Il film Divorzio a Las Vegas, presentato oggi 30 settembre ai media, nelle sale a partire dall’8 ottobre, merita sicuramente di essere visto se si vuole trascorrere una parte del proprio tempo tra leggerezza e romanticismo. E soprattutto se non si vuole perdere il debutto sul grande schermo di Andrea Delogu, giunto in modo inaspettato come lei stessa ha dichiarato ai microfoni di FSNews. La conduttrice televisiva e radiofonica ha superato alla grande la prova del ciak, anche grazie all’aiuto del regista Umberto Carteni e di un cast composto da Giampaolo Morelli, Ricky Memphis, Grazia Schiavo e Gian Marco Tognazzi.

Eppure la commedia pecca in parte di originalità.

 

La storia parte da un “errore” di gioventù: a 18 anni Lorenzo (Giampaolo Morelli) ed Elena (Andrea Delogu) si conoscono durante una vacanza studio in America. Nel corso del loro ultimo giorno, sotto l’effetto di un allucinogeno come il peyote, finiscono per sposarsi. Un matrimonio brevissimo che, senza neanche essere consumato, si trasforma in un ricordo neanche troppo vivido. Nel volo verso l’Italia lei allontana suo “marito” perdendolo di vista per 20 anni. Un periodo che sarebbe durato anche di più se non fosse che Elena, divenuta nel frattempo una manager in carriera nel settore energetico, ha deciso di sposarsi con Giannandrea (Gian Marco Tognazzi), un ricco imprenditore (citato addirittura dalla Treccani). Prima di pronunciare il fatidico sì, Elena deve fare i conti con il passato e andare in segreto negli States con Lorenzo, oggi ghost writer per politici, per ottenere il divorzio. Un ritorno che diventa rocambolesco e finisce per diventare un’occasione per i due personaggi di riscoprire se stessi.

La location scelta per ambientare il racconto è probabilmente il punto debole della pellicola, l’ingrediente meno innovativo. Non eravamo certo a corto di movie in cui a fare da protagonista c’era la città della perdizione e dello spettacolo finto: da Viva Las Vegas del 1964 a Last Vegas del 2013, da Paura e delirio a Las Vegas del 1998 a Notte brava a Las Vegas del 2008, solo per citarne alcuni. E alcune scene in cui Lorenzo ed Elena se la spassano tra casinò, corse in macchina, locali di strip-tease, costumi di indiani e angeli, oltre che alcol e droghe, stringono decisamente l’occhio a Una notte da leoni. Citato d’altronde dallo stesso Lorenzo, un esperto cinofilo sempre pronto a sbalordire sua “moglie” con frasi a effetto, salvo poi confessare che si tratta di citazioni di film, da Indiana Jones a Balla coi lupi.

 

Di innovativo c’è sicuramente l’idea del divorzio, l’opposto del cliché del matrimonio a Las Vegas, dove bastano poche centinaia di dollari per scambiarsi “eterno” amore in una cappella artefatta. E per distacco con il mondo americano è certamente interessante quanto accade in Italia, in particolare il lavoro di Elena che consente di inserire nella traccia della commedia un tema serio come quello ecologico: il suo progetto basato su energie rinnovabili, smart city e mobilità sostenibile è un ottimo pretesto per riflettere, anche grazie all’ironia, sul futuro del Pianeta.

 

Si torna quindi a Elena, un personaggio fresco, determinato, intelligente. Un personaggio che sembra “sposarsi” bene con Andrea Delogu, bravissima nella sua nuova veste di attrice per il cinema, capace di unire la spigliatezza tipica della conduzione televisiva e radiofonica alle espressioni e interpretazioni teatrali acquisite studiando recitazione. Non a caso, a partire da febbraio 2022, la vedremo dietro il sipario al fianco del marito attore Francesco Montanari. In quel caso indossando degli abiti di scena, una situazione che non sempre si verifica in Divorzio a Las Vegas. Unico neo in questo suo esordio sono proprio le scene di nudo che non aggiungono nulla alla narrazione nel film. Per lei comunque non hanno rappresentato alcun problema: «Non ho provato nessun imbarazzo – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa di oggi 30 settembre – girerei nuda anche ora». Montanari non deve essere particolarmente geloso: «Il film non l'ha visto – ha proseguito Delogu – ma quando ha letto la sceneggiatura e c'era scritto che io e Morelli avremmo 'limonato come assassini' mi ha chiesto perplesso: "In che senso?"».