In cover. Santuario di Oropa (BI) © Alberto Conte - Movimento lento

Quattro tappe di impegno progressivo, un tracciato perfettamente segnato, l’attraversamento di un territorio rappresentato dalla stupefacente Serramorenica d’Ivrea (TO), a un’ora soltanto di treno da Milano e a mezz’ora da Torino, con il brand del principale santuario mariano delle Alpi a benedirne il successo. Sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la fortuna del Cammino di Oropa, senza dimenticare la presenza di altri luoghi di culto di grande importanza, come il Monastero di Bose e il Santuario di Graglia. E dunque, malgrado la sua giovane età, questo itinerario si è guadagnato una posizione di spicco nel panorama dei percorsi a piedi nel nostro Paese, tanto che nessun altro ha registrato un tale successo in così poco tempo.

Tramonto sul Lago di Viverone (BI) © Alberto Conte - Movimento lento

ALLA SCOPERTA DEL BIELLESE

Tutto è iniziato una decina di anni fa, trovando compimento nell’omonima guida pubblicata da Terre di Mezzo Editore nel 2019 (pp. 96 € 15). Da allora, il Cammino di Oropa è passato da 300 passaggi ai 1.500 previsti entro fine 2021, malgrado l’inizio di stagione ritardato dal Covid-19. Le guide cartacee vendute sono state oltre duemila nel solo 2020, a cui si sommano circa 2.500 download delle tracce Gps dall’app Piemonte Ways. Sempre nel 2020 i viandanti hanno portato un indotto di quasi quattromila pernottamenti, vivacizzando un territorio di sorprendente bellezza, dominato dalla più ampia conformazione morenica d’Europa.

 

Dal canto suo, la comunità locale sta rispondendo al meglio, aderendo a una scontistica speciale per i viaggiatori lungo tutto il percorso, proprio come avviene sui cammini verso Santiago: malgrado le difficoltà legate alla pandemia, i ristoratori hanno iniziato a proporre il menù del pellegrino agli stessi prezzi popolari (tra i 12 e i 15 euro) che hanno reso i cammini spagnoli alla portata di tutti. Grazie a questo approccio, in tempo di coronavirus il solo ristorante del Santuario di Graglia ha incassato più di 12mila euro in un anno. Un grande risultato anche perché qui non siamo in Galizia ma nella provincia di Biella, tra le meno note da un punto di vista turistico in Italia. Il Cammino di Oropa, infatti, sfiora appena la provincia di Vercelli e Torino, sviluppandosi quasi interamente nel Biellese.

Verso Roppolo (BI) © Alberto Conte - Movimento lento

TAPPE ACCESSIBILI E GRADUALI

Tutto questo successo, va detto, non è frutto del caso: il creatore del percorso è Alberto Conte, uno dei costruttori di cammini più noti in Italia, uno dei pochi professionisti consacrati all’impresa di trasformare l’Italia in un territorio d’elezione per il turismo lento. Fondatore dell’associazione Movimento lento, che promuove iniziative legate al concetto slow in tutte le sue declinazioni, Alberto ha dato vita anche all’azienda ItinerAria per valorizzare il patrimonio dei percorsi a piedi, dove hanno trovato impiego anche diversi giovani, tra ex pellegrini alla volta di Oropa, creativi e startupper al passo con i tempi. Milanese di nascita, biellese per scelta di vita, insieme alla moglie Susanna gestisce anche la Casa del Movimento lento a Roppolo (BI), nata dapprima come luogo d’accoglienza per i viandanti sulla Francigena, poi divenuta il cuore pulsante di questo cammino: un progetto che rappresenta un atto di amore nei confronti del territorio dove hanno scelto di vivere.

 

E così, quello di Oropa oggi rappresenta non solo un esempio di cammino a cui ispirarsi per il successo di pubblico, ma anche un modello imprenditoriale che è già caso di studio da parte di istituzioni e privati impegnati nel mettere a sistema la rete viaria pedonale italiana, così ricca di opportunità e bellezza ma troppo spesso lasciata alla casualità della scoperta. Gli elementi primari messi in evidenza da Conte nella progettazione del Cammino sono stati l’accessibilità e la gradualità: trattandosi di un percorso breve è infatti il banco di prova ideale per coloro che vogliano misurarsi con un’esperienza nuova (oltre il 50% dei viandanti verso Oropa ha dichiarato di averlo scelto come prima esperienza in assoluto), senza dimenticare che sono state anche organizzate iniziative rivolte a persone con disabilità.

Verso Donato (BI) © Alberto Conte - Movimento lento

DA SANTHIÀ A GRAGLIA

L’itinerario è composto di quattro tappe, la prima da Santhià a Roppolo, la seconda fino a Torrazzo, la terza con arrivo al Santuario di Graglia e la quarta culminante a Oropa. Alle emozioni in crescendo da un punto di vista paesaggistico e spirituale corrisponde una perfetta progressione altimetrica: solo 200 metri di dislivello da affrontare il primo giorno, che diventano 400 al secondo e 600 al terzo, portando i camminatori in quarta tappa a misurarsi con il più impegnativo dislivello di 800 metri.

 

Un percorso ottimale per scaldare le gambe con gradualità, dunque, che propone una non eccessiva percorrenza orizzontale di 16 chilometri in media al giorno per raggiungere i 1.200 metri finali di altezza della meta: l’imponente Santuario stagliato sullo sfondo delle Alpi Biellesi.

