È diventata attrice per colpa delle multe. Oltre dieci anni fa, infatti, Matilde Gioli ha partecipato al provino per le comparse del film Il capitale umano, di Paolo Virzì, per saldare alcune contravvenzioni. Da quel casting, però, è uscita con un copione in mano e il ruolo da protagonista. Poi ha vissuto un susseguirsi di successi tra cinema e tv: è stata la dottoressa Giulia Giordano nella fiction dei record Doc - Nelle tue mani, uno dei fiori all’occhiello di Rai1. E dal 14 febbraio torna sul grande schermo con Tramite amicizia (prodotto da IIF e distribuito da 01 Distribution), pellicola scritta, diretta e interpretata da Alessandro Siani. La storia ruota attorno a Lorenzo, proprietario di un’agenzia speciale che noleggia amici per conforto o compagnia. A chiedere questo tipo di servizio, un giorno, arrivano anche i suoi familiari, dipendenti di una fabbrica di dolciumi che rischia di essere venduta per una profonda crisi personale del padrone. Tra gag e colpi di scena l’obiettivo è uno solo: salvare l’azienda e i suoi lavoratori anche con l’aiuto di un’amica speciale, Maya, che ha il volto di Gioli.

Chi è Maya?

Una tipa molto particolare, con un carattere che non ho mai interpretato. Grazie a questo ruolo, ho tirato fuori lati comici e inediti per me. Vedrete una milanesità imbruttita, con accenti ed espressioni tipiche che, da meneghina, ho esasperato. Un aspetto che, solitamente, mi chiedono di togliere. Maya sembra una furbetta, una ladruncola, ma poi, a mano a mano, ci si rende conto che è così perché abbandonata a se stessa. Una ragazza fragile, sola, che nessuno ha incoraggiato.

Caratteristiche in comune?

È un animaletto selvatico come me. La cosa più figa nella pellicola è la sua incredibile trasformazione di look: da rasta punkettona diventa una sorta di Audrey Hepburn. Viene fuori un movimento dialettico interessante: si plasma una figura a metà strada tra quella che era prima e quella in cui la vorrebbero trasformare. In questo modo, trova se stessa.

Recitando cos’hai capito di te?

Un sacco di cose. E non è sempre stato piacevole. Recitare ti mette in un confronto forzato con alcune caratteristiche che a volte non si vogliono vedere o si tengono nascoste. Ma ci si rende conto anche di quali particolarità si possiedono e di come possano tornare utili. Personalmente ho compreso la mia fragilità e superato la paura del giudizio altrui, mostrando appieno chi sono. La recitazione tira fuori tutto.

Com’è andata con Siani in veste di regista?

Lo avevo incrociato qualche volta, in questi anni, e mi era risultato molto simpatico. Lavorarci insieme è stato meraviglioso, mi ha stupito sotto tanti punti di vista. È un regista attento agli attori quanto alla troupe. Sa comunicare molto bene e crea un clima sereno sul set. E poi è brillante: siamo abituati a vederlo nei momenti comici, ma ha un lato intellettuale e saggio stupefacente.

E con il Siani attore?

È stato fantastico. Ci siamo divertiti tantissimo: ha capito il mio modo di recitare e mi ha seguita. Con Ale è stato proprio un incontro felice.

Sei anche la conduttrice di Summer Job, il primo reality italiano di Netflix con protagonisti ragazzi viziati alle prese col duro mondo del lavoro. Com’è andata questa esperienza?

Molto positivamente. Mi sono un po’ buttata: era una cosa che non avevo mai fatto prima e mi sono lasciata trascinare dalla curiosità. Ho lavorato con autori che si occupano di televisione come mestiere e si è creato un bellissimo rapporto.

Rispetto a cinema e fiction hai avuto difficoltà?

Non conoscevo le tempistiche televisive, ma mi è piaciuto molto lavorare in presa diretta: essendo un reality, volevano le reazioni vere dei ragazzi. Hanno spinto molto perché fosse buona la prima. È stata una sfida per le mie capacità mnemoniche e di improvvisazione. Ma posso dire che la conduzione è un bel lavoro.

Cos’hai capito della generazione Z?

Non esprimo un giudizio perché ci sono troppe cose da comprendere. Il mio sarebbe un parere confutabile, anche alla luce del fatto che prima o poi avremo a che fare con la generazione successiva, cresciuta durante la pandemia e la guerra. Sicuramente il bombardamento dei social provoca una bulimia generale di contenuti in cui manca il momento in cui ci si ferma, si respira e si gode il qui e ora. I ragazzi sono così sommersi da non riuscire a fare un piccolo stop. Non hanno tempo per pensare, sarebbe interessante vedere il loro comportamento con tutti i dispositivi spenti. Di positivo c’è che, alla fine, i protagonisti dello show sono riusciti a tirare fuori sogni, desideri e buona volontà, perché dentro hanno tutto. Bisognerebbe farli pensare liberamente.

