Il platano di Curinga (CZ) © Antonio Bret

Lo chiamano così i suoi compaesani questo platano orientale originario dell’Armenia. La leggenda vuole che il Gigante di Curinga sia stato piantato più di mille anni fa da un monaco basiliano sulle ripide sponde di un ruscello proprio quando, a Curinga (CZ), fu costruito l’eremo di Sant’Elia, un altro monumento capace di rendere misterioso e affascinante questo luogo.

 

E fu, probabilmente, il profumo di sacralità a difendere questo albero, dandogli la possibilità di crescere meravigliosamente maestoso. Il suo fusto, quasi totalmente cavo alla base e largo più di tre metri, può ospitare tranquillamente una decina di persone. Con una circonferenza di 14,75 metri e un’altezza di 31,5, risulta il platano più imponente del nostro Paese, oltre a essere il più longevo.

 

È stato infatti misurato scientificamente in arrampicata dall’agronomo Andrea Maroè, il più famoso cacciatore italiano di grandi alberi e direttore scientifico della Giant Trees Foundation, onlus che cerca, studia e difende questi esemplari a livello nazionale e internazionale e organizza il concorso Italian Tree of the Year, stravinto nel 2020 proprio dal Gigante di Curinga.

 

Ma il platano calabrese ha difeso brillantemente il tricolore guadagnandosi anche il secondo posto al contest European Tree of the Year, che il 17 marzo scorso ha assegnato il titolo alla millenaria Carrasca di Lecina, in Spagna. 

Articolo tratto da La Freccia