Circa 14 milioni di euro di risparmio annuo per la collettività con l’avvio dell’alta velocità tra Roma e Milano. È quanto emerso da uno studio effettuato da FS Research Centre che ha analizzato e messo a confronto i cosiddetti “costi esterni dei trasporti” a carico della collettività - inquinamento atmosferico, cambiamento climatico, congestione, incidenti, inquinamento acustico – del 2019 con quelli del 2008, prima dell’avvio della linea AV tra le due principali città del Paese. Un periodo nel quale si è osservato che all’aumento degli spostamenti del 30% ha corrisposto una riduzione del 13% circa dei costi esterni, grazie al consistente recupero del 36% di quote di mercato del treno verso modalità di trasporto meno sostenibili come l’auto privata e l’aereo.

 

Lo studio è stato presentato al “3rd International Workshop on High-Speed Rail socioeconomic impacts” organizzato da UIC Alliance of Universities, una rete accademica internazionale tra università e centri accademici, nata nel 2015 sotto l'autorità dell'UIC (Unione Internazionale delle Ferrovie) per lo studio dell'alta velocità.

Al workshop il Gruppo FS - rappresentato, oltre che da FS Research Centre, anche dalle società Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr – ha illustrato sette studi scientifici che esaminano e quantificano, attraverso modelli, metodologie innovative e analisi dei case study, i molteplici benefici prodotti dall’alta velocità sui territori e sulle loro popolazioni.

 

Tra gli elementi di maggiore interesse è stato evidenziato come l’introduzione dell’alta velocità abbia contribuito significativamente all’incremento dei flussi turistici. Per molte località turistiche nazionali, raggiungibili con le nuove linee, gli arrivi di visitatori italiani sono aumentati nel decennio 2009-2019 tra il 20% e il 50%. Tassi di crescita ancor più elevati per gli ingressi da oltreconfine con numeri più che raddoppiati per le principali località turistiche.

 

Una migliore accessibilità ai territori porta benefici anche ai distretti economici serviti, in particolare i settori che ne hanno beneficiato maggiormente sono la manifattura, i servizi alle imprese, il commercio al dettaglio e l’agricoltura.

 

In conclusione, è emerso come a livello internazionale lo scenario italiano rappresenti un laboratorio di grande interesse per monitorare i benefici socioeconomici dell’alta velocità, amplificati anche da un mercato interno concorrenziale ormai maturo. Frequenza, qualità dei servizi, e soprattutto domanda di traffico sono cresciuti costantemente, sottraendo quote di mercato a mezzi meno sostenibili.