A pochi giorni dai provvedimenti del Governo che dal 1° agosto impediranno il passaggio delle grandi navi davanti San Marco e nel Canale della Giudecca, è stato festeggiato il ventesimo compleanno di W.A.Ve., iniziativa di workshop di architettura dell’Università Iuav di Venezia per la quale sono state protagoniste le Isole del mondo e i paesaggi d’acqua - che nella città lagunare trovano un luogo d’elezione - e di cui è stato ospite anche il Gruppo FS con RFI.

Il tema dell’evento è stato proposto da UNISCAPE - Rete europea di Università che promuove i principi della Convenzione Europea del Paesaggio - partner di questa edizione di W.A.Ve. che ha coinvolto la maggior parte dei promotori, tra cui diversi istituti accademici europei e internazionali. Provenienti da Paesi di tutto il mondo, e con una forte presenza dei latini (tra questi Spagna, Portogallo, Cile, Paraguay, Uruguay), un centinaio tra docenti e collaboratori hanno guidato dal 28 giugno al 16 luglio gli studenti di Architettura in una sorta di giro del mondo in 25 isole, mettendo a fuoco progetti orientati a rispondere a problematiche ambientali, urbane e di sopravvivenza delle terre d’acqua, in vista di una trasformazione sostenibile e di necessaria rivitalizzazione.

Per la prima volta i workshop si sono conclusi con la presentazione on line di progetti valutati da una giuria internazionale  composta da Renato Rizzi (Università Iuav di Venezia, IT), Ángela Maria García de Paredes (architetto, studio Paredes Pedrosa, ES), Saša Dobričić  (vicepresidente Uniscape, SL), Antonello Martino (responsabile Ingegneria e Investimenti, Direzione Stazioni RFI, IT). Grazie alla presenza di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), per una partecipazione in linea con l'Anno europeo delle ferrovie previsto dal Green Deal, sono state esplorate le stazioni di porto di Sicilia e Sardegna.

Ciascun workshop di W.A.Ve. ha infatti lavorato su di un’isola: dalle più remote come le Galapagos, estese per 8mila km e interessate da un’intensa attività vulcanica e sismica, a quelle più misteriose, come l’isola di Pasqua, connotate dalla presenza delle tipiche statue antropomorfe, fino alle più vicine, come l’isola della Certosa, da rivitalizzare con attività produttive e pensando a una comunità di residenti. Tra le tante, anche “l’isola che non c’è”, la rumena Ada Kaleh, un tempo situata lungo un’ansa del fiume Danubio e oggi completamente sommersa, pretesto per una esplorazione di paesaggi e visioni di archeologie sottomarine da valorizzare con le tecnologie digitali.