Photo Stefano Colarieti/LaPresse
Voce squillante, parole fitte e veloci che non nascondono il momento di grande creatività nella casa romana, dove, in quarantena, sta lavorando al suo ultimo progetto editoriale. Chiara Francini, attrice e scrittrice, con all’attivo tanto teatro, decine di film e fiction molto popolari, tra cui Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee, e l’interpretazione di molti personaggi pop tra cui Bea e Perla nelle serie tv Tutti pazzi per amore e Non dirlo al mio capo.
Negli ultimi tre anni si è dedicata con impegno alla scrittura e pubblicato tre romanzi di successo, uno dietro l’altro. L’ultimo Un anno felice (ed. Rizzoli) è ambientato nella sua amata Firenze, città dove è nata e ha studiato. «Mi piace vivere a Roma ma il mio cuore sarà sempre fiorentino», racconta l’autrice con quell’inconfondibile e adorabile lettera c.
Come stai trascorrendo questo periodo chiusa in casa?
È un gran momento di pensiero e creazione. Leggo molto, ma soprattutto sto scrivendo il mio quarto libro. Avevo già programmato di sospendere la tournée teatrale per dedicarmi a questo nuovo impegno. È un’attività che mi rende molto vitale, nonostante l’isolamento, perché faccio tante ricerche che mi portano lontano con la testa. Evado e raggiungo mondi lontanissimi nello spazio e nel tempo, pur rimanendo in una stanza. Per me è una fase di grande energia anche se a volte, in questa dilatazione temporale, mi sembra di dover afferrare l’acqua con le mani. Insomma produco, rifletto e girovago con il pensiero, visitando posti nuovi con l’immaginazione.
Come ti sei organizzata la giornata di lavoro?
Mi definisco disarmonica prestabilita e rigida anarchica, e così sono anche quando scrivo. Come diceva il grande Edoardo De Filippo, quando hai l’inizio e la fine di un romanzo hai già tutto. Ho ben chiaro cosa raccontare ma a volte mi faccio prendere e incuriosire da un sentiero narrativo e mi ci inoltro fin troppo a lungo.
Se pensi a quando torneremo a viaggiare, dove ti vedi?
Sarà un’emozione forte farlo e la prima partenza sarà insieme alle persone che amo. Mi interessa il viaggio come meta, non importa il luogo, l’importante sarà condividerlo con gli amici. L’amicizia è il sentimento più incondizionato. Se invece dovessi scegliere un luogo fisico direi l’argine di Campi Bisenzio, vicino Firenze, la città in cui ho trascorso la mia infanzia insieme ai miei nonni.
Campi Bisenzio (FI), Photo Marcello Ballerini
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