In cover, Frida Kahlo sul lago di Xochimilco, a sud di Città del Messico (1936 circa) © Fritz Henle
L’intimità, gli incontri e la storia di una delle più importanti artiste del XX secolo. Ma anche gli eventi più iconici della storia del Messico. C’è tutto questo nella mostra Frida Kahlo. Ojos que no ven corazón que no siente, fino all’11 luglio al Pan di Napoli. Potrebbe essere tradotto con il nostro «occhio non vede, cuore non duole» il titolo dell’esposizione che porta per la prima volta in Europa fotografie e lettere che raccontano momenti celebri ma anche fatti inediti della vita della pittrice.
Un’epopea, la sua, caratterizzata da una difficile condizione fisica, dovuta principalmente all’incidente automobilistico che nel 1925 le causò la rottura della spina dorsale, ma anche dalla capacità di reazione e resilienza di fronte alle avversità. Frida ha saputo trasformare la sua immobilità in opportunità e la sua sofferenza in un’energia che l’ha resa immortale.
Frida Kahlo. Coyoacán, Città del Messico, Archivio Miguel Covarrubias-Sala degli Archivi e delle Collezioni Speciali, Direzione delle Biblioteche, Università delle Americhe Puebla, Messico. Foto attribuita a Rosa Rolanda
La mostra indaga tutte le fasi di vita dell’artista che durante la giovinezza manifesta la sua ribellione scegliendo abiti da uomo. Nelle foto di famiglia, scattate dal padre Guillermo, Frida appare vestita con giacca, pantaloni e gilet, mentre dopo il matrimonio con Diego Rivera (1929) comincia indossare gli abiti tradizionali da tehuana, tipici dell’istmo di Tehuantepec. Per lei i costumi di questo territorio nello stato di Oaxaca, dove è nata la madre, diventano simbolo di orgoglio e appartenenza.
Vesti variopinte portate con vistosi orecchini e collane, anch’essi in esposizione, costituiscono la sua immagine più famosa, quella che nel 1937 arriva anche sulle pagine patinate della rivista Vogue. Questo abbigliamento per la pittrice aveva una doppia funzione: era un omaggio alle sue origini e un modo per curare la sua immagine. Le gonne lunghe, con alcune modifiche, servivano a coprire la gamba destra, più sottile della sinistra, a causa della poliomielite contratta a sei anni di età.
Ritratto di famiglia dei Kahlo Calderón. Frida in abiti maschili (al centro) con le sorelle Matilde e Cristina, la cugina e il nipote Carlos Veraza, Coyoacán, Messico (7 febbraio 1926) © Guillermo Kahlo
Il matrimonio con Diego, grande amore fin dalla gioventù, fu una storia di passione e sofferenza. «Nella vita mi sono capitati due incidenti gravi. Il primo quando un tram mi ha messo al tappeto, l’altro è Diego», raccontò Frida. Con lui sono arrivati i viaggi, la lotta politica, i vernissage e i rapporti con i principali artisti dell’epoca. Pur non mancando i tradimenti, ripetuti e pubblici da parte di Diego, passionali e segreti da parte di Frida, il loro legame durò fino alla fine. Nel nome dell’arte, si presero cura l’uno dell’altra.
Le fotografie sono accompagnate dalle lettere di Frida, che aiutano a scoprire dettagli della sua vita e del momento storico in cui si trovava. Tra le righe la sua arte, le sofferenze d’amore e l’impegno politico per il suo Paese. Lo stato d’animo e i dolori del corpo e dell’anima si riflettono nella sua calligrafia come nelle sue opere. In mostra, anche le ricostruzioni degli ambienti cari alla pittrice, come la camera da letto e lo studio di Casa Azul, l’abitazione di famiglia a Città del Messico.
Diego Rivera e Frida Kahlo a Tizapán, San Ángel, Città del Messico. Archivio Miguel e Rosa Covarrubias-Casa Studio Luis Barragán, Città del Messico. Foto attribuita a Rosa Rolanda
Completa la visita un’area immersiva multimediale che trasporta il visitatore nel mondo di Frida. Un viaggio per conoscere la donna e l’artista, comprenderne l’essenza, la forza, il coraggio, il talento e l’immenso amore.
Una mostra internazionale a cura della Frida Kahlo Corporation e curata da Alejandra Lopez, già curatrice di Casa Azul. Una produzione Next Exhibition, con il patrocinio dell’Ambasciata del Messico, del Consolato del Messico a Napoli e del Comune di Napoli, organizzata da Alta Classe Lab, in collaborazione con Next Exhibition, Fast Forward e Next Event.
Articolo tratto da La Freccia
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