«Il merito è tutto dei miei genitori, perché ogni volta che si poteva portavano me e i miei fratelli in posti sempre diversi per mangiare all’aperto e trascorrere una giornata nel verde. Mia mamma e mio papà amavano i picnic e ci hanno trasmesso il desiderio di andare alla ricerca di un luogo bello dove gustare del buon cibo davanti a un panorama mozzafiato. Crescendo, magari per la nostalgia di quelle giornate meravigliose in famiglia, ho capito che potevo mettere a frutto la mia passione per renderla sempre viva».

 

Così Antonietta Acampora spiega la nascita di Picnic Chic, una start up avviata nel 2017 con poche forze ma tanto cuore. «Ci ho investito e ci credo tanto. Sono nata e cresciuta in Costiera Amalfitana, la mia è una famiglia di ristoratori e pizzaioli, amiamo la natura e i prodotti della terra».

Antonietta Acampora

Antonietta Acampora

Il senso della tua impresa, quindi, è viaggiare alla scoperta di piccoli borghi e mete meno conosciute per assaggiare i prodotti locali in un picnic?

Esattamente. Spesso non è facile organizzarsi, trovare la bottega o la fattoria giusta dove comprare formaggi, salumi, pane, vino e tutto quello che può servire per un pasto all’insegna dell’enogastronomia locale. Si perdono ore, facendo chilometri, per cercare prima i prodotti e poi il posto adatto per il picnic. Così mi sono detta: proviamo a organizzare una rete che serva proprio a semplificare l’organizzazione di una breve gita, una giornata o un weekend con cestino al seguito.

 

Immagino che tu abbia fatto altri lavori in precedenza.

Sì, ho messo insieme le mie esperienze come responsabile qualità e addetta amministrativa in uffici acquisti. Ma anche la mia conoscenza del mondo della ristorazione e, in ultimo, l’impiego in Coldiretti. Lì si è accesa la scintilla: ho scoperto un mondo dall’enorme potenzialità mal sfruttata. Oggi si parla molto di turismo esperienziale e di storyliving, ma io 20 anni fa già cercavo di far questo, giravo tra le cantine e le aziende Coldiretti ascoltando a bocca aperta le storie di agricoltori, vignaioli e produttori, custodi di un mondo da raccontare e valorizzare. E mi sono ripromessa di farle conoscere queste storie, perché rendono bello il nostro Paese. Rappresentano l’impegno, il sacrificio, l’amore per la terra e le tradizioni, ma sono realtà ancora molto concentrate sul prodotto e poco sulla comunicazione, sulla promozione.

 

L’Italia di Picnic Chic è un patrimonio da scoprire, dunque. Come sta andando? Poi ci si è messa anche la pandemia…

Ci vuole tempo per decollare, direi un altro anno, ma non ci fermiamo, anzi stiamo definendo un piano di sviluppo con nuovi progetti per il 2022. Oggi quando raccontiamo cos’è Picnic Chic le aziende ci capiscono molto di più rispetto a quattro anni fa, prima spesso mi prendevano per una pazza visionaria. Per quanto riguarda la pandemia, a parte il primo periodo di lockdown in cui eravamo tutti impauriti, il Covid-19 ha riavvicinato tantissime persone alla natura, spingendole verso esperienze all’aria aperta, magari anche non lontano da casa. La richiesta, infatti, è esplosa nell’ultimo anno. D’altronde, in Italia abbiamo tutto, paesaggi, natura e prodotti meravigliosi, bisogna solo scoprirli.

Picnic Chic da Edoardo Patrone, Domodossola (VB)

Picnic Chic da Edoardo Patrone, Domodossola (VB)

Come è nata l’impresa?

Dall’idea sono passata ai fatti: ho deciso di investire, di realizzare un portale e proporre la digitalizzazione a fattorie, agriturismi e cantine ospitandoli sul sito a fronte di una fee d’ingresso. Offriamo un servizio alle aziende affiliate: creiamo le loro pagine web sul portale, fornendo anche assistenza informatica e gestionale, e le supportiamo per definire le esperienze di picnic da proporre, aiutandole a capire come valorizzare quello che hanno: luoghi, prodotti, storie, persone. Il picnic diventa così uno strumento di marketing territoriale. A lavorare con me ci sono un general manager, tre tecnici informatici, una responsabile customer care e una per l’ufficio stampa.

 

Perché l’aggiunta della parola chic nel brand?

È una cosa che spiego sempre: chic non è da intendere come un lusso di per sé, ma come il lusso di godere delle cose semplici, di avere del tempo per apprezzare la bellezza che ci circonda. Il lusso della libertà, di ritagliarsi momenti per gustare prodotti genuini in mezzo al verde. In questo senso il picnic è chic, e lo è per tutti, non per pochi privilegiati.

 

Quanti affiliati avete?

Finora circa 150, ma non tutti hanno i propri pacchetti picnic online. Stiamo lavorando per digitalizzare tutte le aziende e le cantine che hanno aderito al nostro progetto e, successivamente, svilupperemo anche la possibilità di acquistare sul web alcuni prodotti. Così, chi non ha la possibilità di andare in loco per il picnic o chi lo ha già fatto ma vuole riassaggiare quei prodotti può ricevere una box a casa.

Il portale Picnic Chic

Il portale Picnic Chic

Offrite anche altre attività?

Sì, ci sono pacchetti esperienziali con diversi tipi di proposte, dal trekking alle passeggiate a cavallo, dal relax a bordo piscina al tour in e-bike, dal fun bob in inverno alle visite in fattoria, fino alle cooking class e ai laboratori per bambini. Anche il treno potrebbe essere una grande opportunità per sviluppare alcune idee viaggiando in modo sostenibile. Teniamo molto all’ambiente, abbiamo realizzato il packaging Picnic Chic con bicchieri, piatti, posate e sacchetti compostabili e biodegradabili, in più i nostri eventi sono organizzati in modo tale da non produrre rifiuti abbandonati.

 

Consigli per un Picnic Chic a settembre?

Abbiamo l’evento MusicNic, con Irene Grandi e Simona Bencini, martedì 21 all’azienda agricola La mia terra, in provincia di Varese. L’incasso sarà devoluto alle onlus Progetto Islander e Mototerapia di Vanni Oddera. Poi settembre è il mese della vendemmia, mi vengono in mente tante cantine da visitare. Maeli Winery nel Padovano, Cantina Ricchi a Monzambano (MN), Barone a Prato in provincia di Trento, Edoardo Patrone a Domodossola (VB), Diacceroni a Fabbrica di Peccioli (PI). E ancora, Marchioli Winery vicino Chieti, Agriturismo Valentini nel Viterbese, Fattoria Terranova a Sant’Agata sui Due Golfi (NA) e Masseria Spina a Monopoli (BA). C’è un mondo da scoprire sul nostro portale, per gustare sapori e profumi d’autunno.

Articolo tratto da La Freccia