Andrea, 46 anni, è un macchinista dei treni Alta Velocità nella Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a guidare i treni superveloci?

A dire la verità la passione nasce sin da piccolo, poi ho continuato a coltivarla negli anni. Terminata la formazione da perito industriale, ho partecipato al concorso del Genio Ferrovieri e alla fine del 1998 è arrivata l’assunzione in FS, il coronamento di un sogno.

Hai iniziato da subito a lavorare come macchinista?

Sì, ho guidato diverse categorie di treni: dai merci ai regionali, fino ai carri di soccorso. Nel 2011 è iniziata la mia avventura in Frecciarossa, che ha rappresentato uno dei traguardi più importanti

della mia vita professionale, e mi sono specializzato sempre più nella guida dei treni ad Alta Velocità: oggi sono un macchinista dei Frecciarossa ETR 1000 ed ETR 500, e del Frecciargento 700, l’ultimo arrivato nella famiglia AV.

Anche la formazione gioca un ruolo importante.

Sì, procede con una media di quattro o cinque incontri all’anno che per noi macchinisti esperti riguardano principalmente gli aggiornamenti. Per esempio, dobbiamo essere sempre pronti a recepire e ad applicare le nuove procedure che interessano i sistemi di circolazione, le normative dedicate sia al trasporto sia all’infrastruttura, e saperci interfacciare con le varie sale operative, nazionali, AV, territoriali. Da parte mia, inoltre, è normale prassi seguire in affiancamento i colleghi più giovani durante le loro prime esperienze di guida. Devo molto ai miei istruttori, verso i quali provo un’enorme gratitudine. E questa è un’ottima occasione per ringraziarli pubblicamente.

Cosa si prova a guidare un treno a quella velocità?

Ho ancora impressa l’emozione nel guardare per la prima volta il tachimetro di un Frecciarossa toccare i 300 km/h. Lo stupore iniziale si è trasformato, poi, con l’esperienza, nella capacità di godersi il viaggio e ammirare gli straordinari paesaggi che l’Italia offre da Nord a Sud, mantenendo sempre alta la proattività e la capacità di controllo per intervenire al meglio in qualsiasi situazione. Altra cosa che amo del mio la voro sono quei periodi dell’anno in cui si affrontano le novità del cambio orario, invernale ed estivo: si interrompe una certa routine e ci si appresta a vivere una nuova stagione a bordo.

Cosa miglioreresti nella tua vita lavorativa?
È importante far conoscere ancora meglio la grande professionalità e preparazione che c’è dietro al nostro lavoro, concentrando l’attenzione sul singolo individuo, sulla sua dedizione e responsabilità. Noto con molto piacere che questo percorso è stato intrapreso dalla mia azienda, soprattutto per una realtà come l’Alta Velocità, che rappresenta un modello di sistema Paese vincente da esportare oltreconfine.