Spesso quello che afferma il luogo comune e il sentito dire non ha un riscontro tangibile con la realtà. Diventa consuetudine, credenza popolare, stereotipo da abbattere. È il caso di tutti quei lavori che, storicamente, si considerano maschili. Il contesto ingegneristico è uno di questi, ma analizzandolo nei fatti offre tutto un altro scenario. Anas, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, può esserne la prova. Grazie a due belle storie di stretta attualità dimostra, infatti, quanto ruoli di responsabilità e mondo femminile siano un perfetto binomio.

 

I cantieri a Roma, in questo periodo, sono presenti. Il motivo è evidente, c’è un Giubileo alle porte e una città da migliorare, sia dal punto di vista della mobilità, sia da quello del recupero dello spazio urbano. Sono previsti infatti oltre 30 milioni di visitatori lungo tutto l’anno giubilare. C’è da lavorare, quindi, e per farlo servono persone all’altezza. Sara Fadlun, direttore lavori e responsabile opere puntuali Giubileo 2025, è una di queste. «Entro in Anas – racconta a FSNews.it – nel 2020. Prima con un ruolo a Perugia, poi con il ritorno a casa (è di Roma ndr). Proprio nella mia città mi viene offerta la possibilità di gestire un cantiere per il Giubileo, quello di piazza Pia. È un’emozione incredibile anche perché già mi immagino quando, fra qualche tempo, magari ci ripasserò camminando e capirò che tutte le migliorie sono avvenute anche grazie al mio lavoro». Il cantiere, infatti, si trova tra Castel Sant’Angelo e San Pietro in una zona costantemente sempre affollata, non solo quando si parla di anno santo, essendo un centro nevralgico del turismo capitolino.

 

Il cantiere, attualmente intorno al 35% del suo percorso, sarà pronto entro l’8 dicembre 2024 e, vista la sua importanza, non manca di essere visitato frequentemente anche dal sindaco Roberto Gualtieri. «Mi è capitato spesso di parlare con il primo cittadino – spiega Sara Fadlun – aggiornandolo sullo stato delle cose. È soddisfatto, ci fa domande ed è certo, come lo è tutta la squadra che dirigo, che il nostro lavorare a ritmo serrato permetterà le consegne nei tempi prestabiliti». Lavorare in un cantiere, essendo mansioni molto fisiche, è ad appannaggio principalmente di uomini, ma questo non crea nessun tipo di conflitto. «Gli operai specializzati sono uomini per una questione di forza fisica, ma in assoluto – continua Sara Fadlun – non posso sentirmi dire che il mio ambiente lavorativo prediliga un genere piuttosto che un altro. In Anas a portarti avanti esiste solo il merito. Le competenze fanno conquistare responsabilità, se si hanno si lavora bene. Il resto, credetemi, non conta».

 

Non conta ed è sempre più evidente. Anche perché Federica Di Pompeo, ingegnere di Anas, è un’altra storia capace di ribadire il concetto, infatti è la responsabile programmazione operativa e opere diffuse Giubileo 2025. «Ho quasi 32 anni e ricoprire un ruolo del genere – racconta - è semplicemente gratificante. Si tratta di un evento mondiale, di lavorare per Roma e di creare dei servizi per i cittadini che rimarranno per sempre. Non ci sono criticità da affrontare, ma solo un senso di grande appagamento». Federica Di Pompeo, infatti, tra i tanti cantieri che gestisce ne ha uno a Tor Vergata che diventerà un fulcro molto importante per la viabilità cittadina e anche una zona strategica per l’accoglienza dei pellegrini. «Questa esperienza – aggiunge - è nel segno della preparazione, del confronto e della qualità. A chi mi chiede se voglio essere chiamato ingegnere o ingegnera rispondo che non ho neanche il tempo per pensare a certi formalismi, il rispetto nel mio ambiente lavorativo viaggia di pari passo con la capacità. È quella l’unica variabile che ti fa crescere».  

 

Una variabile che è sempre più sotto gli occhi di tutti. A dimostrarlo anche i numeri dell’ultimo rapporto annuale del centro studi CNI dedicato alle donne nell’ingegneria italiana. In Italia ci sono 277.201 donne laureate in ingegneria, pari al 26,6% dei laureati in questa disciplina. Una percentuale alta che, dati Eurostat, colloca l’Italia al quarto posto in Europa per quota di laureate in ingegneria dopo Romania, Estonia e Bulgaria. L’Italia è un paese per ingegnere quindi? No, l’Italia è – semplicemente – un Paese che, in questo ambito, mette la competenza prima di ogni altra cosa. E a beneficiarne, come nel caso dei cantieri di Anas per il Giubileo 2025, sarà l’intera popolazione nazionale, senza nessuna distinzione di genere.