In cover, Senhit © Fabrizio Cestari

Bolognese, di origini eritree, spopola all’estero e si prepara a rappresentare la Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest 2021. Senhit parteciperà con il brano Adrenalina al concorso canoro previsto a Rotterdam, dal 18 al 22 maggio, dove i Måneskin – vincitori dell’ultimo Festival di Sanremo – saranno in gara per l’Italia.

 

Dopo un curriculum nei musical all over the world, la cantante ha iniziato a collaborare con producer come Brian Higgins e Benny Benassi e, forte di performance internazionali che l’hanno portata da Los Angeles a Londra, arriva sul palco dell’evento musicale più camp in circolazione. Motivo per il quale, in questo periodo, è abbonata al treno: «Ne prendo tantissimi per andare e tornare da Roma, dove mi sto preparando per la manifestazione».

 

L’anno scorso dovevi partecipare all’Eurovision 2020 con Freaky, poi l’evento è stato cancellato a causa della pandemia. Quest’anno come si sta muovendo l’organizzazione?

Dovrebbe essere tutto confermato anche se le cose potrebbero cambiare. Per ora sono previsti gli artisti in presenza.

 

Cosa succederà on stage?

Stiamo allestendo una super scenografia, con coreografie ed effetti speciali, e speriamo possa intervenire anche il rapper statunitense Flo Rida, con il quale duetto nel brano Adrenalina. Poi ho l’onore di avere con me quel genio di Luca Tommassini che cura la direzione creativa e artistica. Stiamo facendo cose molto divertenti.

 

Come vi siete incontrati?

Nel 2019, quando ho cantato Dark Room, il mio primo brano in italiano. Chiesi al manager di allora di trovare un regista che mantenesse un sapore internazionale per il video e Luca sposò la causa. Da lì è nata una collaborazione professionale e un bellissimo rapporto umano. Lui non aveva mai realizzato nulla per l’Eurovision, l’ho coinvolto in questa avventura e per l’edizione 2021 si è inventato il Freaky trip to Rotterdam: un viaggio virtuale attraverso una carrellata di omaggi alle hit più famose dell’evento musicale.

Sta funzionando?

Sì, è un modo per far conoscere i successi del contest a chi non l’ha mai visto prima. Il pubblico sta apprezzando queste nostre piccole opere d’arte. Mi auguro di continuare con Luca: con lui sono cresciuta tantissimo.

 

Come ci si sente, da italiana, a rappresentare un altro Stato?

A San Marino sono molto legata. E i suoi abitanti sanno essere un buon supporto. Li ho già rappresentati dieci anni fa con la canzone Stand by e quest’anno ritento: la speranza è accedere alla finale. Sono consapevole di avere a che fare con super colossi della musica, ma io ci provo lo stesso.

 

Tra l’altro, da scaletta, sarai la prima a esibirti.

Sì, quando l’ho saputo non ci ho dormito la notte. Emotivamente aprire le danze mi spaventa un po’, ma parto col botto: mi tolgo il dente subito e non ci penso più.

 

Come mai, nonostante la carriera internazionale, in Italia fatichi a importi?

Ho smesso di chiedermelo perché stava diventando una malattia. Bologna è la mia Itaca e mi piace questa dimensione. Anche se ho sempre avuto un team eccezionale, l’Italia pare più restia al nuovo. All’Eurovision spero di smuovere un po’ gli animi. Poi, da regolamento, un Paese non può votare per se stesso: così mi auguro che l’Italia aiuti i suoi vicini di casa sanmarinesi. La prima volta in cui ho partecipato al concorso, nel 2011, mi si sono aperte le porte del mercato internazionale. Ma mi rimane la voglia di fare qualcosa nel mio Paese: spero che prima o poi succeda. Altrimenti continuerò a esibirmi all’estero dove se canti bene, hai un buon repertorio e bei contenuti ti danno spazio.

 

Quando la pandemia tirerà il freno, dove vorresti andare?

Ho deciso che viaggerò come una pazza: da New York, che mi manca tantissimo, a Bali. Ma per cominciare mi piacerebbe andare in treno a Venezia, che amo molto.

Articolo tratto da La Freccia