola: con un’atmosfera un po’ sognante, ci trasporta nel nuovo corso della carriera dell’artista napoletana ma aquilana d’adozione.
Ritorni dopo un lungo silenzio discografico. Come ti senti?
Sono contenta e non vedo l’ora. Abbiamo lavorato a questo album con una nuova squadra di persone, cercando di tirare fuori il massimo dell’autenticità che avevo dentro.
Perché hai fatto passare tanto tempo?
Mi sono dedicata alla vita reale, prima ero proiettata sul lato artistico. Fuori dal palcoscenico ero in cerca di un personaggio da interpretare. Poi è arrivata la maternità e il mio vecchio entourage mi aveva lasciato intuire che, forse, l’essere diventata mamma creasse meno appeal. Questa cosa mi ha demoralizzata, facendomi allontanare dalla discografia.
Quanto ha influito l’essere madre in questo album?
Tanto. Sono cambiata come donna, attraverso un’evoluzione che mi ha portata ad abbandonare le maschere. È come se, insieme a mia figlia, fossi rinata anche io, completamente. Non avevo più bisogno di nascondermi dietro un’ostentata femminilità o quello che la gente voleva.
Il cambiamento è evidente anche nel disco…
Per molto tempo la mia missione è stata quella di rendere popolare il jazz attraverso swing ed elettronica: era una missione. Adesso non mi lego più a un genere, ma racconto un tratto di strada. Complici l’età e le prese di coscienza degli ultimi anni, in cui è cambiato anche il mondo.
Lei balla sola è una metafora del tuo cambiamento?
Sì, di un’evoluzione come donna. Noi, quando cresciamo, non veniamo più trattate come persone, ma come donne. Lo sguardo che il mondo aveva su di me condizionava le mie risposte e aumentava insicurezze e paure. Temevo di essere presa meno in considerazione come artista e cantautrice: era più importante che fossi una donna. Nella canzone, la protagonista decide di essere libera, di viaggiare, di diventare una clochard, di avere un proprio sguardo sul mondo con meraviglia e stupore.
L’8 aprile è partito Petali in tour - Teatri e dintorni e le due date al Blue Note di Milano sono andate sold out.
Il suono è cambiato: porto sul palco il mio presente e il mio passato musicale, di cui vado altamente fiera.
Come affronti questa avventura?
Come una donna che non ha più paura di mostrarsi.
Articolo tratto da La Freccia
Intervista a Ivana Jelinic, amministratrice delegata di Enit
28 febbraio 2024
La donna senza fissa dimora scomparsa nel 1983
02 febbraio 2024