Le origini del Carnevale sono antiche, a volte antichissime. In tutta Italia il mese di febbraio rappresenta il periodo durante il quale le tradizioni, le usanze, i riti pagani degli eccessi carnevaleschi ritrovano per un attimo piena contemporaneità.

Dalle sfilate dei carri, dove la rivalità tra fazioni è endemica, alle rappresentazioni anche “guerresche” come la battaglia delle arance di Ivrea, alla più intrigante atmosfera mascherata della calli veneziane. E dopo le energie spese per sfilare e ballare, ecco dove rifocillare lo spirito e il corpo gustando ottima cucina e prodotti tipici accompagnati da un buon calice di vino. Ecco qualche suggerimento da Ivrea a Venezia, luoghi dove il Carnevale ha radici davvero profonde. Le due città sono servite dall’Alta Velocità, dagli Intercity e dal Regionale di Trenitalia. Il viaggio in treno verso il carnevale è comodo, sicuro e green. Senza stress e con la possibilità di mangiare qualche “chiacchiera, frappa, bugia, frittella” in più senza rischio alcuno, anzi con la possibilità di schiacciare un pisolino nella comodità della propria carrozza. 

ristorante

Arriviamo al Carnevale di Ivrea, ricchissimo di iniziative, si tratta del Carnevale Storico più antico d’Italia. Numerosi intensi momenti di ricostruzione e tradizione, culminanti son la battaglia delle arance. Nella giornata di sabato 10 febbraio, dalle 8,15 la Visita del Generale, del Sostituto Gran Cancelliere e dello Stato Maggiore alle Autorità Militari. Alle 11, Parata della Scorta d’Onore della Mugnaia in Piazza Ottinetti. A seguire “Presentazione della Scorta d’Onore della Mugnaia” al Generale in piazza di Città. Anche la sera grandi emozioni con la Presentazione della Vezzosa Mugnaia dal balcone del Palazzo Municipale alle ore 21 e la “Marcia del Corteo Storico” con fiaccolata goliardica e sfilata delle squadre degli aranceri a piedi. Per pranzo o per cena da provare “Cantine Morbelli”, ristorante nato e cresciuto in quelli che erano i locali della cantina. Il proprietario Roberto Bordone, ne ha prima fatto un enoteca, per passare successivamente a creare una tavola capace di celebrare con classica eleganza la tradizione locale, senza perdere creatività e originalità. La cucina è guidata da Denis Iaccarini, poco più che trent’anni e un talento concreto e di esperienza. Un menu dove le esperienze dello chef all’estero, portano una declinazione di lingue e ingredienti davvero intrigante. “Sashimi di bacalao, beurre blanc, prezzemolo” “Tajarin pasta all’uovo lavorazione artigianale, burro, acciuga Cantabrica, polvere di liquirizia”, “Baby pork ribs glassate, terrina di patata”. Tre diversi menu degustazione molto invitanti. Cantina che esplora con dovizia il territorio e il Paese. Ottimo rapporto qualità prezzo. Nei dintorni di Ivrea i territori vinicoli sono di un certo rilievo. Il Consorzio di tutela e Valorizzazione Vini DOCG Caluso, Carema e Canavese DOC, nato per valorizzare questi vini offre informazioni utili per visitare le cantine. Interessante la Cooperativa dei Produttori di Erbaluce di Caluso, concepita come cantina didattica dell’Istituto Professionale Carlo Ubertini nel 1975, diviene poi, grazie alla lungimiranza di 13 “Vignulant”, la Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso.
Ad oggi la Cantina può vantarne 150, circa l’80% dei viticoltori di Caluso e viene utilizzata occasionalmente come laboratorio didattico dagli allievi dell’Istituto Agrario.

Su erbalucecarema.it/cantine/ la lista delle cantine aderenti.

ristorante e piatti

Da Ivrea andiamo a Venezia, il Carnevale più famoso e romantico del mondo.

Ognuno di noi ha i suoi indirizzi veneziani, o ama perdersi nelle calli per imbattersi, spesso casualmente, in un “bacaro” tipica osteria veneziana dove trovare o ritrovare la tradizione. Bello sapere che a due passi dalla celebre piazza San Marco apre le porte “Le Chat qui Rit”, un indirizzo che unisce una cucina di alto livello, ad una cantina davvero interessante e a volte affascinante, alla calorosa accoglienza.

Il patron Giovanni Mozzato è capace di far viaggiare gli ospiti tra sapori e abbinamenti con concreta sostanza e grande simpatia. La cucina vive del talento degli chef Davide Scarpa e Leonardo Bozzato. Ghiotte le “Capesante alla fiamma con Garusoli, spuma di Codium ed erbe di laguna”, oppure l’originale “Soqquadro” con scampi crudi, cotechino, radicchio tardivo e spuma di fagioli”. Grande capacità di far nascere sapori in questo menu. Ad un itinerario per i ristoranti della nouvelle vague gastronomica veneziana si aggiungono con grande stile “Oro Resturant”. “Alle Testiere”, “Al Covo” e alle “Antiche Carampane”. Indirizzi dove la passione e la professionalità si coniugano con fantasia e qualità. Per vivere esperienze differenti e tutte davvero appaganti. Per terminare con il dolce, si sale sul vaporetto per raggiungere l’isola di Burano, magico luogo della laguna di Venezia, dove la dimensione umana è tutta da vivere.

Come da assaggiare è il tipico biscotto, il bussolà a forma di ciambella. Detto anche Buranello, vede anche una versione a forma di “S” e così chiamato “esse di Burano”.

Li producono i panifici pasticcerie dell’isola, tra questi “Panificio Pasticceria Palmisano Caemelina”, “Panifico Pasticceria Garbo”, “Panifico Pasticceria Costantini”. Entrando in questi piccoli, bellissimi, luoghi si sentono i profumi e si vivono le atmosfere di un tempo. Bellissimo. Burano è unita da un ponte di legno a Mazzorbo, dove si trova un vero tesoro enologico. Un vigneto racchiuso tra le mura medioevali del giardino della Chiesa e con un campanile trecentesco a lato dei filari. Siamo a “Venissa” un luogo intimo, affacciato sulla laguna con ristorante stella Michelin che punta su una cucina ambientale e celebra la biodiversità tra erbe selvatiche e pesce locale con gli chef Chiara Pavan e Francesco Brutto. Da quel vigneto nascono vini intensi e ricercati grazie al vitigno autoctono “Dorona di Venezia” recuperato dall’intelligenza enologica della famiglia Bisol. 

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