L'inesorabile avvicinamento tra mare e treno, che porterà quest’ultimo a solcare le onde a bordo di un traghetto, inizia con i primi studi di fine ‘800. Si pensava a un modello di nave che consentisse il trasbordo di carri ferroviari attraverso lo Stretto di Messina. Tra il 1896 e il 1899 entrano in funzione i primi ferry boat italiani, lo Scilla e il Cariddi, con il tipico propulsore a pale mosse da un motore a vapore.

 

Dopo la nascita delle Ferrovie dello Stato nel 1905, per il servizio sullo Stretto vengono aggiunte altre due navi, la Calabria e la Sicilia, e da quel momento i traghetti assicurano un’incessante corrente tra il nord e il sud del Paese, grazie a una flotta sempre più numerosa e moderna. 

 

Il 15 maggio 1960 entra in servizio la nave Reggio: ormai la funzionalità dei mezzi e il comfort consentono l’attraversamento dello Stretto con grande facilità e comodità. A quel viaggio inaugurale viene dedicato il Cinegiornale n. 36, pubblicato sulla pagina Facebook della Fondazione FS.

 

 È invece necessario attendere il 1961 perché un traghetto FS possa navigare in mare aperto, ovvero quando la nave Tyrsus inizia a far la spola tra Civitavecchia e Golfo Aranci (SS). La vacanza al mare è diventata una vera e propria conquista sociale, al pari di quei piccoli sogni ora realizzabili, come il televisore, il frigo, la lavatrice e l’automobile. E la Sardegna diventa una meta da scoprire.

 

I primi bilanci del nuovo servizio FS sono molto positivi, sia per quanto riguarda il trasporto delle merci sia per numero di viaggiatori, come spiega un articolo pubblicato sul periodico Voci della Rotaia nel gennaio 1963, a un anno dal varo della seconda nave del Gruppo, la Hermaea.

 

I traghetti ormai inghiottono treni e automobili, mischiando l’odore metallico delle scocche in acciaio con la salsedine. Consentono uno scambio culturale tra regioni lontane, anche attraverso la vacanza estiva, e contribuiscono a trasformare in un viaggio ciò che prima era solo uno spostamento.