Quindi sarai una futura presentatrice?

Al primo posto c’è il mio lavoro da attrice. Ho fatto Summer Job perché il progetto mi piaceva tantissimo: volevo vedere i ragazzi crescere in un percorso e mi piaceva questo ruolo da sorella maggiore, quasi una figura maieutica. Quindi, se in futuro ci sarà qualcosa di interessante, perché no?

Cosa ti piacerebbe condurre?

Tutto ciò che è itinerante come Pechino Express: non sono attratta dall’idea dello studio, mi piace accompagnare i concorrenti.

Restiamo in tema viaggio, allora. Che cos’è per te il treno?

È casa, oltre che una costante della mia vita da dieci anni. Ormai conosco tanti capitreno, oltre ai ragazzi che lavorano al bar: viaggiando tanto sulla Milano-Roma incontro gli stessi più volte. Sono carini perché mi danno sempre il bentornato.

Che viaggiatrice sei?

Una rompiscatole. Quando scelgo l’area del silenzio, se qualcuno parla glielo vado a dire. Quando c’era l’obbligo delle mascherine, poi, non ti dico. Quindi, se mi incontrate sul treno e parlate ad alta voce dove non potete sicuro non vi lascio stare (ride, ndr).

Il ricordo più bello legato al treno?

Quando prendevo i regionali con gli scout: con i nostri zaini pesantissimi cantavamo e parlavamo di tutto, è un momento a cui ripenso con grande affetto.

Cosa ti porti dietro in viaggio?

Sono attrezzatissima, tra libri, cruciverba e il mio cagnolino Kal-El. E poi sul treno mi piace guardare video di filosofi moderni, visto che sono laureata in questo campo.

Ma Kal-El non è il nome kryptoniano di Superman?

Esattamente. Sono appassionata di fumetti.

Personaggio preferito?

Batman, per tutte le ombre che ha. E per essere diventato la sua paura.

Che superpotere vorresti?

Mi piacerebbe volare, lo desidero da quando sono piccola. Ero talmente fissata con questa cosa che per una vita ho giocato al parco sbattendo le ali, facevo finta di essere un’aquila. Amo l’idea di spostarmi attraverso il volo e vedere il mondo dall’alto. Una sensazione che ho vissuto solo quando mi sono lanciata col paracadute.

Cosa ti aspetta dopo Tramite amicizia?

Sono in procinto di accettare un progetto ed è possibile che presto sia di nuovo sul set. Fra poco dovrebbe uscire pure il film Cattiva coscienza di Davide Minnella, persona deliziosa che stimo tantissimo. La pellicola è davvero bella e sono la protagonista insieme a Filippo Scicchitano e Francesco Scianna. Poi ricomincio con le puntate di Doc - Nelle tue mani.

Cosa ti ha regalato la fiction?

Mi ha permesso di incontrare il grande pubblico. Avendo fatto sempre cinema ero conosciuta da amatori e appassionati. Con una serie così seguita e apprezzata il mio seguito è cambiato e si è ampliato. Mi piace che le persone mi fermino per strada e mi identifichino con la dottoressa Giulia.

Qualche anticipazione?

Ho cercato di scucire qualcosa a Luca Argentero (protagonista della serie, ndr) ma non c’è stato verso.

Cosa faresti oggi se avessi pagato quelle multe senza passare per il provino con Virzì?

Avrei continuato la carriera universitaria. Ero determinata e pensavo di approdare nel mondo della ricerca con il mio professore di Filosofia della scienza, facendo anche viaggi all’estero. Mi affascina lo studio del cervello attraverso un approccio filosofico. Forse adesso sarei in America.

Forse ci andrai lo stesso, ma a Hollywood…

Non prendo tanto in considerazione questa possibilità: hanno interpreti completi, competitivi e ambiziosi. E con una tale quantità di talenti in giro la cosa mi sembra inarrivabile.

Un personaggio che vorresti interpretare?

Il ruolo di una combattente in un’ambientazione medioevale. Mi viene in mente Xena - Principessa guerriera: mi piace l’idea di una donna che vive isolata nelle foreste, col suo cavallo e un esercito al suo cospetto per salvare i più deboli.

Quest’anno compi dieci anni di carriera. Chi sei oggi?

Una ragazza che ha ancora tantissima strada da fare. Ogni progetto mi apre infiniti mondi da approfondire. Ho compiuto un bel percorso, ma sono ancora una persona curiosa e in itinere, sono una donna in viaggio.