Michele Di Mauro in una scena del film Non morirò di fame

 

Per Michele Di Mauro essere attore è «ospitare il personaggio dentro di sé». E di ospiti ne ha avuti molti nella sua lunga carriera, soprattutto teatrale ma anche cinematografica e televisiva. Nella serie I delitti del BarLume, andata in onda su Sky e ora on demand su Now, interpreta il ministro Gianluigi Maria Tassone. Mentre in Call my agent, remake della serie francese Dix pour cent visibile sempre su Now, è Vittorio, agente di spettacolo. Il 2 febbraio arriva nelle sale con il film Non morirò di fame, diretto da Umberto Spinazzola, che tratta temi attuali come il disagio sociale e lo spreco alimentare. 

Che ruolo interpreti questa volta?

Sono Pier, uno chef che lavora in un ristorante di lusso ed è in attesa del riconoscimento molto ambito della seconda stella. Vive in un mondo borderline che ho voluto studiare nelle sue abitudini e ossessioni. A un certo punto, la situazione professionale del protagonista cambia improvvisamente, lui fugge all’estero, diventa un senza tetto e non lascia traccia di sé. 

 

La sua vita riparte comunque dal cibo. In che modo?

Ricomincia recuperando i prodotti alimentari per evitare gli sprechi. E così ritrova anche gli affetti familiari. 

 

 

La serie Call my agent, invece, racconta le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo alle prese con i capricci di alcuni attori. Tu chi sei in questo caso?

Vittorio, il più maturo e scaltro dei quattro agenti che prendono in mano la situazione quando il grande capo decide di lasciare. In ogni puntata è protagonista una star del cinema italiano che interpreta se stessa. Ci sono Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Corrado Guzzanti e il regista Paolo Sorrentino. Sono stati tutti molto attenti nel recitare il loro ruolo secondo la descrizione tracciata dalla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan. 

 

Un’altra serie di successo è I delitti del BarLume, tratta dai romanzi gialli di Marco Malvaldi. Ha dieci anni di vita e, anche in questo caso, ospita tanti attori noti…

Ha un cast importante che si è arricchito in maniera esponenziale. A Filippo Timi e Lucia Mascino nel quinto anno mi sono aggiunto io, seguito da Corrado Guzzanti e Stefano Fresi.

 

Che differenza c’è tra recitare per il teatro, il cinema o la tv?

Lavorare per le nuove piattaforme è un’opportunità professionale che affronto con gioia. Quando giro un film per il piccolo o il grande schermo ho l’impressione di essere veramente qualcun altro. Anche i luoghi sono reali: una casa, una strada… In teatro, invece, si parte sempre da un presupposto di rappresentazione. Ma, in ogni caso, quando reciti ci metti sempre del tuo. Io la definisco appropriazione debita del personaggio.

 

Viaggi spesso per le tue tournée. Come ti sposti?

Amo prendere il treno e cerco di non usare altri mezzi. Di recente ho viaggiato fino a Milano, per partecipare alle prove dello spettacolo Romeo e Giulietta, diretto da Mario Martone e prodotto dal Piccolo Teatro Strehler.