In cover, Simone Guidarelli e una delle sue grafiche © Cosimo Buccolieri

Incontriamo, telefonicamente, Simone Guidarelli durante un set fotografico, mentre sta scattando un servizio per il magazine Vanity Fair, di cui è fashion editor. L’art director visionario e amante della natura non si riposa mai e firma una collezione dall’animo green con Cuoio di Toscana, casa che vanta l’eccellenza di una pelle conciata al vegetale unica in Italia. Con lo stesso spirito innovativo, ha cominciato una collaborazione con Officinarkitettura, giovane brand emiliano specializzato in carte da parati e rivestimenti sostenibili.

 

Com’è nato il progetto con Cuoio di Toscana?

Tutto è partito dal mio canale instagram, dove ho pubblicato i servizi per Vanity Fair e i miei wallpaper onirici. Il mio lavoro è piaciuto e così mi hanno contattato per creare un’opera prima con me. Quando ho visto i bancali di cuoio bianco e durissimo come il legno, con cui creare gli abiti, ho pensato che fosse una bellissima sfida. Ci abbiamo lavorato un anno intero, andando nelle concerie storiche d’Italia per capire come portare questo materiale complicatissimo da sotto la suola delle scarpe a sopra, per realizzare magari una giacca o un cappello. E qui si vede la bravura e la sapienza del made in Italy, la capacità di sedersi a tavolino e trovare soluzioni originali. Abbiamo iniziato con gli occhiali, dove la rigidità del cuoio poteva essere ben sfruttata e pian piano siamo riusciti a renderlo più morbido creando stivali cuissard stampati all over e poi l’intera collezione, chiamata Twenty21.

 

Come è avvenuta la trasformazione del materiale?

Il cuoio viene tagliato in fette sempre più sottili, poi viene immerso nelle botti e infine ammorbidito a mano. È un processo lungo ed ecosostenibile, se si procede con i ritmi giusti e rispettando i prodotti. Quando mi sono approcciato a questo lavoro pensavo di poter realizzare un articolo a settimana, ma poi l’artigiano mi ha spiegato che per fare un pezzo bisognava aspettare un mese. Questi sono i tempi per i grandi brand del lusso. Ora stiamo portando avanti tantissime prove sui colori e sulla loro tenuta. I disegni sono fatti a mano, incredibilmente dettagliati, poi vengono passati allo scanner e digitalizzati.

La capsule collection Twenty21 di Simone Guidarelli per Cuoio di Toscana

Avete scelto un motivo iconico?

Sì, il gallo. Volevo che fosse il loro biglietto da visita. Cuoio di Toscana mi aveva chiesto un animale, magari della giungla. Ma per me il gallo sottolinea l’italianità, mi ricorda Firenze, il Rinascimento e la campagna di questa regione splendida.

 

Quanto è importante oggi il rapporto tra artigianalità e sostenibilità?

Abbiamo cercato di mettere insieme questi due mondi lavorando con un materiale ecosostenibile e stando attenti alla sua provenienza. La filiera e la tracciabilità sono importantissimi per chi vuole definirsi green. E, in questo caso, lo è ogni passaggio.

 

La natura è sempre presente nel tuo lavoro, soprattutto nelle stampe.

È l’elemento fondamentale. Ho sempre voluto inserire animali, piante e fiori sulle stampe e le carte da parati. Io vengo dalla campagna marchigiana e mi è stato trasmesso fin da piccolo il rispetto per la natura. Ormai corriamo sempre, mentre per avere il tempo giusto dovremmo seguire il ritmo calmo ed equilibrato delle stagioni.

Simone Guidarelli per Officinarkitettura © Officinarkitettura

Anche il progetto con Officinarkitettura riprende le tue grafiche per i rivestimenti interni. Un’altra collezione che guarda all’ambiente.

Partiamo dal fatto che ciò che rende rare le carte parati è il disegno. Nel mio caso è sempre realizzato a mano, da solo o con il mio team. Officinarkitettura offre tantissime soluzioni nel panorama del wallcovering, dalla carta da parati ecologica o in Tnt (tessuto non tessuto) alle lastre in kerlite decorata a mano che mantiene invariati i colori brillanti. Il processo costa un po’ di più, ma consente diverse soluzioni e garantisce la tracciabilità dei tessuti e dei colori, oltre alla certezza di sapere dove vengono smaltiti.

 

A cosa pensi quando realizzi i tuoi wallpaper?

Me li immagino sulle pareti di una casa: il proprietario è seduto sul divano, un po’ annoiato o assorto nei suoi pensieri, e si ritrova le mie stampe davanti agli occhi. Ecco, vorrei che in quel momento riuscisse a stupirsi dei piccoli dettagli. Per i disegni scelgo sempre fiori dai colori vivaci da cui fuoriescono diversi animaletti. Anche la disposizione della carta non avviene mai in modo standard per evitare il classico effetto a colonne. Così non stanca mai: è bellezza del classico con un tocco moderno. Le nuance sono molto forti, dal nero luminosissimo al giallo, dall’arancio al rosa. Vorrei che le mie creazioni prescindessero dal tipo di persona che le acquista. Spero che siano capaci di innescare un ricordo, come la casa della nonna o un bel giardino rimasto nella memoria.

 

Cosa dovrebbe fare la moda per rispettare sempre di più l’ambiente?

Innanzitutto, bisogna capire che non basta prendere un vecchio vestito dall’armadio, tagliarlo e dipingerlo a mano per farlo diventare un capo green. Bisogna partire dai tessuti e dalla tracciabilità dei processi. Fino a qualche anno fa si pensava che il cuoio non fosse sostenibile, ora invece sappiamo che una sneaker realizzata con questo materiale è assolutamente green. Il mondo della moda dovrebbe studiare un po’ di più e darsi regole chiare e condivise.

Articolo tratto da La Freccia