In cover, Laura Strambi collezione Primavera-Estate 2021

Il rispetto dell’ambiente è un valore imprescindibile per la designer Laura Strambi. Con voce pacata, ma determinata, ci racconta che per le sue collezioni utilizza solo materiali tracciabili, organici ed eco-friendly. Il brand nato nel 2012, che porta il suo nome, è una realtà in espansione che comprende anche una linea accessori e una di essenze per la casa – i cui proventi supportano le donne in difficoltà – oltre che diversi store all’estero e un sito per la vendita online.

 

Come nasce la sua filosofia green?

Vengo dal Monferrato, sulle colline piemontesi, un luogo che ha saputo trasmettermi l’amore per la natura. Certo vivo a Milano, dove lavoro e costruisco le mie relazioni, ma lì ho le mie radici. Che mi hanno consentito di ragionare sul mio lavoro di fashion designer e capire che la moda avrebbe dovuto andare oltre l’estetica. È normale che alla base del lavoro di uno stilista ci sia la bellezza, ma questa va supportata con un messaggio che per me è il rispetto per l’ambiente. Il mio sforzo più grande a livello professionale riguarda la ricerca dei materiali.

 

Utilizzi solo tessuti biologici, naturali e ad alta tracciabilità. Quali sono i tuoi preferiti?

Il mio primo amore è il cotone organico che, a differenza di quello non organico, cresce in un terreno non trattato con prodotti chimici: una metodologia che giova sia all’ambiente sia a chi è impiegato in queste piantagioni perché non viene esposto ai pesticidi. Essere sostenibili significa anche rispettare la filiera produttiva e chi ci lavora. Uso questo tessuto per la maggior parte dei prodotti: abiti, camicie e pantaloni. Poi il lino o il ramiè per i capi estivi, mentre per quelli invernali scelgo la lana da economia circolare e quindi riciclata. Sulle fibre tessili stiamo facendo un grande lavoro di ricerca: siamo stati tra i primi a usare il pinatex, ricavato dalle foglie di ananas. Con questo tessuto, al Met Gala del 2017, abbiamo vestito Livia Firth, fondatrice di Eco Age, il primo negozio sostenibile ed etico a Londra.

Laura Strambi

Quanto è difficile reperire questi materiali?

Anni fa avrei risposto molto, oggi invece è più facile. La sostenibilità è diventata importante per tutti, non solo per chi ne parlava dieci anni fa. L’Italia, come sempre, è leader in questo ambito di ricerca e le aziende produttrici sono le prime a proporre questi tessuti.

 

I tuoi capi sono anche a chilometro zero, visto che vengono prodotti in due fabbriche a Milano e a Biella.

Ho scelto due aziende con una filiera interna certificata, dove c’è il giusto rispetto per i lavoratori. Ma anche vicine, per evitare l'impatto energetico del trasporto e della distribuzione. Mi stupisco ancora di come in Italia si continuino a preferire gli spostamenti su strada, quando con la rete ferroviaria si potrebbero ridurre notevolmente le emissioni di CO2.

 

La tua collezione primavera-estate si intitola Mother Earth. Qual è il suo fil rouge? Nasce da un lavoro meraviglioso: l’abito-opera realizzato con l’artista Franco Gervasio ed esposto fino a gennaio al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze nell’ambito della mostra Sustainable Thinking. In esso sono racchiusi tutti gli elementi della Terra: il mare, il cielo, le montagne, i campi. L’abbiamo pensata durante il lockdown e volevamo dare un messaggio incoraggiante. Anche i colori scelti sono molto naturali: il sabbia, l’azzurro, il celeste e il verde, che non manca mai e uso sia d’inverno sia d’estate.

L’abito-opera realizzato con l’artista Franco Gervasio ed esposto al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze

Qual è il futuro di Laura Strambi?

Nell’immediato, lo showroom direzionale a Milano e a Düsseldorf per approcciarsi al mercato tedesco: penso che sia pronto ad accogliere il mio progetto sostenibile. E poi vorrei aprirne uno in Giappone. All’interno del brand, invece, abbiamo lavorato sugli accessori: per la primavera 2021 è stato realizzato uno stivale completamente in cotone organico, con tacco di gomma riciclata e rivestito in legno. Inoltre, abbiamo aperto l’e-commerce e lanciato la nostra prima fragranza per la casa. È un’essenza dalle note agrumate che può essere usata negli ambienti ma anche sul corpo. Viene venduta online e parte del ricavato è destinato alla FIVE onlus - Fondazione internazionale verso l’etica per realizzare comunità di accoglienza dedicate alle donne in difficoltà.

 

Moda e ambiente. Che cosa c’è da fare ancora?

Bisogna iniziare ad adottare un metodo progettuale sostenibile. Dall’eliminazione degli sprechi alla ricerca sui tessuti. Il lockdown ci ha insegnato a capire meglio che cosa ci serve davvero. La Terra è un dono e non va pensata solo come un bene di cui usufruiamo. Se la consumiamo e basta finiremo per portarla alla distruzione, dobbiamo invece preservarla per le generazioni future e insegnare loro come prendersene cura.

Articolo tratto da La Freccia