L’Aeroporto di Bergamo si trasforma in una piattaforma di mobilità multimodale, che associa alla capacità di accesso su ferro e gomma la possibilità di agevolare l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili. Una conferma, questa, che arriva dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, il quale intervenendo oggi, mercoledì 15 dicembre, sulle nuove opere di sviluppo dell’aeroporto bergamasco ha voluto sottolineare: “L'integrazione fra viaggi ferroviari e viaggi aerei è ormai una realtà in vari Paesi - in parte anche in Italia - ed è un tema su cui dobbiamo fare molti passi avanti”. Opere di sviluppo che qui Bergamo riguardano anche importanti interventi ferroviari, ricorda l’amministratrice delegata di RFI Vera Fiorani, che ha illustrato come in tale ambito il collegamento con l’aeroporto si inserisca in una logica di intermodalità, e che non a caso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanzi “nove collegamenti ferroviari, nuovi, con aeroporti: un modo coerente per supportare lo scambio modale”.

Vera Fiorani, AD di RFI

Parliamo di 5 km di rete ferroviaria tra la stazione e l’aeroporto di Bergamo, per un investimento di 170 milioni di euro (in parte finanziata dal PNRR), che consentirà di raggiungere una nuova opportunità di servizio con tempi di percorrenza di 10 minuti tra la stazione, la città, e l’aeroporto, e un massimo 60 minuti tra la città di Milano e l’Aeroporto di Bergamo”, ha detto l’AD. “Ci è stato chiesto e abbiamo investito in questo intervento infrastrutturale, il così detto salto di montone, che consente di bypassare le linee convenzionali e mettere i treni sull’AV”. La data per completare questo collegamento guarda al 2025, mentre a gennaio è prevista l’apertura della conferenza dei servizi del progetto, occasione in cui sarà necessario trovare “i giusti momenti di confronto per un percorso in cui saranno utilizzati i poteri commissariali, anche quando lanceremo la conferenza per il raddoppio di Ponte S. Pietro a Bergamo. Quindi parliamo di due progetti che si avvieranno al processo autorizzativo perché le scadenze sono pressanti”, ha proseguito Fiorani, confermando per i prossimi anni la centralità di Bergamo, dove si concentreranno investimenti ferroviari significativi. Da qui la necessita di uno sforzo di programmazione e semplificazione a tutto campo.

“L’impianto tecnologico della stazione di Bergamo sarà completamente modificato e sostituito dalle migliori tecnologie per essere in grado di accogliere nuove infrastrutture e collegamenti. Abbiamo lavorato a un programma complesso per arrivare alle scadenze e consentire la realizzazione di queste opere, pianificando anche gli interventi sulla mobilità di cui - con l’apertura dei cantieri - si dovrà tener conto”. Concludendo il suo intervento, Vera Fiorani ha posto l’accento sul ruolo delle stazioni ferroviarie, verso cui è in corso un progetto molto rilevante di riorganizzazione, riordino e valorizzazione, anche patrimoniale, in quanto luoghi che facilitano lo scambio intermodale: “Le stazioni vanno studiate per accogliere tutte le modalità di trasporto, tra cui c’è la libertà di prendere o lasciare il treno, per definizione il mezzo più sostenibile. E anche su questo il PNRR dà un grosso contributo sostanziale, attraverso il concetto che l’intermodalità si sviluppa attraverso gli hub”.