Capelli arruffati, libri sparsi, tazze di caffè e la luce chiara dell’Oltrarno fiorentino che filtra dalle finestre. «Ti faccio fare un tour di casa mia» e si alza con il telefonino puntato in avanti. Le interviste, al tempo del coronavirus, si fanno video, su WhatsApp, e diventano una chiacchierata tra amici in un pomeriggio da quarantena.

Maurizio Lombardi, attore, autore, scrittore eclettico e interprete istrionico del teatro, che calca da quando aveva 14 anni, ma anche del cinema e della tv.

 

Di recente ha fatto il giro del web per l’esilarante balletto del Cardinale Assente tra i personaggi meglio riusciti nella serie The New Pope diretta da Paolo Sorrentino.

Di grande successo anche la sua interpretazione di Oliver, nello spettacolo The Pride, diretto e interpretato da Luca Zingaretti che ha riempito i teatri le due passate stagioni.  

L’anno scorso, ha vestito i panni del frate Berengario da Arundel, aiuto bibliotecario dell'abbazia nella miniserie tvI Il nome della rosa tratto dal capolavoro di Umberto Eco. Si è poi trasformato, al cinema, nel grosso tonno che salva il Pinocchio di Matteo Garrone dalla pancia della balena.

Maurizio Lombardi

Maurizio, la prima destinazione appena potremmo tornare a viaggiare?

«Vorrei rivedere subito il mare, tornare a Pantelleria, piena di sole e vento, a pescare con i miei amici. Non mi interessano le piazze mondane, i bagni di folla. In questa fase sto cercando di capire come reimpostare vita e lavoro, quali saranno le possibilità dopo questo disastro».

Come stai trascorrendo questo tempo sospeso e isolato a casa?

«A livello artistico, mi è tornata un’adolescenza creativa: scrivo, suono la chitarra, interpreto personaggi da solo, ascolto musica e ballo, soprattutto la notte, come si vede dal mio progetto Instagram The night dancer.

Credo che se non ne usciremo nuovi, questa sarà una tragedia persa. Sto ripercorrendo la mia carriera, rimettendomi in discussione. Rifletto e lavoro sul concetto di tempo e responsabilità, vorrei tornare a fare cose più semplici ma mie, come i live in teatro.

In casa cerco di gestire il momento, gli orari sono cambiati, dormo di più, pulisco, cucino e congelo porzioni di ragù, disinfetto con l’alcol, come faceva mia nonna.

Cosa mi manca? Il modo che una donna ha di riempire lo spazio, come si veste, si muove, sentirla asciugare i capelli, le sue bizze, i risvegli accanto a lei. Questo periodo in solitudine mi ha fatto capire che le cose essenziali sono davvero poche: essere se stessi, le rare amicizie e la responsabilità verso la nostra Terra, abbiamo solo questa, l’unica per tutti».