In apertura Sangiovanni © Dirindin

È la sera del 15 maggio 2021. In televisione un ragazzo e una ragazza, seduti mano nella mano, guardano un maxischermo su cui viene trasmessa l’immagine di una carta che vola. In sottofondo, l’inconfondibile voce di Freddie Mercury che intona We are the champions. È la finale della ventesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi. La vittoria andrà alla ballerina Giulia Stabile, ma a trionfare nel circuito dedicato al canto sarà Sangiovanni, teenager vicentino nonché fidanzato della vincitrice.

 

Da quel momento, per il ragazzo cambia tutto: i singoli Lady, Tutta la notteHype sono delle hit, l’ep che porta il suo nome si piazza subito in vetta alle classifiche di vendita. Il tormentone Malibù è la canzone di maggior successo della scorsa estate, ma anche la più ascoltata su Spotify e Apple Music. E il video del brano è risultato quello col maggior numero di view. Seguono una pioggia di certificazioni con 21 dischi di platino e cinque d’oro. Poi arrivano la partecipazione al Festival di Sanremo 2022 col pezzo Farfalle, l’album Cadere Volare e un tour sold out nei club. Fino al nuovo singolo, Scossa, pronto a conquistare la bella stagione e a risuonare nei live che partono il 7 luglio da Pordenone e si concludono il 4 settembre a Cremona. Con lui abbiamo deciso di realizzare un’intervista sui generis che ripercorre la sua carriera attraverso una serie di parole chiave. Sangio (come lo chiamano i fan) accetta con un: «Ok, bro». E si parte.

Ascolta il podcast a cura di Federica Gheno

Sangiovanni Live 2022 © Elena Di Vincenzo

La prima parola è estate.

È un bel ricordo legato alle emozioni, alla spensieratezza. Ma da quando faccio musica ha un altro tipo di valore: il mio pezzo Malibù, la scorsa stagione, è stato il più ascoltato. Quest’estate rappresenta anche la rinascita del mondo dello spettacolo, senza misure di sicurezza legate al Covid-19. E mi auguro sia pure il momento in cui potrò dedicarmi alle vacanze.

 

Se ti dico musica, cosa rispondi?

La mia valvola di sfogo. Mi aiuta nei momenti peggiori: è la prima entità con cui mi confido.

 

Concerto?

Un luogo in cui confluiscono le persone con la stessa passione e la stessa voglia di divertirsi. Siamo tutti sullo stesso piano, senza differenze. È come se il mondo fuori si annullasse. Una grande festa.

 

L’arcobaleno è…

Un simbolo di pace. Tanti colori, ognuno con la stessa valenza e dignità. Non riuscirei a immaginare un mondo in bianco e nero.

 

Passiamo a mare.

Tante canzoni belle da scrivere e tanto amore. Mi piace il mare, è sempre un posto in cui sto bene. Sono perennemente raffreddato e nelle località marittime mi passa tutto. Mi ricorda anche un periodo in cui si sta in famiglia, una tradizione che va avanti da tanti anni.

Sangiovanni Live 2022 © Elena Di Vincenzo

Cuore?

Quello che serve per realizzare belle cose. In molti casi non penso, uso il cuore e basta. È fondamentale per raggiungere gli obiettivi.

 

E ora la prima delle due parole che formano il titolo del tuo album: cadere.

Ho iniziato a fare musica perché mi sentivo cadere. Sono entrato a far parte del mondo dello spettacolo e sono caduto di nuovo. Non importa quello che si fa o da dove si viene, capiterà sempre di soffrire e avere momenti no. Bisogna accettarlo. La sensazione di cadere può anche vivere dentro di te, ma prima o poi passa.

 

Il secondo termine del titolo è volare.

Uno dei momenti più belli e sfuggenti della vita. Durano pochissimo e io non me li godo appieno. Non esulto quando mi sembra di volare perché penso già a quando cadrò, invece di assaporare il momento.

 

Altro giro, altra parola: farfalle.

Una hit abbastanza universale, passami il termine. La sua forza è la cantabilità. Ora l’abbiamo lanciata per il mercato spagnolo e sta andando benissimo. Mi ha permesso di riconfermare tutto il lavoro dello scorso anno. E ha rappresentato anche la consapevolezza che forse posso avere anch’io il mio spazio per fare stare bene le persone.

 

E se ti dico Sanremo?

Un ricordo bellissimo. Lo rifarei altre cento volte. Mi sono divertito tanto ed è un’esperienza che consiglio a tutti gli artisti. È vero, in quella settimana bisogna gestire ansia e stress. Ma mi è piaciuto tantissimo esserci. E poi sono contento di aver preso parte all’ultima edizione della kermesse: è stato un momento bellissimo per il nostro Paese. Senza contare che con quella partecipazione ho messo il mio nome su un pezzo di storia e cultura musicale italiana.

