In cover Alcuni pescatori rientrano nella baia di Guanabara, in Brasile, dopo aver trascorso la notte in mare © Dario De Dominicis

Il 2020 è un anno di grandi cambiamenti a livello globale, in cui tutti ci siamo trovati come esploratori catapultati in terre sconosciute. Per questo Sguardi sul nuovo mondo è stato scelto come tema del Festival della fotografia etica, che fino al 25 ottobre, a Lodi, ripercorre attraverso le immagini i fatti che hanno cambiato le nostre abitudini.

L’infermiera, esausta, si addormenta sulla scrivania alle sei del mattino, con la mascherina sul volto. La foto è stata scattata all’ospedale di Cremona durante i giorni più difficili dell’emergenza coronavirus © Francesca Mangiatordi

Tra le 24 mostre allestite in diverse sedi, spiccano gli scatti premiati dal World Report Award, che vedono protagonisti alcuni fotografi italiani. Nella sezione Single Shot, il ritratto di Francesca Mangiatordi è diventato icona dell’emergenza Covid-19. «L’infermiera di Cremona addormentata sulla scrivania alle sei del mattino, con la mascherina ancora sul volto, ci ricorda che il giusto fatica per raggiungere il suo scopo e ha bisogno di riposo per raccogliere le forze e riprendere il suo dovere», commenta l’autrice dello scatto.

Due bambini cercano di tenersi al caldo con indumenti adatti alle temperature glaciali nella penisola di Jamal, oltre il Circolo Polare Artico, uno dei luoghi più remoti e inospitali del pianeta © Alessio Pannini

Oltre alla foto vincitrice sono esposte le 30 finaliste, tra cui quella di Alessio Pannini scattata nella penisola di Jamal, oltre il Circolo Polare Artico. «È un’area del pianeta dove le temperature possono arrivare anche a 50 gradi sotto zero. Le giornate scorrono lente, seguendo una routine antica di seimila anni che questo popolo porta avanti nonostante la modernizzazione e i cambiamenti climatici», racconta il reporter toscano.

 

Mentre Dario De Dominicis, vincitore della sezione Madre Terra, ci conduce con il suo reportage nel porto naturale di Rio de Janeiro, in Brasile, alla scoperta della pesca artigianale nella baia di Guanabara: «Un patrimonio di tradizioni e cultura che trova origine nelle tecniche indigene, portoghesi e spagnole».

 

Tra gli altri autori esposti al festival lodigiano ci sono il russo Nikita Teryoshin, che compie un viaggio dietro le quinte del business mondiale della guerra, e la britannica Mary Turner, che ferma su carta fotografica i problemi sociali del nord-est dell’Inghilterra dovuti alla crisi dell’industria del carbone.

Articolo tratto da La Freccia ottobre 2020