Foto di ©Federica Miglietta

È uno degli itinerari di maggior successo e tra i più nuovi d’Italia con i suoi pochi anni di vita. Il Cammino del Salento, che parte da Lecce e arriva a Santa Maria di Leuca, in fondo all’Italia, è stato ideato nel 2018 da due giovanissime escursioniste under 30: Federica Miglietta, classe 1990, e Mariarita Scarpino, due anni più grande. Da allora è già stato percorso da 5mila persone, un numero che si traduce in circa 2milioni e 800mila euro di indotto per i territori attraversati, e l’ingresso, nel 2022, nella top ten dei cammini italiani più frequentati.

 

Un progetto da record e tutto al femminile, concepito quando Federica si trovava a Londra per un master sulla promozione culturale e territoriale. «Molte lezioni erano dedicate allo studio del turismo, quello lento in particolare», ricorda. «Nel Salento il flusso di visitatori si concentra per il 75% in 40 giorni all’anno, tra luglio e agosto, e principalmente nelle zone costiere. Eppure, il nostro territorio ha tanto da offrire, anche durante gli altri mesi e nelle aree interne. Da queste considerazioni prende spunto il Cammino del Salento, finalizzato alla valorizzazione di piccoli borghi e scorci naturalistici poco conosciuti». 

 

Così Federica e Mariarita, amiche da una vita, decidono di lanciarsi nell’impresa: «Ci siamo messe a progettare per partecipare al bando Pugliesi Innovativi indetto dalla nostra Regione, che poi abbiamo vinto, potendo così avviare la nostra impresa giovane e al femminile, proprio l’8 marzo del 2019». Gambe in spalla, le due ragazze hanno percorso più di mille chilometri durante le fasi iniziali per decidere quali linee tracciare sulla carta.

I faraglioni Sant'Andrea a Marina di Melendugno (Lecce), sulla Via del mare

I faraglioni Sant'Andrea a Marina di Melendugno (Lecce), sulla Via del mare

Di lì in poi, Mariarita si è occupata dell’organizzazione degli eventi e della realizzazione di tutta la segnaletica: «C’è lei dietro a ogni freccia arancione e a ogni cartello di legno», specifica la collega. Federica, invece, si è dedicata alla creazione del sito e delle grafiche, e ha seguito la gestione dei social network. «Insieme, invece, lavoriamo all’organizzazione dei viaggi di gruppo, per i quali forniamo assistenza 24 ore su 24», proseguono. Nel dettaglio, il Cammino del Salento è un doppio percorso che si snoda lungo la Via dei borghi e la Via del mare. «È Porta Napoli, a Lecce, il punto di inizio di entrambi i tracciati. Attraversato il centro storico e arrivati in piazza Sant’Oronzo, i due percorsi si dividono: per la Via del mare si procede verso il Castello Carlo V, mentre per la Via dei borghi si prende Porta San Biagio», spiega Miglietta.

 

Da lì in poi, la scelta del camminatore è compiuta: chi opta per la Via del mare compie 115 chilometri da suddividere in cinque tappe e raggiunge l’Adriatico già durante il primo giorno di viaggio. Più spettacolare dal punto di vista naturalistico, questo percorso consente di ammirare, nelle prime due tappe, la vasca naturale della Grotta della poesia, i faraglioni di Sant’Andrea e le Due sorelle, i laghi Alimini e la Baia dei turchi. Per chi prende la Via dei borghi, invece, l’itinerario si svolge lungo 135 chilometri in sei tappe, e offre una scelta più ricca dal punto di vista culturale e artistico, con le prime tre soste ambientate nel suggestivo entroterra salentino, tra muri a secco e ulivi, per poi ricongiungersi alla Via del mare nella città di Otranto.

 

Già, perché nelle ultime tre giornate di cammino i due percorsi coincidono, confluendo in una serie di sentieri a mezza costa, tra torri, piscine naturali, grotte e piccole baie di rara bellezza. Dopo Otranto, con il suo centro ricco di storia e arte – da non perdere il maestoso mosaico con l’albero della vita che ricopre per intero il pavimento della cattedrale di Santa Maria Annunziata – si procede lungo uno spettacolare trekking costiero. Dopo aver passato in rassegna una cava di bauxite dai tratti marziani, il faro di Punta Palascia rivolto verso la costa dell’Albania, Torre Sant’Emiliano e, infine, Porto Badisco con la sua stupenda baia, si raggiunge Santa Cesarea Terme dal fascino orientale. L’indomani si prosegue diretti a Marina Serra, attraversando la spiaggia di Porto Miggiano e Castro, il borgo medievale definito la perla del Salento. Di baia in porto, di sentiero in torre, si arriva al piccolo rione del comune di Tricase, noto per la sua magnifica piscina naturale.

Uno degli adesivi per la segnaletica a basso impatto ambientale del Cammino del Salento

Uno degli adesivi per la segnaletica a basso impatto ambientale del Cammino del Salento

Nell’ultimo giorno di cammino, infine, si intraprende lo spettacolare sentiero delle Cipolliane, giocato sulla linea di confine tra la terra e il mare. Il percorso che segue è disseminato di grotte e falesie, e raggiunge il monumento dell’Erma Antica, dove è possibile effettuare il caratteristico rituale delle pietre: in passato i pellegrini, prima di raggiungere il Santuario mariano di Leuca, ad appena un chilometro, posavano in

questo luogo un sasso per alleggerirsi dei loro peccati e chiedere alla Vergine protezione e benedizione.

 

Arrivati ai piedi della cascata monumentale di Santa Maria di Leuca, stretta tra due grandi rampe, 284 gradini separano i viandanti dal Santuario de Finibus Terrae, meta finale del cammino dove, nei secoli, giungevano anche i pellegrini da Roma, lungo la Via Francigena del sud, prima di imbarcarsi per la Terra Santa. Un itinerario caratterizzato da una forte vocazione femminile non soltanto per le sue artefici, Federica e Mariarita, ma anche perché sempre più donne lo percorrono: «Grazie alla Rete nazionale donne in cammino, la grande community fondata da Ilaria Canali, e al gruppo facebook Ragazze in gamba che ci segue dall’inizio, abbiamo notato che le donne che percorrono a piedi il Salento sono tantissime, molte di più rispetto agli uomini. Questo lo vediamo soprattutto dai nostri social: il 70% di chi ci segue è donna».

 

Prima di ripartire, Federica e Mariarita ci regalano gli ultimi preziosi consigli: «Percorrete i vari tratti dell’itinerario così come sono stati concepiti. Nei punti tappa si trova tutto quello di cui i camminatori hanno bisogno, incluse condizioni speciali per il vitto e l’alloggio dedicate a chi esibisce il Passaporto del pellegrino».

È importante, inoltre, seguire con precisione il tracciato: «Anche se non sempre il percorso segnato è il più breve, certamente è quello che consente di scoprire i nostri tesori nascosti, specialmente nei borghi attraversati». L’autunno è il periodo ideale per percorrere il Cammino del Salento evitando la calura estiva. «È preferibile mettersi in marcia presto, all’alba, mai nelle ore più calde soprattutto d’estate, specie nelle ultime tre tappe, così da godere a pieno lo spettacolo del sole che sorge dal mare. In particolare, a Punta Palascia, a pochi chilometri da Otranto, si può assistere alla prima alba d’Italia. Il punto più a Oriente della nostra penisola è proprio qui».

 

camminodelsalento.it

Articolo tratto da La Freccia.