In cover, photo © Archivio FS Italiane
Avremmo voluto non parlare più di Covid-19, di una pandemia che ancora dilaga, sebbene con tassi di ospedalizzazione ormai da molti mesi più contenuti. Avremmo voluto non parlare più di restrizioni e, ancor meno, sapere che in molti si ostinano tutt’oggi a negare certe evidenze. Ma non possiamo permettercelo. A due anni di distanza dai primi casi, la Sars-CoV-2 modella ancora le agende pubbliche e private e ci impone di adottare ogni misura possibile per prevenire una malattia tanto subdola quanto, in molti e talvolta imprevedibili casi, persino letale.
Ma in attesa che sparisca o diventi endemica – prestissimo, ci auguriamo – tutto ciò non può e non deve privarci della voglia di muoverci. Non deve snaturare la nostra indole e la nostra essenza. Quell’essenza che ci rende simili e diversi ognuno dall’altro, ma che non dovrebbe mai farci smarrire la consapevolezza di quanto il benessere di tutti, nella sua accezione più ampia, dipenda da ciascuno di noi. Perché, come scriveva quattro secoli fa John Donne, nessun uomo è un’isola. Anche per questo non dobbiamo rinunciare a quel nomadismo fisico e intellettuale che oggi per qualcuno significa purtroppo sfuggire da miseria e persecuzioni, per altri – molto più fortunati – viaggiare con gioia per conoscere luoghi e persone, i loro gusti, costumi e prodotti, e andare per fiere, musei, teatri e concerti.
Fare, con mutate modalità e finalità, quel che è stato per millenni uno dei motori dell’evoluzione umana, del suo adattamento ai diversi contesti fisici e climatici, di un’ibridazione che ci ha fatto essere quel che oggi siamo. O quel che dovremmo essere. Donne e uomini assetati di conoscenza, appassionati e aperti al confronto, come libri da scrivere con parole sempre nuove, con occhi e menti pronte a indagare e apprezzare le diversità, eppure difensori delle proprie peculiarità, della propria storia e cultura, ma consapevoli che si tratta solo di una porzione del tutto, di una piccola componente – ancorché irrinunciabile – del caleidoscopio del mondo.
Noi di FS Italiane lavoriamo per consentire alle persone di muoversi e conoscersi, magari pregustando o approfondendo con l’ascolto e la lettura quelle esperienze. Perché la mobilità e il diritto alla mobilità sono valori di libertà da preservare e rafforzare. Come scrisse su questo magazine nel giugno del 2019 il presidente Sergio Mattarella, che intendiamo qui salutare e ringraziare augurandogli di nuovo buon lavoro: «La mobilità è un importante elemento di libertà, di pari dignità sociale, strumento che sottrae all’emarginazione territori e popolazioni».
Articolo tratto da La Freccia
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