In cover e all'interno, La Rappresentante Di Lista © Gabriele Giussani

I veri vincitori di Sanremo? Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, deus ex machina della queer pop-band La Rappresentante di Lista. La loro travolgente hit Ciao Ciao ha fatto ballare tutto l’Ariston, valicando i confini tv per trasformarsi in un vero e proprio tormentone. Suonatissima in radio, ha ottenuto oltre 14 milioni di stream ed è fissa nella top ten di Spotify delle nuove uscite discografiche a livello globale, oltre a essere viralissima sui vari social, TikTok intesta. Dopo l’esperienza festivaliera, il gruppo ha sfornato il repack dell’album My Mamma con il pezzo presentato alla kermesse e la cover di Be my baby delle Ronettes. È proprio il caso di parlare del vorticoso successo che li vede protagonisti.

Ascolta l'intervista a La Rappresentante Di Lista

Tiriamo le somme su questo Sanremo?

[DM] Un’esperienza unica. Avendo già partecipato lo scorso anno, abbiamo preso le misure e ci siamo goduti tutto: dal palco al lavoro con il team fino alle interviste. Ciao Ciao richiede un approccio energico e impattante.

L’avete scritta pensando subito all’Ariston?

[DM] Il nostro pallino, tra il momento della scrittura e quello più potente dei live, è fissare le sensazioni raccolte durante i concerti. Ci siamo chiusi in studio con la band, che ci supportava dal punto di vista ritmico e musicale. Sono nati diversi inediti, tra cui Ciao Ciao. L’idea era di inserire il brano nel prossimo lavoro, ma siamo i primi a gasarci per le cose che facciamo: abbiamo mandato il demo ai nostri discografici, il pezzo funzionava e il resto è storia.

Non avete pensato di cantarlo in duetto, magari con Donatella Rettore, visto che la scorsa edizione era con voi nella serata delle cover?

[VL] Non abbiamo ancora aperto questo canale.

[DM] Il mondo della musica è pieno di featuring, noi portiamo avanti il nostro percorso.

Vi aspettavate di vincere?

[VL] Sognare è gratis: anche se non volevamo concentrarci solo sulla competizione e la classifica, un po’ ci abbiamo pensato. Io puntavo molto sul fatto che da anni non vinceva una voce femminile. Resta la soddisfazione per il brano e i suoi significati, il divertimento vissuto e la trasformazione con costumi e trucco. Oltre al fatto di aver potuto dar voce a determinati temi.

 

Si nota un grosso studio dietro alle vostre performance.

[DM] Quello già lo facciamo per i nostri tour, figuriamoci per Sanremo. Abbiamo studiato la coreografia con Thomas Signorelli e Gianmarco Capogna. Dopo Amare, portata lo scorso anno, volevamo mostrare un’altra faccia. E invogliare il pubblico a venire ai concerti.

Tra gli endorsement ricevuti c’è stato addirittura quello di Paolo Sorrentino: ha modificato il finale di È stata la mano di Dio sulle note di Ciao Ciao.

[DM] Mamma mia! Cosa possiamo dire? Ci ha scritto un messaggio e gli abbiamo risposto che eravamo senza parole.

Da dove nasce l’idea di mettere in musica la fine del mondo?

[DM] Filosoficamente parlando era presente nel nostro romanzo Mai mamma. Abbiamo preso consapevolezza della situazione attuale e, durante i giorni della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ci siamo fatti diverse domande sull’ecocidio in atto. Siamo scesi in piazza con i ragazzi di Friday For Future e abbiamo anche stretto la mano all’attivista Greta Thunberg. Nel brano volevamo dare risalto a una problematica esistente: un modo poetico per raccontare, in maniera iperbolica, quello che stiamo vivendo come umanità.

Come prosegue il vostro viaggio?

[VL] Mi auguro continueremo a trasformarci, scoprendo possibilità altre per la nostra musica. Questa condizione di laboratorio, di progetto in crescita, mi entusiasma: ci sono in ballo inediti, appuntamenti estivi e un tour a novembre. Proseguiamo con passione, tenendoci strette le cose scoperte lungo questo percorso. Ci sarà da divertirsi.

Articolo tratto da La Freccia