In apertura: Federico Tosi Untitled (Manila shell) (2019)

Cemento - Collezione privata

Conchiglie, organismi marini, tracce preistoriche, ma anche un seme alieno proveniente da una lontana galassia. Sembra un romanzo di science fiction, invece sono le Dolomiti d’Ampezzo, invase dalle opere degli artisti Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi, T-yong Chung.

Dal 25 luglio al 2 novembre, a Cortina d’Ampezzo (BL) prende il via la prima edizione della rassegna Sentieri d’arte, con il progetto Arcipelago fossile curato da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli. Due gli itinerari da esplorare, Pian de ra Spines e Gores de Federa (aperto agli escursionisti nel 2019), in cui la storia geologica delle Dolomiti diventa protagonista dell’avventura.

Tutta l’area, prima di formarsi per orogenesi con la faglia africana, costituiva infatti un oceano caldo dotato di una nutrita barriera corallina, caratteristica che queste montagne condividono solo con l’Himalaya.
Un paesaggio molto diverso rispetto a quello attuale, riconosciuto patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, che iniziò a formarsi circa 240 milioni di anni fa, nel Triassico, in un’epoca in cui la vita sulla Terra si stava riprendendo dopo un’imponente estinzione di massa. Nell’Oceano Tetide, da cui ha avuto origine l’attuale mar Mediterraneo, crescevano edifici carbonatici, fabbricati in milioni di anni da esseri viventi chiamati bio-costruttori: ricci di mare, spugne, alghe, coralli e molluschi vivevano colonizzando le alture dei fondali marini.

Da questo viaggio archeologico prende il nome Arcipelago fossile, che per Chimento costituisce una sfida molto stimolante: «L’obiettivo è stato quello di realizzare una mostra d’arte pubblica dal taglio sperimentale, un progetto site-specific integrato con il contesto ambientale, ma anche con la comunità di Cortina. Ci siamo volutamente tenuti lontani dall’idea di realizzare un percorso legato alla Land art, considerando quella splendida stagione definitivamente conclusa, e nello stesso tempo abbiamo accuratamente evitato disincentivare meccanismi di spettacolarizzazione dell’arte, come avviene abitualmente in questo tipo di contesti». Arcipelago fossile, continua il curatore, «nasce da un’approfondita conoscenza del paesaggio umano legato a questa parte delle Dolomiti. Solo successivamente è stato possibile elaborare un progetto espositivo che mira alla creazione di un rapporto diretto tra le opere plastiche e l’essenza di luoghi carichi di fascino e di fascinazioni». 

Sentiero di Gores de Federa, Cortina d’Ampezzo (BL)

Attraverso il percorso en plein air, infatti, arte e natura si integrano: le installazioni sono pensate come ritrovamenti accidentali, si manifestano improvvise muovendo nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata.

Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva le idee degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità intera. Nello sviluppo delle opere, ciascun artista si è concentrato su uno dei regni biologici del creato.
Tosi affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che rimandano a reperti provenienti da un passato contaminato di contemporaneità. Ferri (Dado) si misura con la componente vegetale, creando imponenti installazioni realizzate con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che ricordano la forma del fiore di tarassaco. T-yong Chung si occupa della sfera umana connessa alla componente intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di filosofi e ricercatori che hanno influenzato a vario titolo il tempo presente.
Gli interventi risultano mimetici rispetto al contesto naturale, determinando momenti di scoperta e aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il raccoglimento interiore del visitatore. L’esperienza quasi mistica porta fuori dal tempo ma meglio comunque munirsi di scarpe comode, perché non va dimenticata la componente alpinistica della zona.

La valorizzazione del territorio e della comunità è infatti l’altro aspetto importante del progetto che vede la collaborazione con il Liceo artistico di Cortina e l’istituzione Le Regole d’Ampezzo, «senza il cui appoggio ed entusiasmo non saremmo riusciti a realizzare la mostra», afferma Carlotta Minarelli dell’Associazione Controcorrente, che ha curato la rassegna con Chimento.
«Il Liceo ha una storia importante e il suo contributo è visibile lungo il sentiero di Pian de ra Spines, dove le opere dell’artista Dado seguono una serie di installazioni realizzate dagli studenti. Le Regole d’Ampezzo sono un’istituzione di origine medievale che possiede gran parte del territorio della conca. la cura con cui questa proprietà condivisa viene preservata, gli usi e le tradizioni delle regole costituiscono un mondo affascinante tutto da scoprire». Esattamente come i due sentieri su cui si svolge questa nuova esperienza immersiva.