Verso il Monastero di Bose © Alberto Conte - Movimento lento

TRE CAPISALDI SPIRITUALI

I camminatori più esperti potranno trovare pane per i loro denti cimentandosi nel Cammino in soli tre giorni, modulando i propri punti tappa in modo da tenere conto di alcuni luoghi cardine da non visitare frettolosamente, in particolare i tre capisaldi spirituali: il Monastero di Bose, il Santuario di Graglia e, naturalmente, Oropa. Nel mezzo di questa percorrenza che complessivamente abbraccia 62 chilometri, si attraversano ben 14 comuni, di cui numerosi meritano una sosta.

 

Si parte da Santhià, con il suo ricco centro storico e un eccellente ostello dei pellegrini, gestito da Mario e da un gruppo di splendide volontarie. Si passa attraverso Cavaglià, dove non potrete omettere di incontrare Marcello e le sue storie di elfi nella Bottega del pellegrino e dove scoprirete che la chiesa di San Michele è una delle più importanti di tutto il barocco piemontese. A Roppolo è immancabile la vista panoramica sul Lago di Viverone dal suo maestoso castello, antico mille anni. Dopo aver salutato Zimone, si arriva al Monastero di Bose, centro straordinario della spiritualità ecumenica cristiana, fondato da Enzo Bianchi nel 1965. Sulla strada per Magnano è incantevole la visione della chiesa romanica di San Secondo e l’arrivo in paese è preceduto dall’esplorazione del ricetto, l’area fortificata tipica delle cittadelle piemontesi, adibita a riparare la comunità agricola in caso di pericolo e a raccogliere le provviste fin dal Medioevo. A Torrazzo c’è il Mat, un Museo aperto con opere affisse sui muri cittadini a punteggiare case e palazzi.

 

Quindi, dopo i passaggi a Sala Biellese e Donato, imperdibile è la tappa al Santuario di Graglia, premessa ideale alla visione finale del giorno successivo: la sua chiesa, impreziosita da un maestoso organo e da splendide opere, custodisce una Madonna di Loreto, nera anche lei come quella di Oropa. Adornato da magnifici saloni affrescati e da un idillico giardino, i suoi scenografici balconi regalano la più emozionante veduta della Serramorenica, protagonista assoluta di questo cammino.

Oropa © Alberto Conte - Movimento lento

IL SANTUARIO DI OROPA

Lunga circa 22 chilometri e larga tra i cinque e i dieci, come un immenso bastione naturale a dividere il Canavese dal Biellese, la Serra d’Ivrea è antica due milioni di anni. Originata dalla spinta di materiali di accumulo trascinati a valle dal flusso dei ghiacciai sfocianti nella Pianura Padana, si presenta alla vista come una sorta di miraggio: un muro verde infinito dalla sommità rettilinea, che già di suo merita una gita nel Biellese.

 

Dopo la visita a Sordevolo, famosa nel mondo per l’imponente rappresentazione della Passione di Cristo che coinvolge ben 400 cittadini, si arriva infine a Oropa. La sosta al suo Santuario merita un pomeriggio di visite e una notte nella solitudine silente dirimpetto alle maestose montagne, alloggiati in una delle numerose stanze che possono accogliere ben 500 pellegrini: una capacità ricettiva fuori dal comune che testimonia il fascino di Oropa nei secoli. Un percorso da record, dunque, anche in tempi di Covid-19, considerando che il 28 maggio 2020 è stato il primo cammino italiano a essere aperto e percorribile, interpretando il desiderio di vivere esperienze all’aria aperta così sentito in questo periodo.

A PIEDI E IN MOUNTAIN BIKE

Il successo è giunto quindi improvviso e inaspettato in tempi non facili per il turismo e i Comuni attraversati hanno dovuto gestire richieste spesso superiori alla disponibilità di posti letto, tanto che lo scorso anno le attività promozionali sono state addirittura sospese, per preparare il territorio a una maggiore capacità ricettiva. Così, nell’estate 2020, i Trail Angels, un gruppo di volontari guidati da Marcello Vallese, hanno iniziato a prendersi cura del tracciato, armati di cesoie, adesivi, pennello e sacchi neri. Sempre nel 2020, è stato messo a punto un anello ciclabile per mountain bike a pedalata assistita, partendo da Santhià per salire a Oropa lungo il percorso pedonale e tornando indietro sulla Ciclovia di Oropa, che viene così interamente segnata nelle due direzioni di percorrenza.

 

Tenendo conto anche di questa variante in bici, nasce l’ultimo tassello della proposta attuale: una volta giunti in cima, i camminatori possono vivere un ultimo giorno di avventura ridiscendendo verso Santhià lungo lo spettacolare percorso del Tracciolino – in gran parte in discesa – permettendo di riavvolgere idealmente il nastro del film appena svolto tra scorci panoramici straordinari. Ma il successo del cammino continua a crescere e già sono previste nuove tappe per raggiungere il Santuario da ulteriori direzioni, confermando il suo ruolo di crocevia ineludibile, similmente a quanto accade per Santiago. Capace di ispirare la storia con i racconti vissuti nei secoli lungo i percorsi.

Articolo tratto da La Freccia