Ognuna delle borse nate nei laboratori artigianali di Cinzia Macchi porta con sé una vicenda di sostegno e riscatto sociale, una storia che colpisce e dimostra quanto dietro alla “sciura milanese” ci sia una donna di carattere e volenterosa, che ha fatto della sua attività uno strumento d’aiuto per molte donne che hanno, alle spalle, casi di violenza e maltrattamenti.

lavorazione di una borsa

«Riesco a dare loro un lavoro, a farle tornare a credere in sé stesse, a crearsi un’indipendenza economica e ritrovare la propria dignità», afferma Macchi mentre racconta la sua storia. Tutto nasce dalla passione per le borse e da un raffinato talento nel crearle, con idee che hanno grande successo. Vedendo delle coperte lavorate all’uncinetto decide di tagliarle a mattonelle per ricoprire le borse, dando una nuova vita a quel piccolo tesoro di artigianalità e trasformandolo in un accessorio che detta la tendenza.

borsa in esposizione

Quelle coperte le cuciono anziane signore che risiedono nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, dove Cinzia ha scoperto che i lavori manuali, come l’uncinetto o la maglia, aiutano a combattere difficoltà mentali legate all’invecchiamento e rallentano i processi degenerativi che portano a malattie come l’Alzheimer.

 

Nata quattro anni fa La Milanesa, questo il nome del brand, ha realizzato numerosi progetti di solidarietà, ogni “linea” e tipologia di borsa ne racconta uno. Come quello con l’associazione Fare x Bene, che sostiene, promuove e tutela i diritti inviolabili della persona, soprattutto delle categorie sociali più deboli, ed è diretta da Giusy Laganà, impegnata da anni nella difesa delle donne vittime di violenza.

Anche all’estero e precisamente in Turchia, ci sono donne, vittime di violenza sociale e fisica, che ritrovano un senso alla propria vita con l’artigianalità de La Milanesa, producendo coloratissime borse. Il progetto è nato con la collaborazione della società Alba Export, che lavora nel Paese al confine tra Europa e Medio Oriente.

 

A breve prenderà vita una nuova iniziativa del progetto Fabbricatrici di Sogni, che Macchi ha realizzato insieme alla Caritas, alla Diocesi di Milano e con il supporto di Banca Intesa. All’interno della Casa Circondariale Torre del Gallo di Pavia, con il coordinamento del Difensore Civico della Regione Lombardia, verrà allestito un laboratorio dove le detenute potranno produrre le borse: «Insegnano loro un mestiere per favorire il reinserimento sociale e per dare una speranza concreta».

cinzia macchi in primo piano

Dietro ognuna delle borse La Milanesa c’è una persona che ha imparato un mestiere e ritrovato la dignità. «La vita mi ha dato molto, con questo lavoro cerco di restituirle qualcosa», chiosa Cinzia Macchi. «Senza queste donne – conclude – non sarebbe nato nulla del genere».