Un castello fiabesco, un manipolo di maghi esperti di illusioni, mentalismo e micromagia, tre casate di teen wizard pronte a sfidarsi per conquistare la bacchetta d’oro, premio finale che andrà nelle mani di un solo vincitore. Ecco gli ingredienti di Voglio essere un mago, talent reality di Rai2 in prime time dal 21 settembre per cinque settimane. A guidare gli aspiranti maghetti nelle loro avventure il magister Raul Cremona, che racconta questo nuovo progetto.

 

Qual è la differenza con gli altri reality?

È stabilita soprattutto dal materiale umano: i ragazzi devono mettere in gioco una passione e, in alcuni casi, le loro reali ambizioni. Questo format è una sfida, ma soprattutto una scuola che valorizza i partecipanti senza stressare la competizione.

 

Come si è trovato nel ruolo del magister?

Ho dovuto rispolverare vecchie abilità di insegnante, mettere da parte l’immagine di personaggio comico e vestire quella di chi ha la responsabilità di educare.

Locandina del programma Voglio essere un mago

Chi sono i professori “magici”?

Eleonora Princess of Magic, performer delle grandi illusioni, porta femminilità ed esperienza in un gruppo di insegnanti veramente in gamba. Poi ci sono il valido mentalista Federico Soldati e la star dei giovanissimi Jack Nobile, affiancata dagli abili Sbard e Hyde. Non mancano lectio magistralis di affermati professionisti che, a sorpresa, si sono resi disponibili a trasmettere l’esperienza maturata sui palcoscenici internazionali.

 

Ci sarà anche un supervisore che hai sempre imitato, Silvan.

La nostra amicizia è decennale, abbiamo collaborato molte volte in tv e in numerose serate. La mia stima per lui si manifesta nell’ironico modo di parodiarlo, è l’omaggio che si fa a un maestro.

 

Come hanno reagito gli apprendisti maghi a questo programma?

La naturale competitività del reality crea una sana rivalità che non sfocia mai nella rabbia e nell’invidia. Gli apprendisti ci hanno insegnato che, comunicando, ci si aiuta e ci si capisce: una lezione per noi adulti.

 

Cosa hai imparato dai concorrenti?

Come si cresce, si combatte e si diventa grandi con costanza e con quell’umanità non mediata che spesso manca a chi ha qualche anno in più.

Articolo tratto da La Freccia