In Alto Adige, si nasconde un angolo di paradiso che affonda nella leggenda. Si narra, infatti, che un manipolo di primitivi arrivarono sulle montagne della Valle di Braies alla ricerca di pietre preziose e oro. Chi cerca trova e, effettivamente i selvaggi qualcosa di valore la scoprirono davvero. Quando si trova un tesoro, però, non sempre si trovano amici. In particolare, questi preziosi rinvenimenti, scatenarono le invidie dei pastori della valle, che cercarono acciuffare le ricchezze. I selvaggi, quindi, per proteggere il bottino, aprirono delle fontane sotterranee per nascondere la fortuna trovata nel lago di Braies.
E proprio lo specchio d’acqua – a 1496 metri sopra il livello del mare, con una superficie di 31 ettari e una profondità massima di 36 metri – è stato scelto come luogo simbolo della fiction di RaiUno Un passo dal cielo. Il successo di pubblico e critica ha generato un turismo di massa verso il meraviglioso bacino azzurro, con bellissimi paesaggi verdi a fare da contorno e le Dolomiti sullo sfondo. Un gioiello naturale nel parco Fanes – Sennes – Braies, nell’Alta Pusteria che, lo scorso anno, è stato letteralmente invaso da circa 1,6 milioni di persone, pronte e riempire Instagram di scatti dal sapore social.
Ma il turismo di questo tipo è veloce: un paio d’ore, qualche selfie e via, in macchina, tra lo smog e il rumore degli altri visitatori che vanno e vengono. Si tratta di overturism se si pensa che il comune braiesino conta solo 657 abitanti.
Sono iniziate, così, alcune restrizioni tese a preservare il territorio patrimonio dell’Unesco. E cercare di rendere nuovamente il lago una meta di relax e aria pulita. Tra le idee con l’obiettivo di contenere l’esagerato boom di turismo, c’è quella di realizzare una stazione ferroviaria che permetta di arrivare alla meta con il treno, rispettando l’ambiente. Una volta giunti a destinazione i turisti troverebbero un servizio bus a idrogeno per trasportarli nel piccolo angolo di paradiso.
Un selfie non si nega a nessuno, se è green ancora meglio.