Foto di apertura, Solarium Santa Teresa, Salerno © Massimo Pica

Salerno riparte dopo il coronavirus. Il sindaco Vincenzo Napoli ricorda i delfini a pochi metri dalla costa, ma anche il dolore per le piazze e le strade vuote. La città punta sull’eredità della Scuola Medica Salernitana per ricominciare ad accogliere i visitatori da tutto il mondo.

 

Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso in questo periodo particolare?

Ho vissuto la città deserta e silenziosa, di giorno e di notte, come mai avrei potuto immaginarla. Una sera durante un giro di perlustrazione mi sono commosso profondamente guardando piazza Flavio Gioia, nel centro storico, a quell’ora abitualmente piena di gente con locali, musica e allegria, adesso immersa in un silenzio spettrale. Ho pensato alle attività chiuse, alle persone in casa. È stato davvero duro scuotersi dalla tristezza. Ci sono state, poi, anche esperienze straordinarie come l’avvistamento di delfini a pochi metri dalla costa.

 

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?

Anzitutto il dolore per le vittime e la sofferenza per gli ammalati. Una ferita che continuerà a sanguinare. Credo che tutti abbiano rivalutato le proprie priorità personali e sociali scoprendo valori forse dimenticati nella frenesia della giornata, quando gli impegni finivano per travolgerci. Dal punto di vista pratico, il telelavoro sperimentato con buoni risultati potrà ridurre in futuro gli spostamenti urbani, abbassando i fattori d’inquinamento acustico e ambientale. La lunga quarantena ci farà apprezzare ancora di più cose che davamo per scontate, come una passeggiata in riva al mare o in un parco cittadino, un caffè con gli amici, la partecipazione a uno spettacolo o a un evento.

 

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?

È stato sempre molto intenso. Un filo diretto quotidiano per fornire costantemente informazioni sulle restrizioni e i comportamenti da tenere, gli aiuti e i sostegni disponibili, l’andamento della pandemia. Abbiamo cercato di mantenere sempre vivo il senso comunitario, l’orgoglio dell’appartenenza, il dovere della responsabilità, per contribuire tutti e ciascuno a superare questa terribile prova. E abbiamo avuto straordinarie dimostrazioni di solidarietà.

Vincenzo Napoli © Massimo Pica

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e primo cittadino?

È una valutazione che potremo fare compiutamente quando questa terribile emergenza sarà definitivamente alle nostre spalle. Ci attende una fase difficile dopo quella del lockdown, in cui dovremo prendere mille decisioni per garantire la sicurezza e la ripresa economica e sociale. Sarà durissima e ci vorrà lo stesso spirito che ha animato la comunità durante la prima fase. Salerno ha dato prova di disciplina nel rispetto delle restrizioni, di efficienza nella rete dei servizi d’informazione e aiuto, di eccellenza nelle attività di cura grazie anche al sostegno del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. La città e i suoi abitanti hanno dato una grande prova di maturità civile.

 

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare la ripartenza nei vari settori della vita cittadina? E quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire il turismo nei mesi a venire?

La ripresa sarà lunga, complessa, irta di difficoltà. Ci attendono mesi di grande lavoro da svolgere sotto stretto controllo sanitario. Intendiamo puntare sulle eccellenze che hanno fatto conoscere Salerno in tutto il mondo. Siamo la città della famosa Scuola Medica i cui principi alimentari, ecologici e comportamentali costituiscono ancora una ricetta di lunga vita e saranno molto richiesti dai viaggiatori post Covid-19. In una prima fase avremo soprattutto flussi di prossimità, sperando che con il passare dei mesi si possa ricominciare – grazie anche alle Frecce – ad accogliere turisti e visitatori dal resto d’Italia e del mondo. I nostri attrattori principali saranno sempre l’ambiente, il patrimonio storico e artistico, l’enogastronomia e l’artigianato, la cultura e gli eventi come Luci d’Artista. Sfrutteremo ancor di più la nostra centralità rispetto a Paestum, Pompei, Cilento e Costa d’Amalfi.

 

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?

Vorrei andare con tutti i miei cittadini a Salifornia – così abbiamo ribattezzato la nostra amata spiaggia di Santa Teresa – e prendere un aperitivo mentre gustiamo le delizie locali, ascoltando la musica del nostro Teatro Municipale Giuseppe Verdi.