Promuovere il territorio, contribuire allo sviluppo di progetti per la tutela ambientale e diffondere buone pratiche dedicate alla mobilità sostenibile. Questo l’obiettivo del circolo Legambiente Le rondini di Anzio, prima green station del Lazio.

 

Ma facciamo un passo indietro, cosa sono le green station? Si tratta di un progetto che nasce dalla collaborazione tra Ferrovie dello Stato Italiane, Rete Ferroviaria Italiana e Legambiente per la salvaguardia dell’ambiente e il recupero delle stazioni impresenziate, ovvero quelle in cui non opera più il personale ferroviario.

 

La cessione in comodato d’uso da RFI al terzo settore di sale d’attesa, magazzini e fabbricati che nel tempo, con l’evoluzione dei sistemi tecnologici, hanno perso la loro funzione originaria, rientra in un quadro più ampio di iniziative per il riuso sociale degli spazi di stazione che, grazie a volontari e associazioni, tornano a vivere attraverso attività culturali, turistiche, di solidarietà e sostenibilità.

«Il circolo esiste da trent’anni ma, nel 2017, non avevamo una nostra sede e abbiamo firmato il contratto di comodato d’uso con somma gioia» racconta Anna Tomassetti, presidente del circolo Legambiente Le rondini di Anzio e Nettuno.

 

Quella che era la biglietteria di stazione diventa così il punto d’incontro di tutti i volontari. L’associazione, formata da una quarantina di soci, vanta anche un bel gruppo di giovani volenterosi a cui passare il testimone, simbolo delle generazioni future che avranno il compito di preservare e custodire al meglio il nostro pianeta.

 

«Una delle prime attività che abbiamo svolto in stazione è stata quella di organizzare una mostra d’arte in ricordo di due giovani soci che non ci sono più. Il nostro nome rende infatti omaggio a una bellissima poesia sulle rondini scritta da uno di loro. Gli scatti fotografici e le opere di pittura sono state esposte nell’atrio principale, luogo di passaggio di numerosi viaggiatori e pendolari, diventando un’importante e bella vetrina.» continua Tomassetti.

 

«La sede ci ha dato inoltre l’opportunità di ospitare delle scolaresche per fare attività di educazione ambientale. Utilizzando proprio i servizi ferroviari, le maestre accompagnavano i bambini nella stazione di Anzio e per alcuni di loro, che non erano mai saliti a bordo di un treno, era una vera e propria avventura. Ad attenderli, una ragazza biologa che, grazie a un plastico e all’uso di una marionetta, spiegava loro come si forma una duna e tanto altro.»

Mostra d'arte organizzata dal circolo Legambiente Le rondini nell'atrio della stazione di Anzio

Un percorso fatto di attività e obiettivi che sono passati anche dai cambiamenti del 2020, annus horribilis comune a molti. Per via del Covid-19, le assemblee mensili si sono trasformate in riunioni online ma, complice il clima mite del territorio, diverse iniziative si sono potute tenere all’aperto. Come nel caso di Se butti male… Finisce in mare!, un progetto educativo di Legambiente e Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica) che ha coinvolto gli studenti di due istituti scolastici. Inizialmente le lezioni si sono tenute online ma l’ultimo incontro si è svolto direttamente in spiaggia dove i ragazzi si sono potuti rendere conto delle reali conseguenze dell’inquinamento marino.

 

La scorsa estate inoltre, nell’ambito delle attività di Goletta Verde - la campagna di Legambiente che nei mesi più caldi vigila, monitora e diffonde informazioni sulla salute del mare e delle coste italiane - i volontari del circolo, con guanti in mano e sacchi in spalla, hanno contribuito alla pulizia delle spiagge.

I volontari del circolo Legambiente Le rondini che contribuiscono alla pulizia degli spazi della stazione di Anzio

«Abbiamo anche piantato il giglio Pancrazio - aggiunge Tomassetti - una pianta rara presente qui ad Anzio, nella spiaggia Lido dei Gigli. Una mareggiata li aveva scalzati dalla duna e noi li abbiamo ripiantati. Mentre il 2 febbraio, in occasione della Giornata mondiale delle zone umide 2021, abbiamo organizzato una visita all’area naturalistica di Vallone Cupo nel Bosco di Foglino e abbiamo fatto birdwatching.» Insomma, nonostante l’anno pandemico le attività sono molteplici.

 

«Nel futuro ci vogliamo occupare della Riserva naturale di Tor Caldara, uno dei pochi polmoni verdi urbani di Anzio e una delle poche aree costiere di questa porzione di litorale dove il cemento non ha preso il sopravvento. Infine, con la speranza che il Covid ci abbandoni presto, vorremmo ripristinare il verde in stazione. Dal 2017 ci siamo occupati della manutenzione delle aree e della piantumazione di piante e alberature per migliorare la fruizione degli spazi ferroviari e ci piacerebbe tornare a farlo», conclude la presidente del circolo Legambiente Le rondini.