In cover, Castelmezzano (PZ) © rudi1976/AdobeStock

Niente a che vedere con le chiusure territoriali disposte per fronteggiare la pandemia. Nel caso delle Bandiere arancioni assegnate dal Touring club italiano, il colore sta a identificare i borghi dell’entroterra che si sono distinti per eccellenza in termini ambientali, culturali, enogastronomici, di accoglienza e innovazione sociale.

 

L’associazione, che da 22 anni si dedica a valorizzare i piccoli centri dell’entroterra, ha distribuito ben 252 bandiere certificate. Alla fine del 2020 hanno ricevuto questo riconoscimento cinque nuovi borghi: Introd, ai piedi del Parco nazionale del Gran Paradiso in provincia di Aosta, Levico Terme (TN) sulle sponde dell’omonimo lago incastonato nel verde delle Alpi, Valeggio sul Mincio (VR), localizzato nell’anfiteatro naturale delle colline moreniche, Roccamandolfi (IS), pittoresco centro montano ai piedi del massiccio del Matese e Castelmezzano, all’interno del Parco regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, in provincia di Potenza.

 

La bandiera viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Abbiamo chiesto a Isabella Andrighetti, responsabile Certificazioni e programmi territoriali del Touring club italiano perché la scelta è ricaduta proprio su questi gioielli.

 

Due le forti tradizioni che hanno portato alla scelta di Introd: la prima, artigianale, legata alla produzione e lavorazione di oggetti tipici in legno, la seconda prettamente linguistica e ancora oggi salvaguardata. Gli abitanti del paese, infatti, accanto al francese e all’italiano (lingue ufficiali della Valle d’Aosta) utilizzano il patois, idioma francoprovenzale comune alle tre regioni alpine ai piedi del Monte Bianco. Nella Maison Bruil, antica casa rurale diventata oggi Maison de l’alimentation, è stata allestita l’esposizione Conserver le souvenir… se souvenir pour conserver che mira a far conoscere i prodotti tradizionali e l’evoluzione delle tecniche conservative nel corso dei secoli. All’interno è presente anche l’Atelier du Goût, una vetrina dove scoprire il territorio in modo concreto e consapevole, anche con degustazioni delle specialità valdostane, oltre a uno spazio dedicato alla vendita e alla promozione dei prodotti tipici locali.

 

«La località, ai piedi del Parco nazionale del Gran Paradiso, si distingue per il pregevole contesto paesaggistico e per la varietà delle esperienze turistiche offerte, adatte sia a chi cerca natura ed enogastronomia sia a chi insegue la cultura», spiega Andrighetti. «Le risorse del territorio, come musei, parchi, e sentieri, sono numerose, ben fruibili e adeguatamente valorizzate e permettono al visitatore di conoscere a fondo la storia di questi luoghi».

Introd (AO) © Gaetano Madonia, archivio Touring club italiano

Incastonato nel verde delle Alpi, Levico Terme colpisce per il carattere ancora immutato di città dallo stampo ottocentesco, che rievoca le atmosfere della Belle Époque, in cui i nobili di tutta Europa venivano a ritemprarsi dalle fatiche di corte. Il Parco Asburgico delle Terme è il più grande giardino storico della provincia, ideale per passeggiare in completo relax. Inoltre è possibile assaggiare l’acqua Levico, che nasce a oltre 1.500 metri di altezza da una fonte centenaria dell’Alta Valsugana e, grazie alle sue proprietà organolettiche, è una delle sorgenti più leggere d’Europa. Per il Touring non ci sono dubbi, il merito della scelta va anche a «un centro storico vivace con diversi punti vendita di prodotti tipici, ristoranti e strutture ricettive», continua l’esperta.

 

«Il contesto naturalistico e il lago sono elementi di attrattività valorizzati da iniziative complementari come le escursioni guidate a piedi e in bicicletta. Il comune si distingue, poi, per un’eccellente gestione degli aspetti ambientali, grazie al frequente monitoraggio della qualità delle acque del lago e all’elevata percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato. Ottimo, infine, anche il servizio di informazioni turistiche in loco e online su visitvalsugana.it», conclude. In più, Levico Terme dista poco più di 45 minuti di treno da Trento ed è raggiungibile anche dal Veneto grazie ai collegamenti diretti di Trenitalia con Bassano del Grappa (VI).

