In cover, Contempoartensemble © Camilla Riccò
Un evento di rango quello della Chigiana, arrivato alla settima edizione sotto la direzione artistica di Nicola Sani. L’Accademia omonima, sorta nel 1932 a Siena, è diventata in questi anni uno straordinario laboratorio di produzione per talenti provenienti da tutto il mondo.
“Diverso” è il tema che collega come un filo invisibile i 60 concerti in programmazione fino al 1° settembre, in vari e affascinanti luoghi del territorio senese. «Abbiamo scelto questo titolo perché la musica è un messaggio universale che unisce tante realtà differenti: dobbiamo esplorare il nostro pianeta sonoro ed entrare in contatto con altri stili e culture», spiega Sani.
Contaminazione, diversità artistiche, necessità di integrare vari modi di pensare e concepire la musica si intrecceranno con il genere classico, in tutte le sue sfumature, leit motiv dominante dell’Accademia. Il focus del festival è centrato su Steve Reich, padre del minimalismo americano che ha dato il via a una sperimentazione in continuo divenire, andando a esplorare diverse tradizioni musicali, da quella africana alla cantillazione ebraica, con costante attenzione per le tecniche compositive ed esecutive.
Nicola Sani © Hugues Roussel
Consistente la presenza femminile con 16 compositrici, tra le quali la russa Sofija Gubajdulina, che utilizza inusuali combinazioni strumentistiche, e le giovanissime Sarah Wéry dal Belgio, Ayumi Nabata dal Giappone, Rafaele Andrade e Sky Macklay, rispettivamente dal Brasile e dagli Stati Uniti, l’italiana Daria Scia e tante altre. Le artiste si alternano con musicisti di etnie ancora mai rappresentate ai festival del nostro Paese, come il ghanese Fred Onovwerosuoke, pluripremiato in America ma ancora poco conosciuto in Europa.
Tra gli eventi da segnalare, il 6 e 7 agosto, il progetto multidisciplinare sull’opera di Gioachino Rossini L’occasione fa il ladro coordinato da Daniele Gatti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma. Il 16 luglio, Antonio Pappano segna il ritorno dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia al Chigiana International Festival, con un grande concerto – l’ultimo fu di Zubin Mehta nel ‘91 – in piazza del Campo. Nel suo programma l’Ouverture del Nabucco di Giuseppe Verdi, la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven e il Concerto per violino e orchestra di Pëtr Il'ič Čajkovskij, affidato all’interpretazione del virtuoso violinista russo Ilya Gringolts.
Novità assoluta di quest’anno, infine, è la collaborazione tra l’Accademia Chigiana e l’Università Mozarteum di Salisburgo con cinque masterclasses dedicate alla musica barocca e, il 1° settembre nella Chiesa di Sant’Agostino, il Grand Tour Barocco a chiusura del festival.
Articolo tratto da La Freccia
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