Sangiovanni Live 2022 © Elena Di Vincenzo

Una parola di cui ora si parla molto: smalto.

È figo, mi piace vederlo su di me. Ormai è diventato un simbolo di inclusione. Penso che chiunque possa usarlo, è solo un accessorio: voglio che questo messaggio arrivi alle persone. Ci si può mettere lo smalto sulle unghie o vestirsi di rosa. Non c’è nessuna legge che ci dice cosa è da donna e cosa da uomo. Certi commenti mi danno fastidio perché capisco quanto siamo arretrati in questo Paese, ma non mi feriscono perché nascono da un pensiero chiuso. E non mi riguarda. Io voglio attorniarmi di persone intelligenti, aperte alla vita, non di gente rimasta ferma a 50 anni fa. Anche se quel mondo, nonostante non l’abbia vissuto, per certi versi mi sembra più aperto di adesso.

 

Capelli.

Mi piaccio sia quando li porto lunghi sia ora che sono rasato. Con questo caldo torrido che distrugge le giornate sto bene così (ride, ndr).

 

Se ti dico cambiamento?

Quello che è necessario fare per migliorare la mia musica e portarla a un livello superiore. Anche umanamente ho ancora da imparare: non si smette mai di mutare e crescere, è un’idea che voglio usare come costante della mia vita.

 

Amici.

Ne ho persi tanti. Quando si vuole raggiungere un sogno, si ha un pensiero in meno per loro e uno in più per gli obiettivi che ci si pone. Adesso ne ho di nuovi, ma riesco ancora a mantenerne alcuni dei vecchi. Gli amici mi aiutano, mi vogliono bene, mi conoscono e mi fanno passare momenti spensierati. Vivo con molto stress le cose che faccio mentre loro mi permettono di andare avanti con più leggerezza.

 

Talent show.

Sono sottovalutati e discriminati. Invece rappresentano una possibilità per tanti ragazzi come me, che non sapevano cosa fare per essere ascoltati e capiti. È una chance gigante per chi ha saputo sfruttarla. La tv non è sinonimo di successo. Quanti ragazzi sono passati per un talent show e quanti sono effettivamente rimasti sulla cresta dell’onda? La percentuale è molto bassa. Dire che il piccolo schermo garantisce il successo mi sembra utopico. E mi dispiace vedere artisti che spaccano davvero venire presi meno sul serio solo perché sono stati concorrenti di un talent, quasi fosse una colpa. All’estero non è così: la cantautrice spagnola Aitana, con cui ho collaborato per Mariposas, versione iberica di Farfalle, è uscita dal programma Operación Triunfo e nel suo Paese è considerata una dea mega conosciuta e amata. Il talent lì non è motivo di hating.

Famiglia.

Mi ci sono avvicinato ancora di più dopo il successo. È una delle poche cose che contano. C’è la famiglia biologica, ma anche quella che si sceglie. Sono importanti allo stesso modo e nella mia vita ci devono essere entrambe. Le persone che si incontrano possono lasciarci soli da un momento all’altro. Ma so che la mia mamma e il mio papà non lo faranno mai.

 

Ora ti dico scossa.

La mia nuova canzone. L’ho scritta dopo essere uscito da Amici. Ha una bella vibe e mi piace il ritornello: Prenderò la scossa se mi tocchi il futuro. Credo sia utile pensare al presente perché è così che si costruisce un futuro migliore.

 

E se pronuncio la parola treno?

Per me è un luogo di ispirazione e scrittura. Registravo i miei brani in uno studio a Montebello: da casa mia a Vicenza ci vogliono venti minuti in treno e così lo prendevo per andare e tornare. Componevo canzoni nelle carrozze. Era come se il mondo si fermasse, mentre mi trovavo in una capsula che mostrava il mondo fuori in pieno scorrimento. Il treno ce l’ho a cuore, è legato a bei ricordi.

 

Viaggio.

Una costante. Vivo così, ormai: una vita in viaggio.

 

Interiorità.

Credo di dover migliorare tante cose per perfezionare quello che ho dentro. E la mia musica: ciò che ho di più profondo e intimo da dire.

 

Prima di salutarti ho ancora una parola: Sangiovanni.

Un ragazzo di 19 anni che fa musica per esigenza. Voglio vedermi così, niente di più e niente di meno.

LUGLIO

7 Pordenone

8 Mantova

10 Ferrara

14 Morrovalle (MC)

16 Alba (CN)

20 Bergamo

23 Bellinzona (Ticino)

28 Rosolina Mare (RO)

29 Cervia

 

AGOSTO

4 Follonica (GR)

5 Castiglioncello (LI)

7 Asiago (VI)

23 Lecce

25 Ragusa

27 Catania

28 Campofelice di Roccella (PA)

30 Roccella Jonica (RC)

 

SETTEMBRE

2 Prato

4 Cremona

Articolo tratto da La Freccia