Procida © ronnybas/AdobeStock

Quasi un ritorno alle origini per l’Isola di Tiberio, l’Isola Verde e l’Isola d’Arturo, che nei secoli hanno conquistato artisti e viaggiatori di tutto il mondo. L’estate ai tempi del Covid-19 non prevede bagni di folla per Ischia, Capri e Procida. Nei prossimi mesi tutti dovremo continuare ad accettare dolorose ma necessarie limitazioni nei nostri spostamenti. Ma le isole del Golfo di Napoli sono pronte ad accogliere i visitatori per una vacanza rilassante, sostenibile, umana e dai ritmi certamente più lenti. Non sarà facile per la filiera dell’accoglienza reggere al crollo di presenze, ma gli isolani sono pronti a trasformare la difficoltà in opportunità. D’altro canto, chi vive in mezzo al mare deve essere capace di navigare nella tempesta fino a un approdo sicuro. Dunque, chi nei prossimi mesi sceglierà di vivere un soggiorno a Ischia, Procida o Capri sarà un viaggiatore capace di apprezzare aspetti di questi luoghi che, fino a ieri, era impossibile gustare nel caos. Niente bagni di folla ma certamente tanti tuffi in mare, dalla spiaggia o dalla barca, in acque che sono tornate a ospitare la danza dei tonni e la parata dei delfini.

 

PROCIDA, IL REGNO DI NETTUNO

L’isolotto di Vivara, appendice ecologica di Procida, offre lo spettacolo delle migrazioni. Milioni di uccelli sostano qui per prendere fiato durante le lunghe trasvolate tra l’Africa e l’Europa. Ascoltarne il canto è un’esperienza spirituale, entre si resta con il fiato sospeso ammirandone le spettacolari evoluzioni acrobatiche. Procida, a differenza di Capri e Ischia che sono da tempo mete turistiche internazionali, ha mantenuto un profilo basso. È un’isola di marinai, come ben si comprende dalla tavolozza di colori del borgo della Corricella. A ogni casa un colore diverso affinché, da molte miglia di distanza, i marinai potessero riconoscere la propria e pregustare la gioia del ritorno. Girando tra le abitazioni e prolungando la passeggiata fino al lungomare di Chiaiolella sembra di muoversi in un luogo senza tempo, solare e accogliente. La distanza sociale imposta dalla pandemia si supera in un attimo con il sorriso incantevole di una novella Graziella, la bellezza mediterranea che incantò Alphonse de Lamartine, oppure ricordando lo sguardo triste di Massimo Troisi che in questi borghi interpretò numerose scene del film premio Oscar Il postino. L’ultimo ciak del grande artista di San Giorgio a Cremano che ci ha lasciato, prematuramente, poco dopo la fine della lavorazione della celebre pellicola.

 

L’ISOLA DI ARTURO

Elsa Morante soggiornò a lungo all’Hotel Eldorado, oggi parco letterario. Il giardino di limoni, la contemplazione dei panorami di boschi, calette e spiagge isolate erano estremamente ispiranti. Accanto alla scrittrice anche Alberto Moravia e Vasco Pratolini, un vero e proprio cenacolo letterario. È questo il contesto genetico del capolavoro della Morante, L’isola di Arturo. Il quartiere collinare di Terra Murata, a strapiombo sul mare, è un complesso architettonico di chiese, conventi, prigione, fortezza che custodisce una delle tradizioni più amate dai procidani: i Misteri, gruppi di statue che riproducono la Via Crucis. La secolare processione non si è celebrata nell’ultimo Venerdì Santo, a causa dell’emergenza coronavirus, ma le statue sono davanti ai nostri occhi a ricordarci questo mistero d’amore che gli artisti-artigiani di Procida raccontano in modo sublime.

Castello Aragonese, Ischia © valeasca/AdobeStock

ISCHIA GENIALE

Procida e Ischia sembrano quasi toccarsi, tanto le due isole sono vicine, separate soltanto da un piccolo braccio di mare che qualche ardimentoso attraversa a nuoto. I più sportivi, magari, potranno provare a cimentarsi in questa impresa natatoria. Ma se Procida è lenta e silenziosa, Ischia è frenetica, allegra e piena di suoni, e durante l’estate non dorme mai. Nei prossimi mesi sarà diverso, ma resterà sempre una calamita attraente per chi ama i piaceri della vita, come lo è stato per le star internazionali dell’Ischia Global Film & Music (confermato a metà luglio) organizzato da Pascal Vicedomini e Giancarlo Carriero, famosi per trasformare lo storico Albergo della Regina Isabella in una succursale di Hollywood. Fin dai tempi di Rizzoli, Ischia è un’isola cinematografica, come hanno potuto apprezzare i fan di Elena Ferrante,  l’autrice de L’amica geniale. Alcune delle vicende più importanti della vita di Lina e Lenù sono ambientate proprio sulle rive d’Ischia, che rendono la trama ancora più coinvolgente. Libri e film che vorresti non finissero mai, proprio come un soggiorno nell’Isola Verde, che per l’estate 2020 sta potenziando la rete di sentieri ed escursioni naturalistiche. Il Monte Epomeo, dove si può arrivare in vetta anche a dorso di mulo, offre passeggiate per tutti i gusti, dagli amanti del trekking più allenati ai camminatori più pigri.