 

Avvicinandoci alla romantica Verona, invece, c’è un luogo che inneggia all’amore. L’incantevole frazione di Borghetto, all’interno del comune di Valeggio sul Mincio, deve il suo fascino all’armonico rapporto tra storia e natura, conservato quasi intatto nei secoli. L’atmosfera medievale è ricordata dai merli ghibellini, dal campanile della chiesa di San Marco e dalle ruote degli antichi mulini. Domina la scena il Ponte Visconteo – più frequentemente chiamato ponte lungo – straordinaria diga fortificata costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, lungo 650 metri e largo circa 25, con il piano stradale nove metri sopra il livello del fiume. Proprio qui, il terzo martedì di giugno, si tiene normalmente la Festa del nodo d’amore, una cena all’aperto per oltre tremila persone, sedute a una tavola lunga più di un chilometro, in occasione della quale vengono serviti i tradizionali tortellini di Valeggio.

 

Secondo Andrighetti questa cittadina, situata nell’anfiteatro naturale delle colline moreniche, «si distingue per la ricchezza del patrimonio storico-culturale concentrato in un territorio ridotto. Un luogo dinamico grazie alla comunità locale e a un tessuto imprenditoriale che permette di valorizzare i prodotti tipici attraverso numerosi punti vendita e ristoranti».

Valeggio sul Mincio (VR) © Gottlob Freund/AdobeStock

Si scende verso Sud, in Molise, per scoprire Roccamandolfi, un paese profondamente legato alla sua storia risorgimentale. Il fenomeno del brigantaggio post-unitario è rievocato in un museo con un sistema di multiproiezione 2D e 3D e anche attraverso una visita guidata nel borgo per scoprire la statua del Brigante. Il ponte tibetano poi, piccolo capolavoro di ingegneria e carpenteria metallica, permette di camminare ad alta quota, circondati dalle pareti rocciose, sopra il torrente Callora. Degno di nota è anche l’abito d’epoca di Roccamandolfi, ritenuto uno dei più belli d’Italia non solo in virtù della bellezza estetica ma anche per il valore antropologico e culturale che racchiude, unitamente ai copiosi monili che lo corredano.

 

«Siamo di fronte a un pittoresco comune montano ai piedi del massiccio del Matese, collocato in un’ariosa e tranquilla cornice di boschi e di pianori, con un centro storico raccolto e ben organizzato, dotato di un percorso di visita con pannelli informativi», aggiunge la responsabile Certificazioni del Touring.

 

Il viaggio termina in provincia di Potenza, a Castelmezzano, la quinta nuova Bandiera arancione. Il borgo è particolarmente suggestivo grazie alla presenza delle costruzioni inserite nella roccia e alle numerose scale ripide che si aprono tra i vicoli e invitano a salire verso le vette sovrastanti per godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane. I più intrepidi possono provare il Volo dell’Angelo, un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di Castelmezzano e Pietrapertosa sul quale scivolare in un’adrenalinica avventura, unica in Italia, ma anche nel mondo, per la bellezza del paesaggio e l’altezza massima di sorvolo. Per i meno avventurosi c’è invece il Percorso delle sette pietre, un progetto che recupera un antico sentiero contadino di circa due chilometri, sempre tra Pietrapertosa e Castelmezzano, ispirato a racconti tramandati oralmente e al libro Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino. Lungo il sentiero, la narrazione si traduce in forme visive, sonore ed evocative, diventando una storia incisa sulla pietra. In questo territorio, l’attenzione si posa sull’aspetto paesaggistico: «Siamo all’interno del Parco regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e il borgo è in una posizione panoramica unica», precisa Andrighetti.

 

«Molto particolare l’architettura, con edifici incastonati nella roccia e un articolato sistema di vicoli e scalinate. Nonostante le sue piccole dimensioni e i soli 756 abitanti, Castelmezzano ha un nutrito numero di ristoranti, strutture ricettive e negozi, con un livello di accoglienza turistica da lodare». In attesa delle prossime candidature, meritano una visita questi piccoli centri di eccellenza, considerando solo i pregi (e non i divieti) del colore arancione.

Articolo tratto da La Freccia