Fare del 2023 l’anno chiave per lo sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, chiamato il prossimo anno ad aggiudicare opere per 20 miliardi di euro e a superare gli ostacoli della crisi geopolitica e dei materiali, del rincaro energetico, delle carenze nella Pubblica amministrazione e di manodopera specializzata. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Positano dal XXII Congresso Nazionale dell’ANCE Giovani, a cui hanno partecipato anche RFI, ANAS e FS Sistemi Urbani, società del Gruppo Ferrovie dello Stato.

Con il titolo “Costruttivi – La sfida per il settore delle costruzioni dopo il Pnrr”, l’associazione che riunisce i giovani imprenditori edili ha voluto fare il punto sull’evoluzione del PNRR, sempre più visto da ANCE Giovani come una occasione da cogliere al volo per una “crescita economica inclusiva, innovativa e sostenibile”.

Foto binari

A delineare il quadro della situazione, esponenti del mondo economico, aziendale e istituzionale, chiamati a commentare anche i risultati del dossier presentato dal Centro Studi Ance Giovani, che ha inquadrato il PNRR in un contesto economico in cui la maggior parte dei materiali per le costruzioni di infrastrutture hanno conosciuto rincari significativi nei primi nove mesi del 2022, basti pensare al +43,9% registrato dall’acciaio per cemento armato o al + 445,5% del bitume. Rincari simili anche per il calcestruzzo, denuncia l’associazione, mentre la crescita del costo del gas (+337% nei primi nove mesi dell’anno) ha portato a un aumento dei prezzi energetici del 275%.

È questo il difficile scenario in cui si muovono le aziende chiamate a realizzare gli obiettivi del Piano. Una delle principali tra queste è Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, a cui il PNRR ha destinato circa 25 miliardi di euro, come ha sottolineato nel suo intervento l’AD di RFI Vera Fiorani. Per il Gruppo FS ad intervenire nei panel dell’evento di Positano, inoltre, sono stati anche Umberto Lebruto, Amministratore delegato Fs Sistemi Urbani e Aldo Isi, amministratore delegato di ANAS.

Foto lavoratori RFI

Oltre al caro materiali e dell’energia, tuttavia, come sottolineato dallo studio presentato nell’ambito del Convegno da ANCE Giovani, sullo sviluppo del PNRR incombe un’ulteriore difficoltà: quella di reperire manodopera specializzata, in grado di eseguire i programmi e i progetti previsti dal Piano che necessiteranno, secondo ANCE, 64400 lavoratori da impiegare entro il 2025 di cui 53800 tra tecnici e operai e 10800 tra impiegati e quadri. 

Proprio per soddisfare questo fabbisogno di professionalità e competenze, il Gruppo FS, come annunciato dal suo AD Luigi Ferraris, prevede più di 40mila assunzioni nell’arco del Piano Industriale decennale. Le persone sono infatti per FS uno dei fattori abilitanti per raggiungere gli obiettivi del Piano: la realizzazione, tra questi, di infrastrutture sostenibili e integrate, il raddoppio della quota del trasporto merci su rotaia, la produzione di energia da fonti rinnovabili per coprire almeno il 40% del fabbisogno del Gruppo. In questo scenario, Ferrovie dello Stato ha lanciato un vero e proprio piano di sviluppo delle competenze, che prevede una stretta collaborazione con il mondo universitario e scolastico, come testimoniato dagli accordi stretti con oltre 40 enti accademici, formativi o di ricerca.