«È un ritorno alle origini, nella casa radiofonica dove l’amore per questo mezzo si è strutturato, consolidato e affermato dentro di me». Con queste parole Pierluigi Diaco racconta il suo nuovo ingresso a Rai Radio2 con Ti sento, format nato per il piccolo schermo che adesso ha anche una declinazione audio. Il programma, incentrato sulle emozioni evocate da musica e suoni, parte il 13 settembre in radio, dalle 20 alle 21, e il giorno dopo arriva anche su Rai2, in seconda serata.

 

A proposito di suoni, qual è quello che associ alla tua adolescenza?

Il rumore del mio scooter sempre scassato: quando entravo nel cortile della scuola si faceva sentire. E poi la mia voce ascoltata in cuffia quando, a 14 anni, ho cominciato a lavorare a Italia Radio, nella Capitale. Non mi era mai capitato prima e questa cosa mi ha fatto sentire importante: quello che dicevo veniva ascoltato da tante persone. Una sensazione che ricorderò sempre.

 

E a quale melodia associ la tua carriera?

A un suono silenzioso, quello della coscienza. La voce interiore che invita ad avere il senso della misura quando si fa il proprio mestiere. A osare, ma senza perdere di vista le ragioni e la sensibilità altrui. Il modo in cui conduco i miei programmi in radio e in tv è basato sulle emozioni. Può piacere o no, ma per me quella è una chiave fondamentale, e comunque tendo sempre a mettere in campo una buona dose di pudore.

 

E se parliamo di viaggio?

Il fischio della nave che sta per attraccare e del traghetto. Gran parte delle mie vacanze, da quando sono adolescente, le passo in Sicilia, alle isole Eolie ed Egadi. Questi suoni mi riportano alla spensieratezza e alle mie passioni: la natura e il mare in posti molto poco frequentati.

 

La canzone dell’amore?

Quella mia e di Alessio (Orsingher, ndr) è Chiama piano di Pierangelo Bertoli e Fabio

Concato. Proprio la voce di Concato, quando la sento, mi pone in una condizione amorevole.

 

La tua musica dell’estate?

Il brano di un caro amico che ho ascoltato prima che diventasse famoso. Con tanta apprensione e tutta la speranza che avesse successo. Parlo di Solo una volta (o tutta la vita) di Alex Britti.

 

La sigla che ti ricorda la televisione?

Sicuramente quella del Maurizio Costanzo Show mi provoca un’emozione speciale, visto che ho il privilegio di essere l’autore del programma, insieme a Costanzo. Quando, da dietro le quinte, vedo aprirsi il sipario e sento la celebre musica provo una sensazione avvolgente.

 

La voce che ti rassicura?

Quella di Alessio.

 

Cosa ti mette di buonumore?

I dischi di Ivano Fossati, Nick Drake, Neil Young, Sigur Rós e Ornella Vanoni. Di recente ho scoperto la musica peruviana e la ascolto prepotentemente, mi diverte molto.

 

Cosa ti sussurreresti all’orecchio guardandoti allo specchio?

T’amo e t’odio.

Articolo tratto da La Freccia