Sa essere intensa, ironica, commovente. Insomma, sa usare ampiamente tutte le sfaccettature della sua anima. Claudia Pandolfi è una delle attrici più talentuose che abbiamo sulla piazza. Dopo il meraviglioso Siccità di Paolo Virzì, nel 2023 la vedremo nelle serie Noi siamo leggenda, su Rai2, Un professore, su Rai1, I Leoni di Sicilia, su Di-sney+, e Un’estate fa, su Sky. Ora, invece, è protagonista (insieme a Luigi Lo Cascio), di The Bad Guy, dark comedy in sei episodi di Amazon Prime Video. Il plot ruota attorno all’incredibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che lotta contro la mafia e viene accusato di essere uno dei criminali che ha sempre combattuto. Pandolfi interpreta Luvi, la compagna del protagonista.

Cosa ti è piaciuto di lei?
Ho accettato questo ruolo con entusiasmo, perché la serie parla in maniera dissacrante di mafia, giustizia, verità. Il mio personaggio ha una svolta inaspettata, ma non posso spoilerare di più. È un crime sui lati oscuri, con donne e uomini imperfetti, sciocchi, ironici e scaltri: ci si può identificare nelle loro caratteristiche umane. La lotta e la dicotomia tra bene e male sono il vero perno della nostra vita, bisogna capirne l’equilibrio nelle scelte che facciamo.

Claudia Pandolfi e Luigi Lo Cascio sul set di The Bad Guy

Le caratteristiche di Luvi che hai anche tu?
La capacità di riconoscere il bene e il male. Tutti dovrebbero imparare a farlo.

Come scegli i ruoli?
Io vengo scelta, ogni volta. Per diventare Luvi ho sostenuto un super provino e ho dovuto imparare diversi articoli del Codice penale: dovevo avere dimestichezza con certi argomenti. Per ogni donna interpretata ho fatto un lavoro molto attento, così come in questa serie diretta da due registi straordinari, educati, entusiasti ed estremamente preparati: Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana.
Che rapporto hai con il viaggio?
Contraddittorio. Sono abbastanza stanziale, mi piace spostarmi ma con l’idea di tornare. Per lavoro sono portata a muovermi più di quanto vorrei: il mestiere che faccio è talmente bello che lo scopo vale il tragitto.

Il tuo viaggio più significativo?

La tournée teatrale per lo spettacolo Io e mia figlia, nel 1995: era la prima volta che andavo via da casa, mi sembrava di non vedere la fine. Mi stavo affacciando alla mia nuova vita. Lì, forse, lavorando con persone sconosciute, che non avevo scelto per fare quell’esperienza, sono diventata adulta.
Cosa diresti a quella ragazzina?
Forse non le direi niente, ma le farei un occhiolino.
Parafrasando il titolo del serial, sei una bad girl?
Certo che lo sono, l’importante è tenerla a bada.