Portrait of Space (1937) di Lee Miller, Al Bulwayeb, Egitto© Lee Miller Archives England 2022

 

A Venezia, lo splendido Palazzo Franchetti ospita centinaia di fotografie, oggetti d’arte e contributi video che hanno come protagonista un’icona del ‘900. La mostra Lee Miller - Man Ray. Fashion, love, war, curata da Victoria Noel-Johnson, aperta fino al 10 aprile.

Per chi sceglie Trenitalia e arriva in città con Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca o Intercity sono previsti degli sconti sul biglietto d’ingresso.      

 

La retrospettiva rende omaggio a una donna di grande talento, fotografa e reporter di guerra, ma anche modella e musa. L’americana Lee Miller è stata questo e molto di più, grazie alle tante esperienze vissute con passione.

 

Il racconto espositivo parte dagli anni ‘20 del secolo scorso, quando incontra per caso l’editore Condé Nast che la immortala sulle pagine di Vogue. Georges Lepape, uno dei più grandi illustratori di moda, sceglie il suo volto per una copertina di Vogue (USA) del 1927.

 

Diventa così un’icona di stile fino a un famoso scatto usato, a sua insaputa, per una pubblicità di assorbenti, allora considerata scandalosa. Anche per questo decide di lasciare New York e tornare a Parigi. Nella città francese viene ritratta dal celebre fotografo di moda George Hoyningen-Huene.

 

Il focus della rassegna è incentrato sul rapporto professionale e personale tra Miller e Man Ray, prima insegnante, poi amore e infine grande amico, a cui lei era legata in un modo eccezionale e nello stesso tempo complicato.

 

Il clima che li circonda in quegli anni è quello di un’avanguardia artistica che comprende nomi come Max Ernst, Pablo Picasso, Salvador Dalí e Jean Cocteau. Quest’ultimo la scelse nel ruolo di una moderna dea d’ispirazione classica per il film Le sang d’un poète (1930).

 

La mostra continua a narrare la biografia di Lee anche dopo il suo trasferimento a Londra, dove lavora come fotografa per la versione inglese di Vogue. E di quando, cambiando totalmente registro e interessi, diventa fotoreporter della Seconda guerra mondiale.

 

Ecco, quindi, gli scatti che immortalano la liberazione di Parigi o le atrocità dei campi di concentramento. È del 1945 l’indimenticabile immagine nella vasca da bagno del Führer a Monaco di Baviera, dove Miller appare immersa, come a lavare idealmente tutto lo sporco di Dachau.