ANDAR PER VIGNE E TERME

Si moltiplicano le visite a cantine e vigneti con le degustazioni di vini che la terra vulcanica rende sul serio divini. I bucatini con il coniglio all’ischitana, presidio Slow Food cotto nel tegame di creta con spezie, aglio e pomodorini, sono pronti a deliziare il palato dei più golosi. Le guide turistiche si stanno attrezzando con audioguide sterilizzate per garantire la distanza tra i gruppi. Cambia anche l’happy hour: niente aperitivi accalcati con musica assordante, ma drink sorseggiati ammirando il tramonto dietro la spiaggia del Soccorso di Forio o in qualche caletta a ridosso del Castello Aragonese. L’euforia è comunque assicurata. Salus per Aquam, il benessere per mezzo dell’acqua. I romani, infatti, avevano un vero e proprio culto per i trattamenti dei quali Ischia è una rinomata capitale internazionale. I grandi complessi termali come Poseidon, Negombo e Castiglione, con i loro giardini e le loro spiagge, saranno pronti a garantire la possibilità di coniugare sicurezza e benessere secondo le direttive sulle condizioni da rispettare per l'apertura. E gli spazi verdi di Villa Arbusto ospiteranno spettacoli ed eventi all’aperto nell’ambito del programma Campania Sicura varato dal presidente regionale, Vincenzo De Luca per il rilancio del turismo, dello spettacolo e della cultura, mentre l’annesso museo archeologico regalerà la visione della Coppa di Nestore, affascinante reperto dell’VIII sec. a.C. con trascrizioni omeriche.

Monte Solaro, Capri © Nido Huebl/AdobeStock

CAPRI, PARADISO RITROVATO

«Capri, regina di rocce / nel tuo vestito color giglio e amaranto / son vissuto per svolgere dolore e gioia / la vigna di grappoli abbaglianti conquistati nel mondo / il trepido tesoro d’aroma e di capelli / lampada zenitale, rosa espansa, arnia del mio pianeta». Pablo Neruda descrive così il suo incontro con quella che definiva la Regina di roccia. Capri accolse l’esule, tra il 1952 e 53, insieme all’amata Matilde, e il profumo della sua poesia lo si può ritrovare lungo le pendici del Monte Solaro. La vetta di Anacapri popolata di uccelli sarà una delle mete più importanti dell’estate 2020, insieme con la gita al lontano faro, alla scoperta di sentieri inediti lontani dalle rotte turistiche. Il viaggiatore potrà sostare nella villa-museo di Axel Munthe, perdendosi tra i capolavori classici raccolti dall’estroso psichiatra svedese. Le botteghe di liquori e profumi riempiranno di aromi e colori le passeggiate verso Villa Iovis, una delle residenze preferite da Tiberio. La carezza del vento e il suono del mare faranno capire immediatamente perché l’Imperatore scappasse da Roma, appena possibile, per rifugiarsi sull’Isola Azzurra. Appuntamento per un aperitivo in Piazzetta dove, finalmente, si potrà sorseggiare un drink e dedicarsi alla conversazione sotto voce, per non disturbare i vicini. E il rintocco dei tacchi delle ospiti in passerella sarà persino più ammaliante.

 

LA BELLEZZA SOTTO I PIEDI

Capri sperimenterà la proximity, ovvero la capacità di accorciare la distanza sociale con l’accoglienza e l’empatia, proprio come accadeva prima dell’incontrollata invasione del turismo mordi e fuggi. Un’isola da assaporare con lentezza e pazienza, tenendo sempre gli occhi ben aperti perché la bellezza talvolta può esser sotto i nostri piedi, come nel caso del meraviglioso pavimento della Chiesa di San Michele con la rappresentazione del Paradiso terrestre. Oppure la bellezza del sentiero di Pizzolungo, che dalla Piazzetta porta fino al Belvedere di Tragara per ammirare i Faraglioni. Lungo il cammino, fra tratti deserti e panchine contemplative, la Villa di Curzio Malaparte è una sorta di astronave che lo scrittore definì la «la casa come me», un laboratorio permanente di arte contemporanea. Non dimenticate di portare con voi una copia del suo capolavoro, La pelle: il morbo che affligge Napoli è una metafora attualissima del morbo fisico e morale che attanaglia la nostra contemporaneità.