Foto di apertura Piazza De Ferrari, Genova

Un cielo e un mare limpidi come rare volte accade, la primavera che trionfa nei giardini e sulle colline, le spiagge e i vicoli deserti, qualche sdraio sull’uscio di casa. Sarebbe un paradiso se non fosse che Genova, come l’Italia tutta, mostra a denti stretti tutta la sua bellezza nelle dure settimane della battaglia che sta modificando brutalmente le nostre vite. «Mi manca la colazione con i cittadini, cominciavamo la giornata in un bar gustando una focaccia e bevendo un caffè, confrontandoci su problemi, idee e opportunità», racconta il sindaco Marco Bucci.

 

Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in questo periodo particolare?

Le strade deserte. Un’immagine forte, dura da vivere, ma che allo stesso tempo ha dimostrato ancora una volta la tenacia e la forza dei genovesi. Una situazione che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare. La nostra è una città che vive anche di turismo e vede tutti giorni migliaia di persone godersi il centro storico, le vie dello shopping, i palazzi storici.

 

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?

Spesso parliamo di rivoluzione digitale e oggi abbiamo capito quanto la nostra tecnologia sia fondamentale. Tutti abbiamo usato con più frequenza videochiamate, e-mail, applicazioni di messaggistica, e trasferito il nostro ufficio a casa. Lo smart working ha dimostrato che possiamo mandare avanti uffici, aziende e pubblica amministrazione rimanendo nelle nostre abitazioni. Questo comporta benefici anche dal punto di vista ambientale, perché diminuiscono gli spostamenti con mezzi pubblici e privati a beneficio della qualità dell’aria. E, inoltre, facilita l’assunzione di risorse lontane dalla sede centrale. 

Come si è evoluto il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?

È sempre stato diretto e quotidiano. Prima dell’emergenza mi piaceva fermarmi a discutere con loro per strada e a cadenza fissa giravo per la città per la Colazione con il Sindaco: cominciavamo la giornata in un bar gustando la nostra focaccia, bevendo un caffè e confrontandoci su problemi, idee e opportunità. In questo periodo di distanziamento sociale non è possibile, ma il nostro rapporto si è spostato dalle vie di Genova alle vie dei social e di tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Ogni giorno, come succedeva anche prima del coronavirus, ricevo centinaia di e-mail, alle quali rispondo personalmente. Sono fondamentali per capire le esigenze effettive delle persone. Ma non vedo l’ora di tornare a confrontarmi con loro direttamente.

 

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e primo cittadino?

La dimostrazione di rappresentare una città che ancora una volta ha dimostrato di essere forte, tenace, solidale, e di questo vado davvero molto fiero. Ma certamente resterà, purtroppo, il gran numero di vittime che il Covid-19 ha fatto in questi mesi. A loro e a tutte le famiglie va il mio pensiero ed è anche per loro che dobbiamo lottare per tornare alla normalità.

 

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare la ripartenza nei vari settori?

Come Comune di Genova ci siamo immediatamente attivati per aiutare i cittadini sospendendo la Tari fino al 30 settembre e per supportare le attività commerciali bloccando la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Per le famiglie sono stati prorogati i termini per i pagamenti delle mense scolastiche, rimodulando anche la tariffazione del servizio, commisurandola ai giorni di effettiva apertura. Ma si dovrà fare ancora di più e il Governo ci dovrà aiutare. Come Anci abbiamo chiesto cinque miliardi di euro per poter garantire liquidità ai Comuni e solidità ai bilanci. Per far ripartire il motore dell’Italia ci vogliono scelte omogenee per tutte le regioni e le città.

 

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire il turismo nei mesi a venire?

Ci sarà un incremento dell’afflusso interno, avremo molti meno arrivi dall’estero. Stiamo predisponendo protocolli che possano garantire la fruibilità delle spiagge e degli stabilimenti balneari in piena sicurezza. In molti sfrutteranno la possibilità di fare le vacanze in barca, un mezzo che garantisce maggiore sicurezza e isolamento. Siamo partiti con largo anticipo e non ci faremo trovare impreparati.

 

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?

Sono un appassionato di vela e spero di tornare presto a godere del vento, delle onde e dei panorami che solo Genova e la Liguria sanno regalare.

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